Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012
Attualmente redattore del mensile Mistero
rivista dell'omonima trasmissione televisiva di Italia Uno
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📣ANTEPRIMA📣
Solo lieto di comunicarvi che dopo tre anni di ricerche a breve esce il mio secondo saggio dal titolo
"IL WEB NASCOSTO"
Sottotitolo "I segreti della rete e del Deerk Web. Deep Web, Dark Web e criptovalute".
Edito dalla UnoEditori e impreziosito dalla prefazione di Perucchietti Enrica.
Quali sono i segreti di Internet? Che cosa nasconde realmente il web?
La rete Internet sembra sterminata, ma quella che realmente navighiamo è solo una piccolissima parte.
Per conoscere cosa si nasconde nelle profondità del web bisogna immergersi nel Deep Web e poi ancora più giù nel Dark Web. Una zona opaca e non facilmente accessibile che possiamo definire con un neologismo “Deerk Web”. Un limbo dove succede di tutto e dove non esistono regole.
Chi si nasconde nelle profondità della rete e quali attività si svolgono?
Il mondo “virtuale” inizia a minacciare il sistema monetario “reale”, imponendo un nuovo concetto antagonista di moneta.
Che cosa sono e come funzionano le criptovalute, ma soprattutto perché sono una minaccia per il sistema monetario corrente?
Con questo libro scoprirai:
• L’altra faccia della rete
• Perché ha fallito il web in chiaro
• Cosa si nasconde nel Deep Web
E ancora:
• Cos’è il Dark Web
• Come funzionano le criptovalute
• Perché il sistema Blockchain può rivoluzionare il nostro futuro.
L'etimologia del vocabolo "magia" rimanda al termine con cui venivano indicati nell'antica Grecia i "magi", ossia gli antichi sacerdoti zoroastriani della Persia. La magia, dunque, è un insieme di tecniche con le quali si cerca di influenzare gli eventi o di dominare taluni fenomeni fisici. L'etimologia della parola “sesso”, invece, viene attribuita da alcuni studiosi al termine greco “tèkos” che significa” generato” o “procreato”.
Che rapporto esiste tra la magia e il sesso? Possiamo certamente affermare, facendo già riferimento in prima battuta alla dimensione etimologica dei due termini, che esiste un legame quasi “naturale”: i due concetti posso essere, infatti, complementari nel senso che tramite la magia si può “genare” e “procreare” un cambiamento.
Se la magia bianca è collegata alla luce e alla positività, allo stesso modo la magia nera è collegata al potere e all’oscurità; ma esiste un altro filone, forse poco conosciuto, che mette in correlazione proprio la magia con il sesso e per estensione anche l’amore: si tratta della cosiddetta magia rossa.
Il rosso è il colore della passione e appunto dell’amore. La magia rossa quindi ha il suo campo d’azione nell’ambito dei legami affettivi, amorosi e della sfera sessuale. Il colore ricorda quello del sangue e della vitalità.
Questa pratica, a differenza della magia nera e di quella bianca, non può essere definita né buona né cattiva. Si tratta infatti di un tipo di magia che è in grado di sprigionare tanto energie buone quanto negative, a seconda dello scopo e dell’uso che se ne fa. Essa potrebbe essere definita come una sorta di via di mezzo fra la magia bianca e quella nera. Gli esiti di queste pratiche quindi dipendono sostanzialmente dalla volontà di chi le utilizza e di chi se ne serve.
Le origini
Magia e sessualità hanno sempre avuto uno stretto legame, fin dalla preistoria. Le prime tracce di questo rapporto profondo si possono rintracciare, per esempio, proprio in Italia e precisamente in Sardegna dove sono state trovate delle statuette con sembianze femminili risalenti al 4000 a.C. e che rappresentano i primordiali culti della fertilità. Altri oggetti del genere sono stati trovati in tutta la zona del Mediterraneo.
Anche nella Grecia Antica possiamo ritenere collegati ai riti della magia rossa quelli in onore della dea dell’amore Venere e di Eros, il dio della passione. Gli uomini e le ragazze veneravano queste divinità con invocazioni particolari; alcuni riti richiedevano addirittura anche la tortura fisica di un animale in funzione propiziatoria. Come si può notare il sesso da sempre è collegato alla divinità e alle prime forme di religione, al confine con i riti magici.
Nell’impero romano, invece, erano diffuse le cosiddette “Tabulae Defixionis”, nelle quali erano scritti incantesimi e invocazioni per punire l’amore non corrisposto o il tradimento. La ritualità del sesso sacro si è sviluppato anche in ambito cristiano: i riti magici sessuali, infatti, erano praticati da varie sette gnostiche, tra queste per esempio i carpocraziani e i fibioniti.
Un aspetto particolare nell’ambito della magia rossa è la cosiddetta ierogamia o hieros gamos (anche definita teogamia) ossia il “matrimonio sacro”: un rito sessuale in cui due o più partecipanti rappresentano in forma mediata e simbolica la sacra unione o sizigia (congiunzione) tra un dio e una dea.
Nell’ambito del movimento Wicca, invece, più di recente esiste il cosiddetto “Grande Rito” basato principalmente proprio sullo hieros gamos. È generalmente rappresentato simbolicamente con un pugnale appuntito collocato al di sopra di un calice liturgico e indica la congiunzione del maschio e del divino femminile nel matrimonio o unione sacra. Questa pratica è talvolta effettuata di persona proprio dal sommo sacerdote e da una sacerdotessa.
A tal proposito risulta esplicativo un passo tratto dal saggio di Mircea Eliade, “Trattato di storia delle religioni”, nel quale lo studioso di religioni spiega: «In generale l'orgia corrisponde alla ierogamia. All'unione della coppia divina deve corrispondere, sulla terra, la frenesia generativa illimitata. [...] Gli eccessi rappresentano una parte precisa e salutare nell'economia del sacro. Spezzano le barriere fra uomo, società, natura e dèi; aiutano la circolazione della forza, della vita, dei germi, da un livello all'altro, da una zona della realtà a tutte le altre. Quel che era vuoto di sostanza si sazia; il frammentario si reintegra nell'unità; le cose isolate si fondono nella grande matrice universale. L’orgia fa circolare l'energia vitale e sacra».
I rituali della magia rossa
Leggendo le parole di Mircea Eliade il pensiero corre per esempio a un film che ha avuto un impatto notevole nella cinematografia degli ultimi decenni: si tratta di Eyes Wide Shut, ultimo capolavoro di Stanley Kubrick. Nella pellicola ci sono alcune scene che si svolgono in una villa lussuosa dove si svolge uno strano rituale sessuale in maschera che quasi sicuramente è ascrivibile nell’ambito della magia rossa.
La magia rossa è strettamente collegata a diverse discipline quali l’occultismo, l’alchimia, la stregoneria e lo spiritismo.
La pratica della magia sessuale usa generalmente l'energia scaturita dall'orgasmo o comunque quella in latenza presente nello stato di eccitazione sessuale per raggiungere il risultato magico desiderato; infatti l'energia prodotta dalla sessualità è una delle forze più potenti possedute dagli esseri umani e può essere sfruttata per ottenere una condizione di trascendenza.
La magia d’amore è stata analizzata e interpretata anche da Aleister Crowley, uno delle figure di spicco nell’ambito del mondo esoterico occidentale. Crowley ha scritto ampiamente sul tema e alcuni di questi lavori sono stati pubblicati e quindi messi a disposizione di tutti i lettori, altri invece sono rimasti segreti a disposizione solamente dagli iniziati dell'organizzazione segreta OTO (Ordo Termpli Orientis) e utilizzati poi in vari contesti esoterici.
Una pratica oscura è poi ad esempio quella dove si utilizza il sangue mestruale. Questa segue essenzialmente due filoni: da un lato le tradizioni e le credenze popolari e dall’altro un mondo ben più oscuro, sommerso e misterioso che è quello che fa riferimento alle cerimonie effettuate all’interno di sette di varie estrazioni.
Plinio nella sua opera “Naturalis Historia” descrive in tali termini i “poteri” del sangue mestruale: «Ma non sarebbe facile trovare qualcosa di più prodigioso del flusso mestruale delle donne. Al sopraggiungere di una donna che ha le mestruazioni il mosto inacidisce; al suo contatto le messi diventano sterili; muoiono gli innesti, bruciano i germogli dei giardini, cadono i frutti degli alberi presso cui la donna si è fermata; al suo solo sguardo, la lucentezza degli specchi si appanna, si smussa la punta delle lame, si oscuro lo splendore dell’avorio, muoiono le api negli alveari; persino il bronzo e il ferro si arrugginiscono all’istante e il bronzo prende un odore sgradevole».
Come abbiamo visto la magia rossa può essere definita neutra a livello potenziale, ma comunque ha delle aree di confine e di sovrapposizione anche con la magia bianca e nera e in particolare per esempio con il sistema della “Via della mano sinistra e della mano destra”; questo fa riferimento a una dicotomia tra due opposte filosofie, presenti nella tradizione esoterica occidentale e che si estendono a diversi gruppi coinvolti nelle pratiche occulte o e nella magia cerimoniale.
Il cosiddetto "Sentiero della Mano Sinistra" fa riferimento a pratiche di magia nera e sostiene che l'orgasmo deve essere ritardato fino a quando lo consente la propria energia, in modo che possa essere visualizzato ed espulso attraverso gli occhi dei praticanti, alterandone così la realtà di veglia e portandoli a stati alternativi di coscienza.
Il "Sentiero della Mano Destra", invece, fa riferimento a pratiche di magia bianca e sostiene che l'orgasmo è l'antitesi della sublimazione sessuale. In questo contesto, l'orgasmo è superato a favore di quelli che i suoi praticanti considerano “energie superiori”, pertanto la masturbazione e l'omosessualità sono considerate pratiche deleterie.
Il Tantrismo
Alcuni concetti del “Sentiero della Mano Destra” sono affini a quelli del Tantrismo. Tantra è un termine sanscrito che può essere tradotto come "principio", "essenza" o “dottrina” e fa riferimento a un insieme di testi non organizzati in maniera organica contenenti insegnamenti spirituali e tradizioni esoteriche originatesi nelle culture religiose indiane e con varianti principalmente induiste e buddhiste.
Una caratteristica comune e fondamentale è che nei pantheon tantrici esistono sempre divinità in coppia (yamala): ogni dio è accompagnato da una dea.
A volte il sesso magico viene anche associato al Kundalini Yoga. In sostanza si tratta di un’evoluzione recente del Haṭha Yoga tradizionale nel quale l'attenzione è centrata sulle pratiche mistiche volte a favorire l'ascesa di Kuṇḍalinī, potenza cosmico-divina che nella tradizione tantrica si ritiene essere presente nel corpo umano. Il fine è l'ottenimento della liberazione e questa si può raggiungere anche attraverso specifiche pratiche sessuali.
I riti sessuali tantrici originariamente si sono sviluppati nell’ambito della cultura induista come metodo pratico per generare fluidi corporei da portare in offerta alle divinità. In alcune pratiche, per esempio, l'iniziato di sesso maschile era inseminato o insanguinato con le emissioni sessuali della consorte.
In sostanza nella tradizione tantrica, l'eros è considerato la via maestra per accedere al divino tramite la Kuṇḍalinī. Questa è in stretto contatto con la cosiddetta Śakti e si trova normalmente inattiva nell'individuo, arrotolata (è questo il significato letterale del termine) nella zona perineale del corpo yogico. Secondo le dottrine yogiche del Tantra, ha come meta suprema il ricongiungimento con la controparte maschile denominata Śiva: in sostanza è la riunione del maschile e del femminile, il ripristino dell'androginità originaria e la realizzazione nel microcosmo umano del cosiddetto “Essere Supremo”.
Un rito per esempio molto esplicito nell’ambito della tradizione tantrica è la cosiddetta “yoni-pūjā” letteralmente "adorazione della vagina". Il rito fa parte di una tradizione vaiṣṇava ed è descritto nello Yoni Tantra. Una donna, opportunamente preparata e ornata, è collocata prima su un maṇḍala e poi fatta accomodare sulla coscia sinistra dello yogin che officia il rito. Costui procede con la cerimonia facendole bere del vino, recitando mantra e massaggiandole la vagina con pasta di sandalo, quindi si unisce a lei. Le secrezioni dell'eiaculazione sono poi offerte come oblazione alla divinità.
Nel Tantra il sesso ha tre finalità ben distinte: procreazione, piacere e liberazione. Coloro che cercano la liberazione evitano l'orgasmo frizionale per una forma più alta di estasi e la coppia che prende parte al rituale si immobilizza in un abbraccio statico.
Insomma, a differenza di quello che pensiamo abitualmente e di come è considerato il sesso nel mondo occidentale, vi è una dimensione particolare e sacra dell’atto sessuale e della sessualità in generale. Si tratta di canalizzare energie invisibili che si tramutano in magia: il collegamento tra corpo e spirito nel tentativo di liberarsi dalla gabbia della realtà. Come diceva Sigmund Freud: «É quasi impossibile conciliare le esigenze dell’istinto sessuale con quelle della civiltà».
«Ricordati, o figlio Roboamo, che allorquando io, Salomone, ricevei da Dio la saggezza, e la conoscenza di tutte le cose, allora rispose Roboamo, d' onde vieni che io non ho lo stesso merito di Salomone mio padre, che ebbe la scienza di tutte le cose create, dall' angelo di Dio, Salomone rispose: ascolta la mia voce, figlio mio, che sentirai delle belle cose; una notte nel coricarmi, mormorando il Santo nome di Dio, domandava l' ineffibile conoscenza di tutte le cose; in allora l'angelo di Dio mi è apparso e mi disse: Salomone la tua preghiera non fu vana al cospetto di Dio, molto più che non domandavi, a vivere molti anni, né molte ricchezze, né la rovina dei tuoi nemici, ma l' intelligenza di fare un buon giudizio, e per questo il Signore ti ha dato un cuor saggio, e molta intelligenza, che nessuno non ne ha mai avuto, e non ne avrà uguale dopo di te».
Questi versi enigmatici appartengono a un manoscritto tanto criptico quanto significativo nell’ambito della tradizione esoterica. Si tratta del prologo dal testo noto come la Chiave di Salomone.
Questo testo è collegato alla figura biblica di Re Salomone. Secondo la Bibbia è stato il terzo re di Israele, figlio e successore di Re Davide. Tra le altre cose viene considerato un medium e un esorcista: un'opera importante che ci dà testimonianza di ciò è il Testamento di Salomone, in cui si narra come il re abbia esercitato il suo potere magico sui demoni per costringerli a costruire il Tempio di Gerusalemme.
Verso la fine del XIX secolo i manoscritti che fanno riferimento alla Chiave di Salomone sono stati recuperati da organizzazioni esoteriche pseudo-massoniche quali per esempio l'Hermetic Order of the Golden Dawn e l'Ordo Templi Orientis.
A proposito di questi manoscritti possiamo distingue due documenti differenti: la Chiave di Salomone e la Piccola Chiave di Salomone.
Che cosa sono e soprattutto cosa nascondono?
La Chiave di Salomone
La Chiave di Salomone, noto anche come Clavicula di Salomone o Clavis Salomonis, è un testo di magia attribuito, ma non certezza assoluta, a Re Salomone. Spiega dettagliatamente quando, come e dove è meglio evocare i 72 demoni ai quali corrispondono 72 sigilli utilizzati per la costruzione del Tempio di Gerusalemme.
Non è certo se il testo pervenuto ai giorni nostri risalga al tardo Medioevo oppure al Rinascimento come riproduzione del documento originale. Molti di questi grimori attribuiti a Re Salomone sono stati scritti in un ampio lasso di tempo, influenzati dai libri molto più antichi dei qabbalisti ebraici e degli alchimisti arabi che a loro volta facevano spesso riferimento alla magia greco-romana. Sostanzialmente, però sebbene con piccole varianti posso essere riconducibili a un testo originale tramandato in prima battuta in forma orale.
La prima citazione storica certa della Clavicula risale allo storico ebreo Giuseppe Flavio, vissuto nel primo secolo d.C.
Esistono poi diverse versioni manoscritte, in seguito stampate clandestinamente; tra questi in particolare uno in greco, risalente al XV secolo (Harleian MS. 5596), menzionato come “Il Trattato Magico di Salomone”. I contenuti sono molto simili a quelli delle Clavicula, infatti, potrebbe trattarsi del prototipo sul quale si basano i successivi testi in italiano oppure in latino.
Un manoscritto in lingua italiana si trova nella Biblioteca Bodleiana. Esiste, inoltre, un certo numero di manoscritti in latino e un testo tradotto in inglese del 1572 dal titolo “The Clavicle of Solomon, revealed by Ptolomy the Grecian”. Esistono, infine, alcuni manoscritti in francese, tutti databili intorno al XVIII secolo.
Il testo, comunque, può essere considerato un manoscritto di magia rituale, cerimoniale e iniziatica e per questo è stato messo all’indice dalla Santa Inquisizione.
L'opera è divisa in due parti: nella prima vengono spiegate le azioni da evitare nell’evocare gli spiriti; nella seconda, invece, si descrivono alcune specifiche e dettagliate arti magiche e contiene istruzioni per la preparazione dei rituali, con il monito che nessuna operazione deve essere intrapresa se prima non è stato tracciato e consacrato il cosiddetto “Circolo Magico”.
La Piccola Chiave di Salomone
La Piccola Chiave di Salomone o Lemegeton Clavicula Salomonis, è un grimorio anonimo del Seicento, ma è anche uno dei più famosi libri di demonologia. Viene citato anche nel romanzo del 2009 “Il simbolo perduto” di Dan Brown.
La Piccola Chiave di Salomone potrebbe essere considerata una continuazione della precedente Chiave di Salomone e contiene dettagliate descrizioni degli spiriti e dei rituali necessari per evocarli e costringerli a eseguire gli ordini del mago chiamato nel testo "esorcista". Vengono date istruzioni dettagliate circa i simboli, le procedure rituali da eseguire, le azioni necessarie per impedire che gli spiriti prendano il sopravvento, i preparativi che devono precedere l'evocazione e il modo in cui costruire gli strumenti necessari per l'esecuzione di tali rituali.
La Piccola Chiave di Salomone è suddivisa in cinque parti: Ars goetia, Ars theurgia goetia, Ars paulina, Ars Almadel e Ars notoria.
Nell'Ars goetia gran parte del materiale è antecedente al Seicento, con alcune parti risalenti al Trecento. Contiene le descrizioni, ancora una volta, dei 72 demòni che si dice siano stati evocati da re Salomone e da lui rinchiusi in un vaso di bronzo sigillato con simboli magici al fine di soggiogarli alla propria volontà. L’Ars goetia contiene inoltre le istruzioni per costruire un vaso di bronzo simile e l’uso delle formule magiche per invocare senza rischi questi demòni.
Una copia dell'Ars goetia, datata 1314, è stata ritrovata sigillata in un vaso nelle fondamenta di una casa a Massarosa, vicino Viareggio. Se fosse originale, sarebbe la più antica copia esistente.
La seconda parte del grimorio espone i nomi, le caratteristiche e i simboli dei 31 spiriti aerei, buoni e maligni, invocati sempre da Salomone.
La terza parte sarebbe stata scoperta dall'apostolo Paolo ed è suddivisa in due capitoli. Il primo illustra come contattare gli angeli delle varie ore del giorno, i loro sigilli, la loro natura, le relazioni tra questi e i sette pianeti allora conosciuti; il secondo, invece, riguarda gli angeli che governano i segni zodiacali e la loro relazione con i quattro elementi. Questi angeli vengono qui chiamati "angeli degli uomini" poiché ogni persona nasce sotto un segno zodiacale e con il sole posizionato a uno specifico grado di esso.
La quarta sezione illustra come costruire il cosiddetto “Almadel” ovvero una tavola di cera su cui vengono disegnati simboli protettivi: su di essa vengono posizionate quattro candele.
La quinta sezione parla dell’arte rivelata da Dio a re Salomone tramite un angelo. Contiene una raccolta di preghiere mescolate con parole cabalistiche e magiche in varie lingue e istruzioni su come recitare tali preghiere.
Nell’ultima sezione, infine, è descritto come re Salomone abbia ricevuto la rivelazione dall'angelo. L’ultimo capitolo di questo testo contiene un rituale completo per l’evocazione degli angeli preposti al dominio dei quattro punti cardinali denominati "parti del mondo" o "torri".
Significati simbolici ed esoterici
Il rapporto dell’uomo con la magia affonda le sue radici in tempi antichissimi e ha rappresentato da sempre la possibilità di poter in qualche modo modificare la realtà e la percezione della stessa. Tutto questo non in maniera casuale ma cercando di convogliare la potenza derivante dalla magia per scopi benefici o malefici. Ecco, dunque, che a un certo punto è nata la necessità di codificare le pratiche destinate a questi scopi. Queste conoscenze ovviamente avevano un retaggio proveniente spesso da una tradizione antica, iniziatica e misteriosa.
I grimori, per esempio, a un certo punto hanno assolto proprio questa funzione; in particolare i manoscritti riguardanti le Chiavi di Salomone hanno una caratteristica importante sulla quale bisogna soffermarsi.
Nel gergo comune e nell’immaginario collettivo le chiavi servono per aprire le porte e non a caso anche in questo contesto hanno simbolicamente la medesima funzione: spalancare le porte di una nuova dimensione o comunque diversa rispetto alla realtà.
Ecco perché poi, a ben vedere, nei medesimi manoscritti si parla di sigilli, ossia le fessure nelle quali, utilizzando le giuste chiavi, si arriva a una diversa consapevolezza.
Come è ovvio non è necessario solo avere la chiave giusta e individuare il giusto sigillo per aprire la porta su una percezione differente, ma bisogna sapere anche in che modo e in che direzione girare la chiave. Questo è codificato nei manoscritti attraverso i cosiddetti rituali magici.
Nello specifico poi bisogna far riferimento in maniera simbolica a quello che rappresentano la figura di Salomone, il tempio di Gerusalemme e le connotazioni cabalistiche e numerologiche del numero 72.
Salomone era il figlio di Re David e oltre a essere autore di alcuni libri della Bibbia era noto e riconosciuto per la sua sapienza. Inoltre ha costruito il primo tempio di Gerusalemme nel 967 a.C. A livello religioso, ma anche simbolico ed esoterico, il tempio rappresenta il corpo dell’uomo, ossia l’involucro all’interno del quale però è costudito il sacro ovvero l’anima, proprio come il tempio di Gerusalemme custodiva il sancta sanctorum; ecco perché deve essere solido ed ecco perché numerosi passi della Bibbia si soffermano sulla sua costruzione e sulle dimensioni.
Risulta, pertanto, significativo ed enigmatico che secondo quanto riportato nel testo della Chiave di Salomone lo stesso abbia costretto 72 demoni a dare un contributo nella costruzione del tempio. Secondo quanto riportato nella Bibbia la costruzione fu affidata a un certo Hiram Abiff che è diventato poi una figura leggendaria soprattutto nella tradizione massonica. Secondo la versione della storia utilizzata nel tradizionale rituale massonico, l'architetto Hiram Abiff è stato ucciso da tre operai che lavoravano alla costruzione del tempio, nel tentativo di estorcere informazioni segrete proprio in merito alla costruzione. Hiram non rivelò nulla e da allora si è creato il mito della “parola segreta” che in ambito massonico è nota come” parola perduta” e nella Cabbala come il “nome ineffabile”. “Nome ineffabile”, stranamente ma non tanto, viene nominata, come abbiamo visto in apertura, anche nel prologo della Chiave di Salomone quando si parla di “l'ineffibile conoscenza di tutte le cose”.
Non di poco conto e sorprendente risulta poi il parallelismo riguardante il numero 72: i cabalisti medievali attribuivano al nome di Yahweh 72 lettere e ritenevano anche che 72 fossero i nomi divini.
Infine poi, come stabilito anche nei manoscritti in oggetto, il cerchio e il triangolo sono due elementi fondamentali utilizzati per l'evocazione proprio dei 72 spiriti. Il mago deve stare all'interno del grande cerchio e lo spirito si crede che debba comparire nel cerchio all'interno del triangolo; anche il "Pentacolo di Salomone" serve a costringere gli spiriti evocati a comparire al suo interno.
A questo punto, però, forse meglio fermarsi qui: un passo oltre e si varca pericolosamente la soglia della realtà per giungere al confine nebbioso della magia.