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Notizie ANSA

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Wikileaks “scopre” il materiale atomico della Trisaia N.91 24/09/2011

Grazie Wikileaks, ma francamente già si sapeva. Non ci voleva certamente il database di Julian Assange per scoprire che il Centro ricerche della Trisaia di Rotondella, in provincia di Matera, fosse un sito di stoccaggio di scorie radioattive. In questi giorni, infatti, sono stati resi noti una serie di cablogrammi tra la Sogin, ossia la società che si occupa della gestione delle scorie dell’Itrec, e un'agenzia governativa statunitense. Alcuni file, inoltre, riguardano la corrispondenza istituzionale tra Gianni Letta, sottosegretario alla presidenza del consiglio, e Ronald Spogli, ex ambasciatore americano. I documenti divenuti di pubblico dominio che interessano la Basilicata sono parte integrante del grande contenitore di Wikileaks (dall'inglese "leak", ossia fuga di notizie); questa è un'organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto di stato, militare, industriale e bancario per poi caricali sulla propria piattaforma internet. Grazie all’hacker giornalismo di Wikileaks ora è possibile conoscere con precisione anche l’entità della presenza dell’uranio stoccato a Rotondella. In particolare emerge che nel centro lucano sono conservati 15.398,4 grammi di uranio "fresh", ossia puro, e 92.414,2 grammi di materiale irradiato. Ci sono, inoltre, quantitativi di uranio a basso arricchimento (2.754 grammi), di uranio impoverito (6.069 grammi) e uranio naturale (1.114.042,8 grammi). Insomma uranio in tutte le salse. Ciò che preoccupa di più, però, è la conferma della presenza di uranio altamente arricchito, idoneo cioè alla costruzione di ordigni nucleari. A posteriori, dunque, la decisione del 2003 dell’allora governo Berlusconi di creare a Scanzano, ossia a pochi chilometri da Rotondella, il deposito nazionale delle scorie era perfettamente in linea con la preesistente massiccia presenza nella zona di materiale atomico. L’impianto ITREC (Impianto TRattamento Elementi Combustibile), realizzato nel periodo 1965-1975, ha svolto nel 1978 una campagna di prove dell’impianto di riprocessamento su 20 elementi di combustibile irraggiato provenienti dal reattore di Elk River (USA). Da allora il materiale è rimasto nel centro perché gli americani hanno sempre osteggiato il ritorno in patria. Ecco spiegati i cablogrammi con l’ambasciata americana. Tra il 1995 e il 1997, inoltre, nel centro si è proceduto alla solidificazione, mediante cementazione, di 80 metri cubi di rifiuti radioattivi liquidi a bassa attività, con la produzione di 435 manufatti di seconda categoria da 485 litri. Successivamente è stata eseguita la cementazione dei rimanenti rifiuti liquidi, inclusi quelli a più elevata radioattività, con la produzione di 335 manufatti. Sull’impianto, oltre agli elementi di combustibile non riprocessati del reattore Elk River, sono presenti ancora allo stato liquido 2,7 metri cubi del prodotto finito rivenienti dalle operazioni di riprocessamento effettuate. Alla luce delle ultime notizie trapelate si spiega il decreto di VIA del marzo scorso per la realizzazione dell’Impianto per il condizionamento del prodotto finito (Icpf) progettato dalla Sogin e destinato a trattare e stoccare temporaneamente i rifiuti radioattivi, nonché a realizzare un deposito temporaneo per i manufatti di III categoria risultanti dal processo di cementazione. Proprio in questi giorni il CIPE ha dato corso alla delibera per ripartire le risorse compensative per gli anni 2008 e 2009 a favore dei territori ospitanti impianti nucleari. Nel caso della Basilicata il Ministero dell'ambiente ha proposto una ripartizione che assegna 2 milioni e 300 mila euro  tra i comuni di Rotondella (50%), Policoro, Nova Siri, Tursi  e l'amministrazione provinciale di Matera. Esiste, comunque, un aspetto spesso sottovalutato. La presenza di questo materiale rende il centro Enea un obiettivo altamente sensibile. Ci sono misure di sicurezza concrete e idonee per custodire il regalino che ci è stato fatto dagli Stati Uniti?

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.91 24/09/2011