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Notizie ANSA

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Montescaglioso benedice il ''giardino dei bambini non nati'' N. 71 23/04/2011

La suite teatrale “Il giardino dei pompelmi di luna” di Federico Garcia Lorca è la rappresentazione del giardino delle possibilità, il giardino di ciò che non è ma poteva (e a volte avrebbe dovuto) essere, il giardino dei bambini che non sono nati. Il dolore intimamente legato alla perdita di un figlio mai nato è un avvenimento drammatico, spesso celato, quasi a voler preservare il valore procreativo della donna. Il comune di Montescaglioso, in provincia di Matera, ha deciso di realizzare in un'area specifica del cimitero cittadino il cosiddetto ''giardino dei bambini non nati'', dove seppellire le spoglie in seguito a un'interruzione di gravidanza volontaria, spontanea o terapeutica. L’area adibita a questo scopo è stata benedetta il 14 aprile da monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo di Matera. L’iniziativa è stata voluta dal sindaco facente funzioni, Vincenzo Zito, e dall’assessore alle politiche sociali, Rocco Luigi Ditaranto. I due amministratori hanno sottolineato che la realizzazione del “giardino dei bambini non nati” è stata decisa in attuazione della legge e non intende innescare una battaglia ideologica né colpevolizzare le donne che hanno scelto di abortire. L’idea, in verità, non è nuova. In Italia esistono già altre aree di questo genere, in particolare nei cimiteri di Cremona, Busto Arsizio, Agrigento e Padova. L’iniziativa è destinata, però, a lasciare uno strascico di polemiche; sul sito internet www.montescaglioso.net il 43% degli utenti la giudica ipocrita, squallida e scandalosa, a fronte del 23% che la ritiene, invece, un’ottima idea. La realizzazione del progetto comporta, comunque, una serie di problematiche di carattere etico ma anche legale e procedurale. Le disposizioni di legge prevedono, infatti, espressamente la tutela del diritto dei genitori al commiato dal frutto del concepimento”; questo, su espressa richiesta degli stessi (art. 50, 3° comma, D.P.R. 285/90), può essere seppellito e sottratto, dunque, allo smaltimento per termo-distruzione come “rifiuto sanitario” (art. 2, lett. h, D.P.R. 254/03). La verità è che pochi genitori sanno che loro previa richiesta, entro le 24 ore, possono chiedere agli ospedali la consegnare dei corpicini per la sepoltura. Non è un segreto che in tutta Italia, in decine di ospedale, questi corpicini anziché essere consegnati ai genitori o essere smaltiti come “rifiuti ospedalieri speciali”, siano venduti, invece, sottobanco ad aziende di prodotti cosmetici per gli usi più disparati. Un altro problema, non di poco conto, riguarda il rispetto della privacy, poiché comunque potrebbero essere rese note informazioni sensibili di carattere sanitario. Non mancano, inoltre, dei risvolti più propriamente di natura religiosa poiché sarebbe necessario allestire un’apposita area del cimitero per le anime non battezzate, indipendentemente se si tratti di feti o di persone adulte. Scrive Orianna Fallaci nelle battute finali del suo libro - Lettera a un bambino mai nato - : “Perché avrei dovuto, mi chiedi, perché avresti dovuto? Ma perché la vita esiste, bambino! Mi passa il freddo a dire che la vita esiste, mi passa il sonno, mi sento io la vita. Guarda si accende una luce. Si odono voci. Qualcuno corre, grida, si dispera. Ma altrove nascono mille, centomila bambini, e mamme di futuri bambini: la vita non ha bisogno né di te né di me. Tu sei morto. Forse muoio anch'io. Ma non conta. Perché la vita non muore”.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N. 71 23/04/2011