Venerdì, 29 Marzo 2024

Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012

Attualmente redattore del mensile Mistero

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I consorzi senza industrie

Di che colore è il cavallo bianco di Napoleone? Bianco. Si potrebbe rispondere in coro, un po’ seccati e ammiccando. L’ovvietà è palese. Di che cosa si occupano i consorzi industriali della Basilicata se nel frattempo non ci sono più industrie sul territorio? Questa volta la risposta dall’ovvietà potrebbe sfociare nel paradosso.

Cosa sono

Sul territorio regionale sono presenti il consorzio industriale della provincia di Potenza e quello della provincia di Matera. Questi organismi sono enti pubblici economici di promozione dell'industrializzazione e dell'insediamento di attività produttive nelle aree del proprio comprensorio e operano per il perseguimento dei fini istituzionali, in forma imprenditoriale, mediante atti di diritto privato, anche attraverso la costituzione o la partecipazione a società o consorzi per la gestione dei servizi consortili. Svolgono, inoltre, attività negoziale nella contrattazione programmata nazionale e regionale. Va bene, alla domanda testé posta si potrebbe obiettare dicendo che sebbene le industrie non ci siano, comunque questi organismi svolgano un’azione di promozione per le attività industriali prossime all’insediamento.

La situazione di crisi

I numeri, però, asetticamente dicono altre cose. La Basilicata ha il tasso d’imprenditorialità tra i più bassi d’Italia. C’è dell’altro: scarsa propensione all’internazionalizzazione, aziende troppo ancorate alla spesa pubblica e al mercato interno, crollo dell’erogazione di prestiti bancari ed emorragia di posti di lavoro, soprattutto nel settore dei servizi. Ritratto di un’economia lucana malata e in piena recessione. Nel 2011 il volume di produzione industriale ha fatto registrare il -4,3%. A fine 2011 la recessione ha interessato il 58% d’imprese manifatturiere. La crisi e il clima di sfiducia hanno determinato una sensibile riduzione della nascita di nuove aziende. La Basilicata è al penultimo posto in Italia per tasso d’imprenditorialità. La bassa propensione a “fare impresa” contribuisce ad accentuare il fenomeno dell’invecchiamento della compagine imprenditoriale con evidenti problemi di ricambio generazionale che si tradurranno nella chiusura di molte aziende, soprattutto nel comparto artigianale.

Cosa (non) fanno

Si, però, tutto questo non è importante: ci sono i consorzi industriali. Ci sono, ma forse non si vedono né si sentono. In Basilicata esistono nove leggi regionali che si occupano della regolamentazione dei consorzi. Ben 14 le aree industriali: 9 in provincia di Potenza e 5 nel materano, con un numero di lotti liberi esagerato e con tante fabbriche che sono diventate monumenti di archeologia industriale. Alcune di queste aree sono ancora da bonificare, come nel caso di Tito e della Valbasento. Il consorzio della provincia di Potenza è in fase commissariale da alcuni anni; nel 2010 la giunta regionale ha nominato il commissario straordinario nella persona dell’ex consigliere regionale Donato Salvatore con stipendi adeguati al ruolo svolto e premialità aggiuntive. Nello stesso tempo, però, la società che eroga servizi, il Consorzio Argaip, nell’indifferenza generale paga a singhiozzo gli stipendi dei dipendenti. Un ente in crisi di per sé che deve trovare risposte alla crisi economica generalizzata. L’ennesimo paradosso. Per il consorzio della provincia di Matera, invece, proprio in una recente nota dell’assessore regionale alle attività produttive, Marcello Pittella, sono stati prospettati tre assi operativi: aeroporto di Pisticci, investimenti nelle aree industriali e fotovoltaico. Anche in questo caso la gestione è commissariale e poco o niente è stato fatto. Carrozzoni pubblici foraggiati con risorse finanziarie che in tempi di crisi, invece, bisognerebbe lesinare. La giunta regionale lucana, nel frattempo, ha messo a disposizione sedici milioni di euro per dare una bella boccata d’ossigeno alle aree industriali. Soldi pubblici per l’industrializzazione, passando attraverso chi dovrebbe favorirla. Accertato, dunque, che il cavallo bianco di Napoleone è davvero bianco, di che colore, invece, è la crisi nera del comportato industriale lucano?

 

Pubblicato sul settimanale L'Altravoce N. 6 16/06/2012