Martedì, 03 Dicembre 2024

La stirpe maledetta dei Cagòts: perseguitati e dimenticati dalla storia o iniziati luciferini? - Giuseppe Balena

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Notizie ANSA

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La stirpe maledetta dei Cagòts: perseguitati e dimenticati dalla storia o iniziati luciferini?

L’inferno sta tutto intero in questa parola: solitudine”. In questa citazione di Victor Hugo si potrebbe condensare il senso fondamentale della nuova fatica letteraria dal titolo “I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagòts” edito da Edizioni L’Età dell’Acquario e scritta della coppia torinese Enrica Perucchietti e Paolo Battistel.

Il libro è il risultato di un’indagine accurata e periscopica che mette a frutto il background di conoscenze degli autori su argomenti affascinanti e allo stesso tempo di frontiera.

Enrica Perucchietti si è laureata alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Torino con una tesi di ricerca sull’alchimia nell’ambito del corso di studi in storia delle religioni; ha frequentato la Facoltà di Teologia e si è si specializzata in esoterismo. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni e attualmente collabora con la rivista Mistero e con l’omonima trasmissione televisiva di Italia Uno. Formazione curriculare simile anche per il coautore Paolo Battistel; laureato in filosofia con una tesi in mitologia, vive e lavora a Torino dove svolge attivamente la professione di scrittore; anche egli attualmente è collaboratore del mensile e della trasmissione Mistero.

Il saggio può essere considerato la naturale continuazione del precedente libro pubblicato dai due autori dal titolo “Il sangue di Caino” (edito da Terre Sommerse, 2014). Anche in questa occasione il materiale raccolto nella fase preparatoria alla pubblicazione è esposto ai lettori con una formula innovativa: la struttura del saggio di approfondimento con una corposa documentazione a sostegno delle teorie proposte e il tutto intrecciato in un’avvincente trama narrativa. Insomma un saggio che è riduttivo definire storico, con sfumature ed elementi esoterici e della mitologia, ma che si legge come un romanzo.

Un’operazione perfettamente riuscita a dispetto dell’argomento poco conosciuto e che si sviluppa in un orizzonte ampio e pregno di collegamenti concettuali che, senza esagerare, si potrebbero definire in termini moderni anche ipertestuali.

Chi erano i Cagòts?

I Cagòts per secoli sono stati considerati una stipe maledetta e perseguitata; il mistero primario riguarda proprio le loro origini avvolte nella nebbia inestricabile di un passato remoto. A più riprese e in vario modo si è cercato di cancellare ogni traccia della loro esistenza. Il motivo di tutto questo resta sconosciuto ed enigmatico e poco chiaro.

Un dato storicamente accertato è la loro presenza lungo i Pireni. Le fonti medievali ne parlano come gente umile che svolgeva prevalentemente alcuni lavori specifici: costruttori, carpentieri, tagliatori di pietre e fabbri. Lavori che per l’epoca era di grande responsabilità e in alcuni casi di prestigio. Già questo è un elemento antitetico rispetto alla loro condizione di emarginazione.

Da sempre, infatti, sono stati isolati e trattati come intoccabili, rendendoli oggetto di disprezzo e intolleranza. Intoccabili perché, sebbene, emarginati comunque non potevano essere oggetto di maltrattamento; ma intoccabili anche proprio dal punto di vista fisico. Da sempre, infatti, erano considerati portatori della lebbra.

Nei secoli, inoltre, si sono alternate varie dicerie sulle loro origini; di volta in volta erano considerati i discendenti degli ebrei, dei catari, di Caino, delle Lamie e persino di Lucifero.

I figli di Lucifero

Proprio considerando quest’ultimo attributo l’intera vicenda diventa interessante poiché ci si addentra negli aspetti più propriamente esoterici, in particolare quando si prospetta il possibile collegamento con una stirpe di esseri umani accusati di essere il frutto dell’unione tra uomini e demoni: i figli di Lucifero.

Forse proprio per questo, come segno d’infamia, dovevano portare cucita sul petto o sulla spalla destra una zampa d’oca dipinta in rosso e in testa un berretto tipico delle confraternite e degli iniziati. Una condizione dicotomica di certo unica nel suo genere.

Insomma dei paria messi al bando: perseguitati ma intoccabili, maledetti ma temuti.

Erano accusati, infatti, di avvelenare i pozzi, di fare malefici e perfino di praticare la stregoneria. La loro emarginazione passava anche attraverso l’individuazione e il discredito per alcune precise connotazioni fisiche: l'assenza di lobi alle orecchie, i piedi e le mani palmati e la presenza del gozzo. Si supponeva, inoltre, che emanassero un odore nauseabondo e alcuni documenti li descrivevano a volte bassi e bruni di colorito olivastro, talvolta alti e con gli occhi azzurri.

Su di loro pesavano molti tabù e varie prescrizioni e interdizioni dettate dalla superstizione: alcuni mestieri erano loro vietati, generalmente tutti quelli che avevano relazione con elementi ritenuti capaci di trasmettere la lebbra, come per esempio la terra, il fuoco e l'acqua; dovevano addirittura attingere l’acqua in fontane riservate esclusivamente a loro. Non potevano praticare l’agricoltura e tutti i mestieri che erano in rapporto con l'alimentazione. Non dovevano portare alcun oggetto tagliente, né armi né coltelli, ma curiosamente potevano esercitare la professione di chirurgo e paradossalmente erano ampiamente riconosciute le loro doti di guaritori. Le donne, in particolare, almeno fino al XV secolo ebbero il monopolio della primordiale professione ostetrica.

Oltre i Cagòts…

Fin qui tutto ciò che è documentato, ma il testo offre spunti di riflessione interessanti, addentrandosi nei meandri segreti di una vicenda che non lesina sorprese. Un saggio, dunque, ponderoso e ben documentato che traccia una strada maestra, sin ad ora poco battuta, ma dalla quale si diramano numerose vie di accesso complementari che si aprono su interrogativi interessanti.

Qual è il vero significato del gioco dell’oca e come questo è collegato ai Cagòts? Chi ha costruito la croce di Gesù? Quali sono gli elementi della triangolazione argomentativa che vede ai suoi vertici i Cagòts, la figura di Caino e quella dell’ebreo errante? Quali sono gli aspetti inediti sul vampirismo? Qual è il vero significato del simbolo delle corna? Volete sapere, infine, perché i Cagòts sono considerati i figli di Lucifero e non più “semplicemente” di Satana?

Interrogativi di una storia antica che nel corso dei secoli si è cercato di cancellare, ma che non ha perso la sua consistenza empirica e simbolica, utile per capire e decifrare il presente con le forme nuove di emarginazione e marginalizzazione; un paradigma sempre attuale per capire perché il diverso è trattato come diverso.

Ritornando a Victor Hugo: “La tenebra è uno specchio scuro nel quale il dannato vede i suoi misfatti; dappertutto si erge il suo rimorso; lungo il tetro cammino ognuno vede il suo crimine; lo stesso spettro fa dire a Nerone: «Madre mia!» E gridare a Caino: «Fratello!»”.