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“La brigantessa dalle lunghe trecce” trionfa a Bologna N.103 17/12/2011 - Giuseppe Balena

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“La brigantessa dalle lunghe trecce” trionfa a Bologna N.103 17/12/2011

“Brigantessa dalle lunghe trecce sono. Ho vagato per arbusti sin da quand’ero in fasce allattato alle spine del cielo lucano antico ho sognato tra i rovi l’ardimento che m’è schizzato dal cuore mezzo pietra e metà lingua ardente di fuoco. Son brigantessa dalle lunghe trecce…”. È questo l’incipit dell’opera con la quale la poetessa apulo-lucana, Antonella Pagano, ha vinto la XIII edizione del prestigioso premio “San Vitale”. La “Brigantessa dalle lunghe trecce” si è aggiudicato il 1° premio assoluto per la sezione teatro del concorso nazionale indetto in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, la Provincia e il Comune di Bologna e l’omonima Associazione Gruppo di Lettura “San Vitale”. La cerimonia di consegna del premio si è svolta sabato 3 dicembre nella storica Sala Silentium di Bologna. Il concorso nazionale di scrittura e di arti visive riservato alle donne quest’anno ha avuto come titolo “L’amore, la politica, l’arte, l’erotismo, il gioco. Quando la passione ha la meglio sulla ragione”. Il concorso promuove la creatività femminile, offrendo alle nuove scrittrici, la possibilità di mostrare quanto sia importante il talento delle donne nella scrittura e nelle arti visive, consentendo di volta in volta, a coloro che ottengono la pubblicazione dei testi premiati o segnalati, di proporsi all’attenzione del grande pubblico. Antonella Pagano, è nata a Palo del Colle, ma è lucana d’adozione e attualmente vive a Roma. Personalità poliedrica: drammaturga, poetessa, performer, giornalista e pittrice. È, inoltre, ideatrice del "Modello di Pedagogia dell'Arte che passa per la Creatività e conduce alla Bellezza”. Tale sistema è stato adottato da istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, da istituzioni culturali e da numerose biblioteche. Questo modello innovativo è stato insignito dalla Croce Rossa Italiana per “L’alto valore umanitario" e le Poste Italiane hanno concesso quattro Annulli Speciali Filatelici. L’autrice ha più volte rappresentato il Centro di Drammaturgia Europea di Potenza in giro per la penisola. È stata responsabile, dal 1982 al 2000, delle segreterie degli Assessorati alla Cultura, Pubblica Istruzione, Edilizia Scolastica, Cultura d’Impresa e Cultura delle Parità e Pari Opportunità della Provincia di Matera; dal 2004 ha lavorato presso il Comune di Roma ai Grandi Eventi e alle Politiche Giovanili della Cultura e rapporti con l’Università. È stata, inoltre, vincitrice del premio di poesia “Isabella Morra”. L’ultimo riconoscimento del premio “San Vitale” arriva per un componimento che trasuda in tutta la sua essenza la “lucanità” e la sua storia. L’opera è stata premiata con la pubblicazione e la messa in scena, dopo quella curata dalla stessa autrice nello scorso ottobre nell’ambito della rassegna organizzata dall’Enpals e dedicata alle autrici di teatro. È la rappresentazione di una donna che fugge per compiere il viaggio che le potrà garantire, a rischio della vita, la conquista con dignità dell’identità. Una figura femminile tipica e controversa dell’Italia post – unitaria. La Pagano continua a sorprendere con la sfida possente di mettere in scena l’arte e la vita allo stesso tempo, in una commistione di drammaturgia e poesia. Una peculiare riscrittura della figura della brigantessa, identità di donna da scoprire nella pienezza, nella definizione dell’identità da riacquistare per far riguadagnare la dignità, magari scoprendo persino le autentiche ragioni della ferocia e dell’efferatezza di alcune azioni. Una preziosa azione di revisionismo storico. Donne ignorate dalla storia, eppure indispensabili alla stessa, soprattutto a quella “minore”. Donne che hanno offerto senza esitazione e impavidamente le loro gambe per far correre le notizie purché giungessero ai combattenti. Donne belle - non solo brutte, come la cronaca dell’epoca preferiva dipingerle - che hanno dovuto nascondere le fluenti chiome in cappellacci e i corpi giovani in abbigliamenti maschili. Donne che hanno dovuto seppellire il romanticismo, la passione, gli ideali e l’identità civile per una causa più nobile. Il sesso “debole” al cospetto della forza della storia. Una presenza che la storia ufficiale ha cercato di cancellare e di dimenticare: “son brigantessa dalle lunghe trecce io che non conosco la carezza. Aooo! Ao! Per tutto il mondo adesso me ne vo’ se poi tutta la storia vuoi sapere infilati nel bosco e vienimi a vedere!”.

  

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.103 17/12/2011