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Anche a Palazzo San Gervasio arrivano i migranti N.69 09/04/2011 - Giuseppe Balena

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Anche a Palazzo San Gervasio arrivano i migranti N.69 09/04/2011

Qualcuno si doveva sacrificare. Ancora una volta la Basilicata risponde: presente. Palazzo San Gervasio, piccolo centro in provincia di Potenza con poco più di 5mila anime, dal 2 aprile ospita i migrati provenienti da Lampedusa dopo che hanno fatto scalo a Taranto. Sono già arrivate 523 persone, tutti tunisini, maschi tra i 18 e i 35 anni. Non si è trattato di una scelta spontanea, ma quasi di un’imposizione. In seguito, infatti, alla conferenza unificata stato - regioni il Viminale ha stilato il piano d’emergenza facendo appello alla sensibilità degli enti locali al fine di ospitare i migranti che in questi giorni arrivano senza soluzione di continuità e che l’isola di Lampedusa non può più contenere. In realtà, inizialmente si era parlato di ospitarli nell’ex caserma Lucania di Potenza, resa, però, indisponibile dal Ministero della Difesa; evidentemente la scelta di convogliare parte dell’esodo nel capoluogo di regione non era pienamente condivisa. Meglio, dunque, ripiegare sul piccolo centro della comunità montana dell’alto Bradano e “confinarli”, appunto, ai margini nord occidentale della regione. La decisione, sebbene in qualche modo attesa, è arrivata all’improvviso e ha colto tutti di sorpresa: non ci si sono stati grandi margini di trattative. Il governo, infatti, aveva la necessità urgente di dover provvedere a dare un’adeguata sistemazione a oltre 50mila profughi non solo libici. Nel giro di poche ore è stata allestita una tendopoli con 65 tende da sei a otto posti, grazie all’impegno della protezione civile e dei vigili del fuoco. Nell'area, spianata e attrezzata, sono stati portati anche due impianti elettrici completi e diversi lampioni da sistemare all'esterno delle tende. Il campo è stato allestito all’interno del centro immigrati che si estende su una superficie di oltre 12mila metri quadrati. La capienza massima del campo è di 512 posti e in caso d’emergenza potrebbe arrivare anche a 600. Originariamente la struttura era stata progettata per ospitare al massimo 200 persone. Lo stesso centro ha accolto per diversi anni numerosi immigrati provenienti prevalentemente dal nord Africa durante il periodo estivo della raccolta dei pomodori. L’anno scorso, però, è stato chiuso secondo quanto disposto dal sindaco Federico Pagano perché ritenuto non idoneo a garantire le condizioni igieniche sanitarie minime. A giungo, molto probabilmente, arriveranno comunque circa mille lavoratori stagionali che si troveranno a stretto contatto con i nuovi ospiti. Per fronteggiare la situazione si è costituito un coordinamento delle associazioni locali di volontariato (Ruah onlus, A.Mi. C.A., Torre Ardente, centro di Documentazione Associazione Michele Mancino, Caritas Interparrocchiale, Caritas Diocesana di Acerenza e Fighters). Intanto anche Bella e Muro Lucano hanno dato la propria disponibilità a ospitare intere famiglie. Resta un dubbio: si tratterà di un centro d’accoglienza o di un CIE, ossia di un centro d’identificazione ed espulsione? Per i pasti è stato calcolato che occorreranno circa quattromila euro al giorno e non si sa per quanto tempo. Sono spiccioli, comunque, se si considera che nel corso dell’ultimo decennio sono stati spesi circa 800mila euro per questa struttura che fino all’anno scorso era in pessime condizioni. Anche il sacrosanto spirito di solidarietà ha un costo per il quale sacrificarsi.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.69 09/04/2011