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Le discariche di Ferrandina: una, nessuna e centomila N.59 29/01/2011 - Giuseppe Balena

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Le discariche di Ferrandina: una, nessuna e centomila N.59 29/01/2011

Napoli dista da Ferrandina circa 230 chilometri. Tanti o pochi? La distanza tra due luoghi non può essere solo un mero fatto chilometrico, spesso è concettuale, s’insinua nelle possibili similitudini. Duecentotrenta chilometri, allora, sono tanti se si considera che la città partenopea ha 960mila abitanti e Ferrandina solo poco più di 9mila: due contesti urbani completamente diversi. Quella distanza chilometrica è, però, relativamente breve se si considera che a Ferrandina, oltre alla discarica comunale ormai satura, ne spuntano altre, disseminate nelle immediate vicinanze del centro abitato. Si tratta prevalentemente di discariche “fai-da-te”, alimentate soprattutto da conferimenti di rifiuti urbani. Non mancano, però, anche piccoli depositi di rifiuti di risulta derivanti dalle attività di demolizione e costruzione in ambito edilizio. Un primo punto di raccolta abusiva di rifiuti è situato nella contrada Santa Lucia, a pochissima distanza dal centro abitato. Sono presenti prevalentemente rifiuti urbani ma anche materiali elettrici di scarto, carcasse di televisori, schede e cavi elettrici. Ci sono, inoltre, rifiuti domestici di varia natura, anche piuttosto ingombranti. Prevalentemente parti smembrate di mobili e arredi domestici. Non mancano scatole e cassette per alimenti. Ci sono poi, elemento questo che desta molta curiosità, numerosi capi d’abbigliamento, gettati da poco e non eccessivamente consunti. Il posto in questione sembra un punto di raccolta abituale, utilizzato per buttare generalmente oggetti voluminosi che non entrano nei cassonetti. In prossimità di questa discarica si possono notare cumuli di terra rimossi di recente forse anche grazie all’ausilio di mezzi meccanici leggeri. E’, dunque, ipotizzabile la presenza di altri rifiuti sotto le montagnette artificiali di terra. Poco distante, percorrendo la stessa strada, si possono notare almeno altri due cumuli consistenti di materiali di risulta di attività edilizie. Per non farsi mancare niente e sentirsi un po’ più vicini a Napoli lo scenario si completa con gli immancabili pneumatici e contenitori di oli esausti. Un’altra “piccola” discarica è presente addirittura nel centro abitato, sotto un ponte nei pressi del centro trattamento acque reflue, a pochi metri da un’arteria stradale cittadina molto trafficata. La zona, però, dove c’è la maggiore concentrazione di raccolta abusiva di rifiuti è quella dei Casaleni. Sulla strada che dalla circonvallazione cittadina si snoda fino a sfociare in una zona con la presenza delle caratteristiche formazioni geologiche note col nome di calanchi ci sono ben due situazioni particolarmente gravi. Una riguarda un intero versante scosceso, dove sono visibili consistenti quantitativi di rifiuti; un’altra, ancora più preoccupante, è una buca di oltre 6 metri, peraltro non segnalata in nessun modo e pertanto molto pericolosa. In quest’ultimo caso i rifiuti spuntano dalla terra, quindi, è ipotizzabile che siano stati ricoperti in epoca passata. La situazione delle discariche a Ferrandina è pirandelliana: una, nessuna e centomila. Una è quella comunale, ossia quella regolare (sebbene nei mesi scorsi sia stata posta sotto sequestro per la mancanza dell’autorizzazione), nessuna se si guarda il contesto urbano con occhi distratti e iperbolicamente centomila se si esce solo poche centinaia di metri dal centro del paese.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.59 29/01/2011