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Ottavia un altro strano caso lucano N.24 08/05/2010 - Giuseppe Balena

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Ottavia un altro strano caso lucano N.24 08/05/2010

E’ un paese strano l’Italia, davvero strano. Il paese dei numerosi casi misteriosi ancora irrisolti. Un paese emotivo. L’emozione è quella che traspare sempre in prima battuta nell’immediatezza dei fatti. Poi la stessa scema gradualmente fino a perdersi nell’incedere frenetico ma ripetitivo dei giorni che si susseguono. Così per anni non si parla più per esempio del caso di Elisa Clpas o del mistero del caso Orlandi. Poi “improvvisamente” c’è la svolta come nel caso di Elisa. L’avverbio “improvvisamente” suona beffardo dopo anni d’inutili attese. Allora torna a montare nuovamente l’onda emozionale e per tutti Elisa Claps diventa semplicemente Elisa. S’innesca, quindi, uno strano fenomeno d’induzione tutto italiano. Si va alla ricerca in maniera certosina delle altre storie simili. Si rispolverano allora, ma solo allora, il caso dei fidanzatini di Policoro, del trasportatore Di Mare e si scopre, forse con un po’ di fastidio, che hanno un elemento in comune. Hanno tutti un unico scenario: la tranquilla Basilicata. E’ successa la stessa cosa per il caso della piccola Ottavia De Luise. Questa volta, però, i termini della vicenda sono a dir poco sconcertanti. La piccola Ottavia è proprio come l’inconsapevole Alice nel paese delle meraviglie. Il paese è Montemurro, un piccolo centro come tanti in provincia di Potenza. In questi giorni sono state riaperte le indagini per la scomparsa della dodicenne avvenuta il 12 maggio 1975 dopo un silenzio assordante di trentacinque anni. Per questo l’Italia è il paese delle meraviglie. Il sacrificio di Elisa Claps ha avuto un effetto domino devastante sebbene traslato nel tempo. La bambina scomparve in un piovoso pomeriggio di maggio mentre si recava dalla famiglia Rotundo in una masseria vicino ad Armento per avvisarli che la loro abitazione in paese si stava allagando. Sulla strada polverosa di quella masseria si perdono per sempre le tracce della piccola. Secondo la testimonianza della cugina Anna Lucia la piccola Ottavia spesso si intratteneva con Giuseppe Alberti anche noto come Peppino il Viggianese che all’epoca aveva 52 anni. L’uomo, oggi ormai deceduto, pagava ad Ottavia una piccola somma di denaro in cambio di carezze morbose. A detta di molti, però, il Viggianese non era l’unico nel paese a prestare attenzioni particolari alla piccola Ottavia. Una vergogna inaudita che fa venire i brividi e di cui si trova traccia all’epoca anche nel rapporto dei carabinieri dove si legge “De Luise Ottavia godeva di scarsa reputazione perché la sua condotta morale lasciava molto a desiderare”. All’epoca dei fatti si celebrò un processo frettoloso che finì con un niente di fatto a causa della mancanza della querela di parte della famiglia De Luise. Il caso ora si è riaperto ed è notizia dell’ultimora del ritrovamento di resti umani ancora da identificare in un pozzo all’interno della masseria dove la piccola presumibilmente si è recata per l’ultima volta. Ottavia aveva solo dodici anni e con i soldi dei suoi aguzzini comprava il gelato mentre avrebbe dovuto, a quell’età, solo leggere le favole, leggere per esempio le pagine di Alice nel paese delle meraviglie mentre di quel libro ha assaporato solo la lancinante ironia del titolo.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.24 08/05/2010