Venerdì, 29 Marzo 2024

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Digital divide la Basilicata è ultima N.111 18/02/2012

Ancora un primato per la Basilicata. Tanto per cambiare un primato negativo. Una regione con il primato dei primati negativi. La regione Basilicata, infatti, è ultima in graduatoria in fatto di alta velocità della rete internet. Al danno si aggiunge la beffa: l’ente di Via Verrastro sta per bruciare anche l’opportunità di colmare l’enorme “digital divide” che lo divide dal resto della penisola. L’ espressione “digital divide” indica il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso in modo parziale o totale. I motivi di esclusione comprendono diverse variabili: condizioni economiche, livello d'istruzione, qualità delle infrastrutture, differenze di età o di sesso, appartenenza a diversi gruppi etnici e provenienza geografica. Oltre a indicare il divario nell'accesso reale alle tecnologie, la definizione include anche la disparità nell'acquisizione di risorse o delle capacità necessarie a partecipare attivamente alla società dell'informazione. A puntare l’attenzione su questo problema è stato “Key4biz”, un autorevole quotidiano d'informazione e approfondimenti del settore delle telecomunicazioni e dei media. Secondo questa testata specialistica la banda larga in Basilicata è un vero miraggio. Tradotto in termini reali significa incapacità di usufruire dei servizi, dalla PA digitale ai social network, fino al commercio elettronico. Proprio in questi giorni a livello governativo si sta discutendo sugli investimenti nelle reti di nuova generazione con un corposo investimento di circa 254 milioni finanziati dalle regioni Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna e Molise. Qualcosa s’inizia a muovere? Pura illusione. Andiamo con ordine. Il 2 dicembre scorso l’Ufficio Società dell’Informazione della regione Basilicata ha pubblicato l’avviso di gara pubblica d’appalto per 18 milioni di euro con l’utilizzazione delle risorse FEARS (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale). Il bando di gara, a dispetto di ogni logica, mostra evidenti criticità. In primo luogo è stato pubblicato in assenza della mappatura del territorio, prerequisito fondamentale per identificare i diversi interventi (fibra, wireless, satellite). In secondo luogo impegna la totalità delle risorse FEARS unicamente per la cosiddetta “Soluzione A”, ossia quella per la realizzazione di un’infrastruttura di backhaul in fibra ottica (trasmissione voce e dati dal singolo alla cella che diffonde le onde radio). Infine, esclude esplicitamente la cosiddetta “Soluzione B”, indicando che “non saranno ammessi al finanziamento pubblico gli appalti da installare presso le utenze quali modem, CPE, antenne, parabole”. La regione ha in questo modo, di fatto, escluso il finanziamento della banda larga via satellite; questo compromette il principio europeo della neutralità tecnologica, rendendo, di fatto, il bando pressoché inutilizzabile. Dall’altro lato, invece, la regione ha identificato nella fibra ottica la tecnologia base sia per le aree rurali sia per i comuni minori, puntando sul fatto che questa tecnologia può rispondere ai requisiti dell'agenda digitale europea; occorre, però, lavorare perché la fibra sia integrata con le potenzialità delle connessioni mobili, identificando da subito le stazioni radio da potenziare. Il bando di gara finisce nella rete, ma no in quella per navigare. Ennesimo record: siamo ultimi anche nella formulazione dei bandi? È chiaro che lo stesso, così come formulato, non risponde neanche alle caratteristiche individuate dal piano nazionale per la banda larga. Il dirigente dell’Ufficio Società dell’Informazione della Regione Basilicata, Nicola Coluzzi, ha precisato: “La politica per il superamento del digital divide in Basilicata trova la sua attuazione nell’ambito di una ampia strategia sulla società dell’informazione in generale e nel piano per l’eliminazione del digital divide denominato -No Digital divide- in particolare. Detto piano, frutto di un intenso studio condotto dalla Regione Basilicata con la collaborazione di importanti esperti del settore, è culminato in un completo ed esaustivo documento che è stato approvato con delibera di giunta regionale del 12 maggio 2009”. Nonostante la collaborazione degli esperti, almeno in questo caso, non possiamo far valere il famoso detto biblico: “Gli ultimi saranno i primi”.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.111 18/02/2012