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Notizie ANSA

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Raffaele Tedesco: una voce del sud N.83 16/07/2011

Il suo cognome è Tedesco, ma il temperamento è tipicamente italiano. Ha fatto tappa a Pisticci, in provincia di Matera, nella splendida cornice di Piazza Cristo Re il tour “Ho un nome live Tour 2011” del cantautore lucano Raffaele Tedesco. La sua voce, a tratti graffiante, è stata accompagnata dai musicisti Francesco Canzoniero (batteria), Antonello Mango (basso), Rocco Lapadula (chitarra elettrica) e Franco Frezza (Piano, organo e tastiere). Ormai al suo quinto album, il musicista originario di Moliterno mescola sapientemente i suoi brani “Sei come sei”, “Cosa non darei”, “Ridere di me” e “Dove sei felicità” con escursioni artistiche originali nelle interpretazioni dei brani più famosi di artisti quali De Crescenzo, Dalla, Bertoli e Battisti. E’ proprio Lucio Battisti la sua stella polare. Infatti, dopo essersi diplomato come interprete di musica leggera al C.E.T (Centro Europeo di Toscolano) del poeta Mogol, Tedesco entra a far parte come interprete-chitarrista del gruppo vocale Cime di Rap, fondato dallo stesso Mogol. Si esibisce in diverse trasmissioni televisive (“Ci vediamo in TV” - Raiuno; “La vita in diretta” - Raidue; “Uno Mattina” - Raiuno) e in alcuni dei migliori teatri italiani (“Il Sistina” di Roma, “Il Biondo” di Palermo, “Il Goldoni” di Venezia, “Il teatro Romano” di Verona). Successivamente si dedica alla carriera di solista, con centinaia di concerti in tutta Italia. Nel 2003 esce il suo primo album “La Strada”, contenente dieci brani inediti. L’album è pubblicato per l’etichetta discografica “Ara Music”, fondata dallo stesso cantautore. Numerose le collaborazioni con musicisti affermati: oltre a Mogol, Mario Lavezzi, Karl Potter, Alfonso Deidda, Roberta Faccani (cantante dei Matia Bazar), Giuseppe Barbera (tastierista con Ornella Vanoni e Loredana Berté), Gianni Bella, Umberto Tozzi e Nathalie (vincitrice di X Factor 4). “Ho un nome Live” è il suo nuovo lavoro discografico, in vendita dal 14 maggio in versione digitale e tradizionale.

Come ha iniziato il suo percorso artistico?

Ho incontrato la musica all'età di tre anni. Era un festival canoro organizzato dalle maestre della scuola per l'infanzia; è stata la mia prima esibizione pubblica. Più tardi insieme con alcuni amici di Moliterno abbiamo formato un gruppo rock. Da qui è iniziato il tutto.

L’incontro più importante è stato certamente con Mogol, il mostro sacro della musica italiana. Che cosa ha rappresentato? Ci può raccontare un aneddoto?

Il C.E.T. di Mogol ha rappresentato molto per me. Confrontarsi con altri musicisti che venivano da tutte le regioni d'Italia è stato altamente formativo. Ricordo una cena insieme a Mogol e Clemente Mimun; mi chiesero di suonare le canzoni di Battisti. Mogol rimase sorpreso per il fatto che io conoscessi tutti i suoi testi a memoria, anche quelli meno famosi; alcuni brani, infatti, anche lo stesso Mogol li aveva quasi dimenticati. Siamo rimasti a cantare per ore.

“Ho un nome Live” è il suo nuovo lavoro discografico. Qual è il filo conduttore del progetto?

Sicuramente l'amore, sotto diverse sfaccettature. L'amore per la famiglia, per mio figlio, per la mia compagna, per i genitori e per gli amici. I nuovi brani parlano anche del rapporto umano tra le persone; questo credo sia un valore determinante della nostra esistenza.

Parliamo della sua doppia identità: si sente più interprete o più cantautore?

Sono nato come interprete. A undici anni ho iniziato a scrivere le prime canzoni. Oggi mi sento, però, semplicemente un musicista.

In quali momenti particolari trova l’ispirazione per scrivere?

Le mie canzoni nascono dal quotidiano, dalle cose che osservo durante le mie giornate. Compongo sempre prima la musica e poi i testi. "Piccola creatura", per esempio, uno degli inediti del disco, è dedicata al mio primo figlio. In questo caso è stata la musica a dettarmi le parole, con grande trasporto emotivo.

Quali sono i progetti per il futuro?

Innanzitutto promuovere con il tour in corso il nuovo album, almeno fino alla fine dell'anno. Per il resto ho diversi progetti, ma sarebbe prematuro parlarne oggi.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.83 16/07/2011