L'ironia musicale dei Vastax N.56 08/01/2011
Si colloca a metà tra l’ironico - rock e il sarcastico - pop il genere musicale di riferimento del gruppo materano dei Vastax. La verità è che la band musicale materana capeggiata da Franco Campagna, cantante e autore dei testi, non può essere per sua natura etichettata con un genere musicale ortodosso. Originali a tal punto da poter essere accostati alla ben più famosa band di Elio e le storie tese. La lunga carriera di Campagna e dei suoi amici inizia nel lontano 1982 con l’incisione del loro primo album dal titolo “Money Money”, seguito l’anno successivo da altri due album “Live in Pantano” e “Come ti voleve mungere”. Una lunga carrellata di canzoni con doppi sensi, pittoreschi personaggi locali e descrizioni di situazioni paradossali, sapientemente conditi in rima. Del 1998 è, invece, la pubblicazione del volumetto "AVASTAX" - 35 liriche per i Vastax più una favola in omaggio - per la casa editrice BMG. Dopo tredici anni di standby, l’ultimo album è del 1997 dal titolo “Ognuno ha il proprio filobus”, in questi giorni è in uscita il nuovo album intitolato “Se ci fosse ancora la lira sarei tuo marito – canzoni a piacere al tempo dell’euro”. “Il guardiano del farro”, “Fornaio, triste e solitario”, “Le cosce al mare” (remake di una vecchia canzone) e “Salotto decotto” sono alcuni titoli del nuovo lavoro. Una dura verità emerge proprio dal testo “Salotti decotti”: “Non esistono più salette e salotti… gli operai saranno ibernati come merluzzi da capitan Findus Natuzzi”.
Vastax. Che cosa significa questo nome?
Deriva dal termine vastaso, un uomo rozzo poco educato, ma anche uomo di fatica per intenderci un facchino. Nella tradizione materana il termine vastaso indica, inoltre, le persone che negli anni 70 il 2 luglio proteggevano il carro trionfale della Madonna della Bruna.
Com’è nata l’idea di fondare questo gruppo?
Il gruppo è stato fondato nel 1982 per puro spirito di divertimento. I testi delle canzoni prendevano spunto da fatti reali ed erano dedicate ai nostri amici più cari. La formazione originaria del gruppo era composta da Franco Campagna (autore dei testi), Pino Oliva (autore delle musiche), Enzo Melasi (chitarra acustica e poi sassofoni) e Giovanni Acito (batteria elettrica); successivamente nel 1988 si è aggiunto Niccolò De Ruggieri, apportando un contributo fondamentale al gruppo; non dimentichiamo altri componenti come Mimmo Genchi (basso elettrico), Gigi Esposito (batteria) e Michelangelo Camardo (chitarra elettrica) che hanno collaborato con noi nel corso degli anni.
Quali sono i riferimenti musicali nella vostra produzione passata e recente?
Siamo cresciuti con le canzoni di Lucio Battisti e Franco Battiato; per quanto riguarda la musica straniera i nostri gruppi di riferimento sono stati i Talking Heads, i Police, i Cure, Pink Floyd.
In questi giorni, dopo tredici anni, è in uscita un nuovo cd. Quali sono i motivi di questa réunion?
Non ce ne sono di particolari. Abbiamo sentito semplicemente un forte desiderio di ritrovarci per raccontare altre storie divertendoci, ma soprattutto con l’intento di divertire i nostri ascoltatori. Nel frattempo in questi tredici anni ognuno di noi ha avuto esperienze musicali con altri gruppi. Pino Oliva ha inciso cinque cd con il musicista jazz Dino Plasmati, che tra l’altro è una delle special guest del nostro nuovo cd; Niccolò De Ruggieri e Pino hanno suonato inoltre con Gli Aggiustati e Jo e i suo i Fratelli. Franco Campagna ha partecipato a vari progetti, tra i quali Hiroscimmia, Lotar 2 insieme a Leonardo Centola e una fugace collaborazione con il compositore di colonne sonore Peppino De Florio, entrambi special guest nel nostro nuovo lavoro.
Qual è il filo conduttore presente in questo nuovo lavoro?
Si parla principalmente dell’avvento dell’euro e quindi di tutti i problemi connessi all’introduzione della nuova moneta: la scomparsa della classe media borghese, l’aumento dei prezzi incontrollati e le speculazioni. In sintesi come dice il titolo stesso del lavoro – se ci fosse ancora la lira sarei tuo marito – canzoni a piacere al tempo dell’euro.
C’è un mistero nella storia dei Vastax. A memoria d’uomo non si ricordano concerti live del vostro gruppo. E’ vero? C’è qualche possibilità per il futuro?
Effettivamente i Vastax è un gruppo che si vergogna e per timidezza non amano suonare in pubblico. I concerti live in passato sono stati molto pochi, forse una decina in quasi trenta anni di carriera. Chissà per il futuro, magari sotto l’effetto di sostanze stupefacenti quali rosmarino, salvia e origano, potrete vedere ed ascoltare i Vastax “dal vivo” e non più “dallo svenuto”.
Pubblicato sul settimanale Il Resto N.56 08/01/2011