Un tuffo nel passato N.12 13/02/2010
Era l’agosto 2009 quando a Ferrandina, grazie al patrocinio dell’amministrazione comunale, ha aperto i battenti la mostra museo permanente della civiltà contadina e mestieri antichi presso un sottano, inserito nel palazzo gentilizio della famiglia nobile Trifogli-Saggese, ristrutturato per l’occasione dal volitivo Mario Pallota. A distanza di qualche mese dall’apertura il bilancio delle visite è più che positivo, come può confermare lo stesso Pallotta appassionato e studioso di usi e costumi di un tempo. Entrando nei locali del museo si possono ritrovare le proprie radici nell’austera rigidità dei manufatti di un tempo. Sembra veramente di fare un salto nel tempo addentrandosi nei tre comparti naturali che costituiscono il locale dove è possibile il nostalgico ritorno al passato. La parte anteriore ospita gli attrezzi degli antichi mestieri come il falegname, calzolaio, fabbro e non poteva certamente mancare la caratteristica sedia del vecchio barbiere intorno alla quale si sprecavano le dicerie, le calunnie e i pettegolezzi del piccolo borgo; nella parte mediana, invece, è possibile visionare un caratteristico aratro di un tempo e gli attrezzi agricoli che hanno accompagnato le fatiche dei nostri padri; infine nella parte più interna, dov’era la cantina, sono presenti le giare e gli oggetti in terracotta di fondamentale importanza per la conservazione del cibo. Particolare e degno di nota è l’enorme cassone (casciòun) utilizzato come contenitore di grano, cereali e legumi. Una peculiarità assoluta, invece, è rappresentata dalla stampa introvabile della Madonna degli Ulivi di fine settecento venerata solo a Ferrandina. Il museo, giorno dopo giorno, si arricchisce sempre di nuovi oggetti che riemergono dalle indistinte memorie di un tempo grazie all’apporto di privati cittadini. Un museo in divenire dunque, un museo del passato per il futuro. Proprio per questo motivo è necessaria una sede più idonea al fine di dare il meritato risalto ai singoli oggetti presenti. In tal modo questo spazio potrebbe diventare un formidabile laboratorio per percorsi didattici tematici per le scuole. Una buona occasione per riascoltare magari il suono della bacchetta del vecchio telaio utilizzato per produrre la Felandina, il pregiato tessuto della zona conosciuto in tutto il sud Italia. E’ possibile visitare la mostra permanente ubicata a Ferrandina in Via Mario Pagano n. 83 prenotando al numero 0835 555759 del sig. Mario Pallotta.
Pubblicato sul settimanale Il Resto N.12 13/02/2010