Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012
Attualmente redattore del mensile Mistero
rivista dell'omonima trasmissione televisiva di Italia Uno
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«Vedere ciò che si trova davanti al nostro naso richiede un impegno costante» George Orwell.
Nella società democratica le opinioni, le abitudini e le scelte delle masse vengono indirizzate, spiegava nel 1928 Edward Bernays – considerato il fondatore delle Pubbliche Relazioni e l’ideologo degli attuali spin doctors − da un «potere invisibile che dirige veramente il Paese». Nel suo saggio Propaganda, Bernays spiegava che nei sistemi democratici la propaganda è fondamentale per “dare forma al caos”: per evitare che la democrazia ci porti al caos e alla paralisi sociale, un “governo invisibile” manipola, le opinioni, le abitudini e le scelte dei cittadini, lasciando a costoro l’illusione di essere liberi.
La lezione di Bernays, in estrema sintesi, è che ai metodi repressivi si preferisce affiancare la manipolazione “dolce” volta a far credere ai cittadini che costoro siano liberi di scegliere quando invece le loro decisioni vengono orientate dall’alto. Questo processo nei decenni ha portato alla costituzione di una “scienza della manipolazione” di sconcertante raffinatezza che riesce a influenzare comportamenti e modi di essere, a volte senza nemmeno dover fare uso della coercizione fisica. Il potere oggi, per risultare maggiormente efficace, preferisce infatti rimanere “nell’ombra”, manipolando da dietro le quinte i sentimenti e la mentalità di massa senza dare l’impressione di farlo.
Qualcosa, però, di questo meccanismo, oggi sembra essersi inceppato: la manipolazione costante e capillare dell’opinione pubblica ha raggiunto al contempo il suo apice e forse il suo declino.
La frattura tra il potere “democratico” e la base della popolazione è sempre più drammatica, perché sempre più evidente è la diseguaglianza economica e sociale che certe politiche basate sull’austerity, il mondialismo e la globalizzazione hanno portato. Stiamo inoltre assistendo a una erosione capillare di tutte le identità forti, alla costituzione di una società sempre più liquida e a una generalizzata perdita dei valori che stanno comportando uno spaesamento collettivo e come reazione la diffusione dei cosiddetti “populismi”.
La popolazione sta infatti iniziando ad acquisire la capacità e la volontà di andare oltre l’apparenza per capire meglio gli avvenimenti e la loro genesi. Sempre più persone iniziano a informarsi in modo alternativo rispetto ai classici media di massa: il problema per loro è trovare un “contenitore” in cui poter recuperare notizie e fonti attendibili che non scadano nel becero cospirazionismo.
Il Blog Revoluzione nasce con un obiettivo ben preciso: la ricerca della migliore produzione giornalistica ed editoriale dedicata alla libera informazione. Il fine è formare una squadra di pensatori indipendenti che sia solidale e che faccia fronte unico contro la narrativa mainstream, rifuggendo da protagonismi o dal clamore del sensazionalismo.
Il nostro scopo è informare in modo corretto e attendibile per offrire quelle informazioni che il potere volutamente nasconde. L’intento è quello di offrire un canale di informazione unico nel suo genere, ove si possano approfondire quei modelli sociali, culturali, filosofici, economici, politici che si affermeranno nel futuro e al contempo renderli fruibili al grande pubblico.
Ci rivolgiamo a quanti vogliono emanciparsi da questo meccanismo per liberarsi dal giogo del controllo e della manipolazione. Il cambiamento passa anche attraverso la conoscenza. L’obiettivo è conseguire una rivoluzione interiore che possa fungere da punto di partenza per un’evoluzione collettiva globale. Siamo convinti che partendo dall’evoluzione interiore del singolo si possa trasformare l’intera società in un mondo nuovo e migliore in cui essere realmente liberi di pensare, di scegliere, di agire.
Dobbiamo essere consapevoli di essere immersi quotidianamente nella propaganda e che se non vogliamo ritrovarci in una società distopica come quelle immaginate da saggisti e romanzieri visionari (da Aldous Huxley a George Orwell), siamo ancora in tempo a “svegliarci” e riappropriarci del nostro futuro, sapendo che anche la libertà, come la verità, richiede un impegno costante.
Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi potrebbe sembrare un nome qualunque, eppure forse non tutti sanno che dietro questo appellativo, all’apparenza vagamente aristocratico, si nasconde uno dei più importanti artisti del Rinascimento italiano. Stiamo parlando di Sandro Botticelli. L’impronta artistica che ha lasciato resiste nei secoli: quando si parla di primavera o di bellezza per una libera associazione di pensieri la mente corre subito ai suoi dipinti più famosi, ossia alla Nascita di Venere e alla Primavera. Botticelli, però, non è stato solo questo: è possibile rintracciare significati nascosti ben oltre il canone della bellezza estetica che trasuda dalle sue opere.
Prima di capire quali sono i punti più controversi che si prestano a varie interpretazioni relativamente alle opere più importanti e che denotano una certa predilezione dell’artista nei confronti di alcune particolari tematiche esoteriche, vediamo più da vicino chi era Sandro Botticelli.
La vita
Nacque a Firenze nel 1445 in via Nuova, oggi Via del Porcellana, ultimo di quattro figli maschi crebbe in una famiglia modesta ma non povera, mantenuta dal padre, Mariano di Vanni Filipepi che faceva il conciatore di pelli. Secondo alcuni documenti di famiglia è possibile desumere che abbia avuto un'infanzia malaticcia che gli avrebbe plasmato poi un carattere introverso, leggibile anche in alcune sue opere dal tono malinconico e assorto.
Il fratello Antonio era orefice di professione (battiloro o battigello), per cui è molto probabile che il giovane Sandro abbia ricevuto una prima educazione presso la sua bottega e da questo particolare forse gli fu affibbiato il soprannome che è diventato più importante del suo cognome reale. La prima vera formazione artistica si svolse invece nella bottega pratese di Filippo Lippi dal 1464 al 1467.
Nel 1469 lavorava già da solo e in seguito alla morte di Filippo Lippi mise bottega per conto proprio. Tra il 1473 e il 1474 completò un’opera importante, L’adorazione dei Magi, conservato alla National Gallery di Londra; è uno straordinario esempio di anamorfismo, ossia per vederlo correttamente bisogna metterlo in posizione orizzontale.
Le sue opere successive risentirono delle tematiche umanistiche e filosofiche grazie alle commesse artistiche affidategli da membri importanti della famiglia Medici: si apriva così la stagione della realizzazione dei grandi capolavori. Il 27 ottobre 1480 insieme a Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e i rispettivi collaboratori partirono per Roma per affrescare le pareti della Cappella Sistina. Il ciclo prevedeva la realizzazione di dieci scene raffiguranti le storie della vita di Cristo e di Mosè.
Nel 1502 una denuncia anonima lo accusò di sodomia. La sua fama era ormai in pieno declino anche perché l'ambiente artistico, non solamente fiorentino, era dominato da Leonardo e dal giovane astro nascente Michelangelo. Il pittore ormai anziano e quasi inattivo trascorse gli ultimi anni di vita isolato e in povertà, morendo il 17 maggio 1510. Fu sepolto nella tomba di famiglia nella chiesa di Ognissanti a Firenze.
Una vita dedica completamente all’arte e soprattutto all’esaltazione di un nuovo concetto di bellezza. Con Botticelli si entra, forse per la prima volta, in una nuova concezione artistica: la raffigurazione pittorica non solo fine a se stessa; in altre parole dietro la bellezza esteriore ha cercato di celare un concetto o un messaggio e spesso addirittura un sistema cifrato da interpretare.
Influenze esoteriche
Botticelli è stato influenzato profondamente dai filosofi neoplatonici dell’epoca; ne accolse pienamente le idee e riuscì a rendere visibile la bellezza da loro teorizzata, attraverso la sua personale interpretazione artistica influenzata dal suo carattere malinconico e contemplativo. I neoplatonici offrirono la più convincente rivalutazione della cultura antica, riuscendo a colmare la frattura che si era venuta a creare tra i primi sostenitori del movimento umanista e la religione cristiana; essi arrivarono a conciliare gli ideali cristiani con quelli della cultura classica, ispirandosi a Platone e alle varie correnti di misticismo tardo-pagano. In questo modo la mitologia fu pienamente riabilitata. Questo divenne, pertanto, il quadro concettuale di riferimento soprattutto del periodo maturo dell’artista fiorentino. Ecco, quindi, per esempio che diventano centrali alcune figure mitologiche. In primo luogo proprio Venere, la dea più peccaminosa dell'Olimpo pagano venne totalmente reinterpretata dai filosofi neoplatonici e diventò uno dei soggetti raffigurati più frequentemente dagli artisti in una duplice veste: la Venere celeste, simbolo dell'amore spirituale che spingeva l'uomo verso l'ascesi e la Venere terrena, simbolo dell'istintualità e della passione che lo ricacciavano verso il basso. Ma Venere è anche semplicemente associata all'amore, alla bellezza e alla fertilità.
Il contesto esoterico in cui si muoveva l’artista era fortemente influenzato in particolare da una figura centrale: Marsilio Ficino, filosofo, umanista e astrologo di primo piano nella cultura rinascimentale. Nel 1459 aprì la sede della nuova Accademia Platonica, per volere di Cosimo de’ Medici, con il compito di studiare le opere di Platone e dei platonici. Qui iniziò la traduzione dei Libri Ermetici (Corpus hermeticum). Ficino intravedeva in quella sapienza antica la presenza di una rivelazione, di una “pia philosophia” che si era condensata nel Cristianesimo ma nella quale l'umanità di tutti i tempi era sempre stata partecipe. Strumento dell'amore era principalmente proprio la bellezza.
C’è poi un aspetto particolare della vita di Botticelli spesso poco evidenziato ma che ha influenzato fortemente la sua produzione artistica ed è collegato agli studi di approfondimento neoplatonici. L’artista ha seguito quasi certamente un iter di preparazione iniziatica per rivestire il ruolo di Gran Maestro del Priorato di Sion e per diventare poi il pittore ufficiale della Famiglia Medici e dell’Accademia ficiniana. Le conoscenze rivenienti dall’appartenenza a questi contesti esoterici sono state riversate e celate ovviamente anche nelle sue opere. Come si manifestano tali conoscenze? Forse sarebbe meglio dire: come sono state celate?
Significati nascosti
Quando si parla di Botticelli è quasi automatico pensare alla sua opera forse più famosa, ossia La Primavera. Si tratta di un’opera su tavola commissionata nel 1482 da Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, cugino di secondo grado del Magnifico, anche egli allievo di Marsilio Ficino. L’opera avrebbe dovuto essere un dono per le sue nozze con Semiramide Appiani.
L’interpretazione classica che viene data fa riferimento alla rappresentazione dell'amor carnale che viene poi sublimato, sotto lo sguardo di Venere ed Eros al centro, in qualcosa di perfetto. La scena è ambientata in un giardino ricco di vegetazione e alberi di arancio. È presente inoltre Zefiro, re dei venti, che si libra leggero nell’aria avvolgendo in un sensuale abbraccio la ninfa Clori; è utile notare che Zefiro è un vento che soffia da ponente ma nel quadro è raffigurato a levante; ma come vedremo più avanti molto probabilmente c’è un motivo.
Al centro troviamo Venere vestita con un manto rosso e in posizione più alta rispetto a tutti gli altri personaggi proprio perché rappresenta l’amore puro ed elevato. È importante notare come questa figura abbia un ventre appena accennato come se fosse incinta; questo particolare legherebbe il tema della nascita simbolicamente alla natività di Cristo e in senso lato alla rinascita proprio della stagione primaverile. In altre parole Botticelli cerca di unire il tema religioso a quello prosaico delle stagioni in linea con il canone neoplatonico. Al di sopra troviamo Cupido bendato (perché l’amore è cieco) che sta per scoccare una freccia in direzione delle tre grazie che danzano elegantemente tra loro tenendosi per mano.
Questa opera è idealmente accoppiata con un’altra molto famosa, ossia La nascita di Venere, con la quale si potrebbe fornire una lettura congiunta. In questo caso Venere sarebbe la rappresentazione della venuta alla luce dell'Humanitas, intesa come allegoria dell'amore quale forza motrice della natura. Come nel caso dell’opera La Primavera ritroviamo nuovamente al centro la figura della dea, rappresentata nella posa di Venus pudica (ossia mentre copre la sua nudità con le mani e i lunghi capelli biondi), simbolo di purezza, semplicità e bellezza disadorna dell'anima. Il richiamo, però, potrebbe essere anche alla donna primordiale, ossia Eva al momento del compimento del peccato e quindi il disvelamento dell’anima peccatrice. Ritroviamo nuovamente il soffio di Zefiro, il vento fecondatore, abbracciato a un personaggio femminile presumibilmente la ninfa Clori.
Un altro elemento simbolico centrale è senza dubbio la conchiglia dalla quale emerge proprio la dea. La conchiglia rappresenta ancora una volta proprio la rinascita, ma è riconducibile anche al mollusco per sua natura ermafrodita. Questo passaggio è importante perché la coppia conchiglia – Venere potrebbe essere la rappresentazione velata di Lucifero. Sebbene Giulio Carlo Argan evidenzi, tra i significati impliciti del dipinto, la corrispondenza fra il mito della nascita di Venere dall'acqua marina e l'idea cristiana della nascita dell'anima dall'acqua del battesimo, bisogna però notare che Lucifero è storicamente associato al pianeta Venere come stella del mattino, ovvero quando sorge verso est all'aurora, poco prima del sorgere del sole. Questo potrebbe essere il senso mediato e celato della primavera inteso come il sorgere del primo sole. Ecco perché forse nell’opera La Primavera Zefiro soffia da levante e non da ponente, proprio per indicare il pianeta Venere (che sorge proprio verso est) e quindi astrattamente la figura di Lucifero. In altre parole probabilmente Botticelli ha incarnato, con la sua vena artistica geniale, nella figura di Venere l’Eva primordiale e la figura di Satana e quindi la primavera del genere umano dopo la cacciata dal paradiso terrestre, proprio perché nel Rinascimento l’uomo viene posto divinamente al centro dell’universo.
L’eresia velata di Botticelli non si esaurisce in queste due dipinti. Nell’opera Compianto su Cristo morto del 1485 è raffigurato la deposizione di Cristo nel Santo Sepolcro. I personaggi che caratterizzano l'insieme sono: il Cristo defunto sulle gambe di Maria, sua madre, i santi Pietro, Paolo e Stefano, Giovanni, due figure femminili e una figura probabilmente maschile che si nasconde il viso con un mantello. Le due donne chine risultano strane: la figura femminile che stringe i piedi è facilmente riconoscibile in Maddalena, ma la figura che stringe in maniera affettuosa il capo di Gesù baciandolo forse è Maria di Betania. Osservando attentamente si può notare che le due figure si somigliano in maniera impressionante. Ancora una volta Botticelli pone l’attenzione sulla figura femminile e sulla sua sacralità, come nel caso di Venere.
Il Cristo invece risulta glabro, pulito e immacolato. I segni della sofferenza sono appena accennati e non figurano macchie di sangue, quasi a voler sottolineare e affievolire il sacrificio di Cristo nella Passione.
L’esaltazione della figura della Maddalena è presente anche in un altro strano dipinto eseguito dal Botticelli tra il 1500- 1505. Si tratta de La figura di Gesù in croce. Cristo sembra avvolto da un intenso fumo e ancora una volta ritroviamo la figura della Maddalena, unica figura evangelica, prona sotto la croce. Nella parte alta del cielo volano, in maniera inspiegabile, scudi bianchi con croce rossa che potrebbero essere un chiaro rimando al mondo templare. Nella parte destra staziona un angelo il quale porge alla Maddalena (e non a Cristo) un ermellino, simbolo di regalità terrena.
A un’analisi più attenta delle opere di Botticelli viene fuori quindi un complesso dedalo di interpretazioni che aprono certamente interessanti itinerari alternativi di ricerca.
Diceva Giorgio Vasari di Botticelli: «Fu Sandro persona molto piacevole e fece molte burle ai suoi discepoli et amici». Forse le burle “più serie”, però, sono state nascoste nelle sue opere sebbene sotto gli occhi di tutti per secoli.
“Hai fame? Mangia popcorn e bevi Coca Cola “. Quello che potrebbe sembrare un normale annuncio pubblicitario, invece rappresenta per gli addetti ai lavori una svolta nella recente scienza del marketing e della pubblicità. Nel 1957, infatti, si concludeva un importante esperimento sulla pubblicità subliminale che consisteva nell’inserire nel film ”Picnic”, con William Holden e l’allora sconosciuta Kim Novak, proprio questo messaggio subliminale che appariva sullo schermo alla velocità di 1/3000 di secondo. Il risultato è stato che in conseguenza di questa prima forma rudimentale di manipolazione, le vendite di popcorn incrementarono quasi del 58 % e quelle della Coca Cola del 18 %. Si apriva così una nuova frontiera di confine nell’ambito della comunicazione di massa per fini commerciali. Per fare ciò fu utilizzata una particolare apparecchiatura denominata tachistoscopio, ossia uno strumento che permetteva di proiettare immagini a diverse velocità.
Le ricerche in questo ambito si sono poi nel corso degli anni progressivamente consolidate fino a divenire sempre più sofisticate. Il messaggio subliminale accompagna quotidianamente la nostra vita e nei limiti del possibile la condiziona. A partire dagli anni ’80, anche a causa della diffusione della pratica e del massivo disvelamento della stessa questa sottile forma di controllo mentale è stata considerata quasi un luogo comune accettato nella pubblicità, nelle canzoni o negli slogan. Si è così consolidata la tendenza a ricercare o per lo meno intravedere quel messaggio, comunemente detto subliminale, che facesse apparire la realtà ma con un pizzico di mistero e capire cosa si potrebbe nascondere oltre l’apparenza.
Forse è difficile percepirli consapevolmente, ma ogni giorno, appunto senza saperlo, si entra sicuramente più volte in contatto con i messaggi subliminali a vari livelli.
La nascita dei messaggi subliminali
Il primo sistema di studi strutturati in merito ai messaggi subliminali si deve, come abbiamo visto, a James Vicary nel 1957 e della sua Subliminal Projection Company; il pioniere dei messaggi subliminali era intenzionato a utilizzare questa forma di comunicazione commerciale in locali pubblici, nei film e nelle affissioni. Si eseguirono in quel periodo anche diversi esperimenti su emittenti televisive per testarne l’efficacia, tuttavia con esiti non sempre positivi. Nonostante ciò, alcune emittenti radio americane crearono e utilizzarono altri sistemi denominati “added recall devices” utilizzando messaggi preregistrati che venivano poi inseriti in dissolvenza e mescolati con registrazioni musicali.
A fronte dell’uso indiscriminato nel corso degli anni di questi stratagemmi psicologici addirittura l’ONU ha predisposto un documento che conclude dicendo: «le implicazioni culturali dell’indottrinamento subliminale sono il più grande pericolo per i diritti umani nel mondo e l’annullamento o la modificazione di una cultura sono possibili mediante stimolazioni subliminali». Cosa sono realmente i messaggi subliminali e come funzionano?
Una porta sull’inconscio
Per capire meglio di che cosa si tratta partiamo dall’etimologia del nome: il termine subliminale deriva dal latino ed è composto da “sub” ossia sotto e “limen” ossia soglia, in riferimento al confine del pensiero conscio; è un termine mutuato dal linguaggio della pubblicità e in psicologia si riferisce a un'informazione che il cervello di una persona assimilerebbe a livello inconscio.
Il messaggio è trasmesso attraverso scritte, suoni o immagini che trattano un qualsiasi argomento ma che nasconde al suo interno, come in un codice cifrato, ulteriori frasi o immagini avulse dal contesto iniziale e che rimarrebbero inconsapevolmente nella memoria dell'osservatore.
Alcuni studi mostrano che i messaggi subliminali stimolano alcune specifiche aree del cervello, ma tuttavia la gran parte delle ricerche scientifiche svolte in merito ha rilevato che tali messaggi non producono alcun effetto marcato o duraturo nel comportamento umano, ma forse solo nell’imminente. Un discorso diverso, invece, si imporrebbe nel caso della reiterazione della proposizione del messaggio e l’effetto, dunque, sarebbe causato proprio dalla ossessiva ripetizione in un determinato lasso di tempo. Alcuni stimoli che raggiungono il subconscio possono avere un qualche effetto sulle emozioni e sul comportamento.
Essenzialmente lo scopo dell’utilizzo del messaggio subliminale sarebbe, se inserito per esempio nei comunicati pubblicitari, di invogliare il consumatore ad acquistare uno specifico prodotto. Oppure, attraverso la scrittura e la grafica in genere o anche attraverso il suono, potrebbe servire a propagandare pensieri e ideologie di qualsiasi natura, compresa quella politica ed elettorale.
Le varie tipologie
I messaggi subliminali sono una galassia sterminata e come facilmente intuibile sono presenti in diversi ambiti e con utilizzi differenti. Per esempio, i messaggi subliminali semplici è possibile rintracciarli in una frase, in un paragrafo o in un testo e si possono evidenziare solo leggendo la medesima frase al contrario o solo le iniziali di ogni parola oppure ancora le iniziali della riga e così via.
Numerose multinazionali “nascondono” soprattutto nei loro loghi alcune curiosità. Per esempio, il logo di Amazon nasconde un piccolo messaggio significativo. Il logo del più grande colosso online include una specie di freccia nella parte inferiore, sotto le prime quattro lettere del brand. Questa freccia unisce gli estremi di due lettere, la A e la Z. Si tratta di un modo mediato per dire al cliente che nel negozio potrà trovare qualsiasi tipo di prodotto.
L’impresa di spedizioni FedEx (abbreviazione di Federal Express) nasconde un messaggio sottile, formato da due lettere. Le lettere E e X del logo unendosi, formano una freccia, un modo semplice per esprimere la rapidità del servizio offerto.
Il logo di Toyota è un’immagine composita: si possono, infatti, ricostruire tutte le lettere che compongono il nome del brand
Si tratta di un logo disegnato affinché, in ogni momento, il logo ricordi la parola che identifica la marca.
È noto, secondo ricerche scientifiche, che l'orecchio e l'occhio umano sono in grado di percepire una determinata gamma di frequenze d'onda. È altresì noto che tra la ricezione del segnale visivo o sonoro nell'organo e la sua rielaborazione cerebrale intercorre un tempo finito, seppure molto breve. L’efficacia e il funzionamento del messaggio subliminale si basano proprio sui meccanismi testé descritti. Quando si parla di persuasione occulta, bisogna sapere che esistono diversi tipi di subliminale: visivo, verbale, ad alta velocità, a bassa velocità, subsonico, ultrasonico e mascherato al contrario, solo per citare i più diffusi.
Un campo molto proficuo, dove è possibile rintracciare numerosi esempi è la musica; la tipologia è molto variegata: commerciale, promozionale, scherzosa, ma anche di natura satanista e istigante al suicidio, all'omicidio oppure all'uso di sostanze stupefacenti. Fondamentalmente nelle canzoni viene utilizzata la tecnica del backmasking, ovvero ascoltando alla rovescia le registrazioni è possibile sentire frasi generalmente brevi avulse dal contesto della canzone stessa di riferimento.
Tra i casi più celebri possiamo ricordare per esempio “Stairway to heaven” dei Led Zeppelin che nasconderebbe la frase “Ecco il mio dolce Satana” e ”Another one bites the dust” dei Queen che conterrebbe invece “Cominciate a fumare marijuana”. Alcuni artisti e band di heavy metal e hard rock cominciarono a giocare appositamente con il backmasking nascondendo frasi “diaboliche” ma non solo. Altri come i Pink Floyd scelsero varianti ironiche: ascoltando al contrario “Empty spaces” si trova il messaggio “Congratulazioni! Hai appena scoperto il messaggio segreto”. Tra i musicisti più recenti un abile manipolatore di testi in tal senso è il rapper Eminem: gran parte delle sue canzoni se ascoltate al contrario contengono frasi di senso compiuto di vario genere.
Alcuni messaggi nascosti si troverebbero anche nelle copertine degli album dei Beatles come per esempio la celebre copertina di “Abbey Road” dove secondo alcuni il fatto che Paul McCartney fosse ritratto a piedi nudi indicherebbe la sua probabile morte e la relativa sostituzione con un sosia.
Il cinema è un altro enorme canale di diffusione di tali messaggi anche dietro il candore di un film per bambini. Per esempio, guardando attentamente si possono individuare dei messaggi subliminali addirittura nei film di Walt Disney. Oltre che come intermezzi di fotogrammi inseriti in alcune scene è possibile ritrovare messaggi subliminali anche nelle locandine di film di grande successo come per esempio “Rapunzel“ (sembrerebbe che la parola sesso sia nascosto nei capelli), “Il re leone” (la parola sesso nel cielo e una donna sul manifesto), “La Sirenetta” (addirittura la forma di un pene), “Chi ha incastrato Roger Rabbit” (Betty Boop mostra i capezzoli e Jessica Rabbit appare nuda), “Bianca e Bernie” (una donna nuda in una finestra). O ancora per esempio nella locandina del film "Il silenzio degli innocenti" di Johnathan Demme dove si vede un volto di donna con una falena sulle labbra. Guardando attentamente però si distingue, sul dorso dell'insetto, un teschio formato dai corpi di sette donne nude. Quello che può sembrare un tributo artistico (l'immagine è del pittore spagnolo Salvador Dalì) è in realtà un messaggio subliminale sul legame tra sesso e morte.
Non c’è da stupirsi, dunque, il fenomeno sia invece in costante e irrefrenabile ascesa anche in maniera subdola e non sempre identificabile, ma d’altronde si tratta di un meccanismo antichissimo insito nella comunicazione umana. Come diceva già nel lontano 400 a. C. il filosofo greco Democrito: «Molto di ciò che è percepibile, non viene da noi percepito».