Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012
Attualmente redattore del mensile Mistero
rivista dell'omonima trasmissione televisiva di Italia Uno
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«Nella notte dell’uomo bruciato, il sangue scorrerà a fiumi nella Roma dei papi e dei lestofanti. Il popolo uscirà sulle piazze accecato da un odio covato da tanto tempo e sulle picche lorde di sangue vedrete le teste dei politici, dei nobili e del clero. Il corpo di un uomo venerando sarà trascinato per le strade di Roma da un cavallo bianco e sulle strade rimarrà l’impronta del suo sangue e i lembi della sua pelle. Solo allora si scoprirà che l’uomo venerando era un serpente. E morirà come muoiono i serpenti. In questa notte di sangue e di magia le stelle cambieranno luce: quelli che indossavano l’abito della delinquenza indosseranno l’abito della giustizia e quelli che erano giusti diventeranno ingiusti... E quando sorgerà la luce del nuovo giorno, le fontane di Roma saranno piene di sangue umano, e molti corpi di potenti verranno squartati e gettati ai quattro angoli della città, affinché marciscano separati... Roma purificata non sarà più Roma. E la notte dell’uomo bruciato rimarrà a ricordare la santa insurrezione del popolo contro il lupo famelico vestito da agnello».
Chi ha scritto questa inquietante e profetica visione? Si tratta di un personaggio tanto famoso quanto enigmatico e misterioso: Grigorij Efimovič Rasputin.
Per capire meglio perché il famoso mistico russo parla espressamente del nostro paese bisogna ricordare chi era questa figura a metà strada tra il mito e la realtà.
Rasputin: una figura misteriosa
Grigorij Efimovič Rasputin (Pokrovskoe, 9 gennaio 1869 – Pietrogrado, 17 dicembre 1916) è stato un mistico russo, consigliere privato dei Romanov e figura molto influente in particolare alla corte di Nicola II di Russia.
La sua esistenza è immersa in un alone di mistero e misticismo, ma tuttora quando si fa il suo nome la mente corre agli intrighi di corte e di potere, alla dissolutezza e alla lussuria.
Figlio di un vetturino postale e di una contadina, nacque in un piccolo villaggio situato 80 chilometri a est di Tjumen' nel Governatorato di Tobol'sk (Siberia sudoccidentale). Grigorij era il quinto di nove figli e per anni alternò il lavoro dei campi all'allevamento di cavalli e all'attività di vetturino. Non frequentò la scuola ma era dotato di un carattere forte e carismatico e un’indole estremamente riservata tesa alla spiritualità e al misticismo.
All'età di otto anni cadde in un torrente insieme al fratello Mickhail; quest'ultimo morì dopo una polmonite che colpì entrambi. Tale evento sconvolse l’esistenza di Grigorij che si isolò ulteriormente dal mondo.
Nel 1892 lasciò il suo villaggio e trascorse diversi mesi in un monastero a Verchotur'e dove iniziò a interessarsi attivamente alla vita religiosa e imparò a leggere e a scrivere.
Nel mese di aprile 1907 fu invitato dallo zar Aleksej Nikolaevič Romanov il quale, malato di emofilia di tipo B, aveva subìto una caduta che aveva gravemente compromesso il suo stato di salute; già dal giorno dopo l'incontro con Rasputin lo zar aveva dato segni di recupero. A seguito di tali risultati lo zar e la zarina gli permisero di visitare sempre più spesso la loro riservatissima casa.
Ciononostante il monaco siberiano non era benvoluto a corte e fu costantemente perseguitato. Agli inizi del 1914, ormai influente personaggio nelle vicende politiche russe, Rasputin decise di ritornare nel suo villaggio natio dove fu attaccato da una donna con il volto coperto da un fazzoletto nero; la donna, Chionija Guseva, lo pugnalò allo stomaco ma Rasputin ebbe modo di scappare e di prendere un bastone da terra con cui riuscì a tramortire l'assalitrice.
Un altro tentativo di assassinio avvenne una sera a una festa dove erano presenti tutti i rappresentanti della politica russa dell'epoca. A un certo punto un rappresentante della Duma si alzò e gli puntò una pistola a tamburo, accusandolo del degrado nel quale si trovava la capitale. Rasputin lo invitò a premere il grilletto ma la pistola fece cilecca; allora lo invitò a sparare un altro colpo e la pistola fallì nuovamente; a quel punto il mistico prese la pistola, la puntò in aria e questa volta sparò.
Questo episodio fece velocemente il giro della capitale e cominciò a diffondersi la voce che Rasputin fosse immortale.
Ma i tentativi di ucciderlo non cessarono. Negli ultimi mesi del 1916 Feliks Jusupov fece in modo di acquisire la fiducia di Rasputin invitandolo di frequente nel proprio palazzo a San Pietroburgo con il pretesto di aver bisogno della sua consulenza. Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre Jusupov, accompagnato dal dottor de Lazovert, si recò all'appartamento di Rasputin e gli offrì il tè con l’aggiunta di una gran quantità di cianuro; poi, dopo un'ora, visto che il veleno non produceva gli effetti desiderati gli sparò colpendo all’addome. Secondo le cronache dell’epoca, però, sembra che il mistico abbia riaperto gli occhi e si sia lanciato contro Jusupov per poi tentare la fuga dal palazzo, ma cadde a terra sulla neve appena fuori dalla porta. In uno stato di parossismo totale, Jusupov gli sparò in testa e solo allora Rasputin morì nel giro di venti minuti.
Le doti profetiche
Fin qui l’avventurosa e misteriosa vita di Rasputin che, soprattutto dopo la sua morte ma in realtà anche già in vita, era stato venerato, adorato ma anche profondamente odiato. Questo non solo per le sue doti caratteriali e profondamente carismatiche ma anche e soprattutto per i suoi poteri di guaritore, mistico e profeta.
Come abbiamo visto Rasputin non solo lasciò degli scritti profetici riguardanti esplicitamente l’Italia ma scrisse diffusamente anche su altre tematiche. Egli, infatti, ci ha lasciato alcune preveggenze significative sul nostro millennio. È da sottolineare inoltre che aveva previsto l’assassinio della famiglia zarista, l’avvento del marxismo e il crollo dell’Unione Sovietica.
Riportiamo alcune delle sue predizioni più importanti e significative. In uno dei passaggi si spinge a dire: «respireranno la Morte, e tutti gli uomini moriranno per i veleni sospesi nell’aria» e ancora
«...si ammaleranno le piante e moriranno una ad una. Le foreste diventeranno un enorme cimitero e tra gli alberi secchi vagheranno senza meta uomini storditi e avvelenati dalle piogge velenose».
«...Con sempre maggiore frequenza vedrete impazzire le parti del corpo. Dove la natura aveva creato l’ordine, l’uomo seminerà il disordine. E molti soffriranno per questo disordine. E molti moriranno per la peste nera. E quando non sarà la peste a uccidere saranno gli avvoltoi a strappare le carni... Ogni uomo ha in sé la grande medicina; ma l’uomo-animale preferirà curarsi con i veleni».
«...Quando si parlerà molto dell’uomo, sarà il tempo in cui si trascurerà l’uomo. E quando si parlerà tanto di benessere sarà il tempo in cui un malessere sottile serpeggerà tra le genti. Montagne di parole si spenderanno per niente e trappole di parole insidieranno le strade del buonsenso. Molti uomini verranno distrutti dalle pestilenze, molti uomini verranno distrutti dalle armi e moltissimi verranno distrutti dalle aride parole. Perché quando i tempi saranno maturi, l’uomo sarà ricco di lingua
ma povero di cuore».
«...Quando Sodoma e Gomorra saranno riportate sulla terra e gli uomini vestiranno da donna e le donne vestiranno da uomini vedrete passare la Morte cavalcando la peste bianca. E le antiche pestilenze saranno come una goccia d’acqua nel mare, rispetto alla peste bianca. Montagne di cadaveri verranno ammassate nelle piazze e milioni di uomini porteranno la morte senza volto... Città con milioni di abitanti non troveranno le braccia sufficienti per seppellire i morti e molti paesi di campagna saranno cancellati con un’unica croce... Nessuna medicina riuscirà a frenare la peste bianca
perché questa è l’anticamera della purificazione. E quando nove uomini su dieci avranno il sangue marcio verrà gettata sulla terra la falce perché sarà giunto il tempo di ritornare a casa».
Significato della profezia sull’Italia
Nella cornice di questo contesto futuristico cupo e preoccupante si inserisce, come abbiamo già visto, una precisa profezia sull’Italia. Molti si sono chiesti perché il veggente abbia voluto prestare la sua attenzione proprio sull’Italia. Si tratta, forse, di una nazione attraverso la quale si vuole simboleggiare e profetizzare ciò che avverrà al mondo intero, oppure si tratta di un paese che subirà più pesantemente degli altri alcune conseguenze di gravi eventi futuri?
La profezia sull'Italia sembrerebbe riguardare in particolare la città di Roma e la sede vaticana. Quale sarà la notte dell’uomo bruciato? A chi si riferisce? Difficile a dirsi ma di certo lo scenario non è incoraggiante: «il popolo uscirà sulle piazze accecato da un odio covato da tanto tempo e sulle picche lorde di sangue vedrete le teste dei politici, dei nobili e del clero. Il corpo di un uomo venerando sarà trascinato per le strade di Roma da un cavallo bianco e sulle strade rimarrà l’impronta del suo sangue e i lembi della sua pelle. Solo allora si scoprirà che l’uomo venerando era un serpente…».
Oltre allo scritto già analizzato, però, Rasputin ha parlato dell’Italia diffusamente anche in altri scritti e forse tutte queste predizioni andrebbero inquadrate in un contesto unitario e complementare.
Precisa ancora il mistico russo: «...Quando arriverà a Roma l’uomo segnato in fronte suoneranno le campane della pace, ma ben pochi saranno ad accorgersi che chi tira le corde è la morte. Sottile inganno si prepara per il mondo intero, perché il topo fuggirà al gatto e il gatto sarà mangiato dal topo. In questo tempo le glorie si ripeteranno rapidamente. E si ripeteranno i dolori. I Cesari passeranno come l’acqua del fiume e le parole saranno nubi. L’uomo segnato in fronte verrà posto sull’altare, ma quando dovrà maturare ancora la quinta spiga, l’uomo segnato verrà deposto sulla terra nuda e con le sue carni verrà fatto banchetto. Povera gloria del mondo, che passi come un’ombra furtiva; il tuo tempo è sempre segnato prima ancora che il tuo profumo si espanda. Povera gloria del mondo vestita d’oro e d’argento, ma fatta di cenere. Non voltatevi a guardare le strade segnate perché su queste si abbatterà il vento e cancellerà ogni segno. E il vento aprirà le terre, sposterà le montagne e cancellerà la città con il segno del mare. Non voltatevi in questo tempo a chiedere se il vento spira da occidente o da oriente, perché quando sarete voltati il vento sarà già passato».
Quando avverrà tutto questo e soprattutto perché?
«L'artista deve creare una scintilla prima di poter accendere il fuoco e prima che l'arte nasca; l'artista deve essere pronto a essere consumato dal fuoco della propria creazione».
La citazione testé menzionata è attribuita a François-Auguste-René Rodin (Parigi 1840 – Meudon, 1917), considerato scultore e pittore francese progenitore della scultura moderna, a metà strada tra artista e artigiano.
In questo pensiero l’estroso artista francese descrive come scaturisce il genio creativo e la magia della scintilla artistica che accende il fuoco della concreta realizzazione dell’opera d’arte. Da dove nasce questo “fuoco”? Si tratta di un meccanismo misterioso. Non mancano svariati esempi, nei diversi campi artistici, di personaggi che hanno “venduto l’anima al diavolo” pur di diventare famosi e ricevere un aiutino nel proprio estro creativo.
Rodin, in tutta la sua vita, ha esplorato questo “fuoco sacro” fino a spingersi nei meandri più oscuri del rapporto l’opera d’arte e alcuni strane influenze immateriali. In altre parole, la sua produzione artistica ha sempre avuto un contatto stretto con il mondo esoterico e i suoi simboli.
La Porta dell’Inferno, la sua opera allo stesso tempo più importante ma anche più discussa, a partire dal 15 ottobre è stata esposta alle Scuderie del Quirinale a Roma in occasione della mostra per la celebrazione del settecentesimo anniversario della morte di Dante.
In rete in molti si sono interrogati se quest’opera potesse avere delle correlazioni con l’attualità o potesse essere collegata in qualche modo simbolicamente ed esotericamente ad alcuni eventi specifici.
Vediamo nel dettaglio cos’è quest’opera così particolare.
La Porta dell’Inferno
Nel 1880 Rodin vinse una commissione per creare il portale del museo Musée des Arts Décoratifs di Parigi dedicato alle arti decorative che si intendeva allestire. L’artista dedicò buona parte dei successivi quarant'anni (e fino alla sua morte) alla realizzazione di questa opera che rimase comunque incompiuta perché alla fine il museo non fu mai realizzato.
Molte delle figure presenti sul portale diventarono delle sculture singole, tra cui le più celebri Il pensatore e Il bacio. Altre opere derivate dagli studi per la realizzazione della porta furono l'Ugolino, il Fugit Amor, l'Uomo che cade e Il figliuol prodigo.
Nella sua versione finale avrebbe compreso ben 186 figure con un’altezza complessiva di oltre quattro metri e mezzo.
Parte integrante dell’opera era Il pensatore (titolata in principio Il Poeta e riferita a Dante Alighieri) che sarebbe diventata una delle più famose sculture al mondo di epoca moderna. In origine la scultura avrebbe dovuto adornare la parte superiore della porta dalla quale il soggetto raffigurato sembrava osservasse l'inferno sottostante.
L'artista non vide mai la realizzazione finale dell’opera il cui calco non fu mai fuso, ma dal modello in gesso vennero realizzati otto originali custoditi in vari musei sparsi per il mondo.
La mostra alle Scuderie del Quirinale rappresenta una sorta di girone dantesco dove simbolicamente viene data la possibilità ai visitatori di ammirare oltre duecento capolavori di tutti i tempi come ad esempio la voragine infernale di Sandro Botticelli. Tra i capolavori figurano le opere di Beato Angelico, Botticelli, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Rodin, Cezanne, von Stuck, Balla, Dix, Taslitzky, Richter e Kiefer. Tutte legate da un unico filo conduttore: la rappresentazione dell’Inferno.
Significati esoterici della Porta
A proposito di Dante Rodin ebbe a dire: «Dante non è solamente un visionario e uno scrittore; è anche uno scultore. La sua espressione è lapidaria, nel senso buono del termine. Quando descrive un personaggio, lo rappresenta solidamente tramite gesti e pose. [...] Ho vissuto un intero anno con Dante, vivendo di nulla se non di lui e con lui, disegnando gli otto cerchi dell'inferno...».
Secondo alcuni l’artista francese si sarebbe ispirato alla scultura rappresentata dalla Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti, situata nel Battistero di San Giovanni a Firenze.
La mostra, come detto, è un evento celebrativo per i settecento anni dalla morte di Dante, ma a quanto pare l’opera di Rodin e tutte le altre presenti fanno riferimento solo al tema dell’Inferno e non anche, per esempio, al Purgatorio e al Paradiso.
Lo stesso Rodin affermava: «Niente, davvero, è più coinvolgente della pazza bestia, morente per il desiderio insoddisfatto ed implorante invano la grazia che plachi la sua passione».
C’è da notare che in ambito artistico quando si lascia un’opera d’arte a metà, come è stato il caso della Porta dell’Inferno, la si vuole dedicare alla bestia ossia al diavolo.
Ci sarebbero poi altre strane coincidenze. In primo luogo va fatto notare che l’inaugurazione della mostra è avvenuta in prossimità dell’equinozio d’autunno che simbolicamente indica l’affermazione del buio sulla luce e l’avanzamento delle tenebre.
Nella rete parecchi hanno poi evidenziato la strana concomitanza di natura quasi rituale tra l’inaugurazione della mostra, tra l’altro proprio a Roma nel cuore della cristianità, con l’entrata in vigore del nuovo decreto riguardante il Green Pass.
C’è da notare, inoltre, rivolgendo lo sguardo alla numerologia e all’interpretazione dei tarocchi che la carta numero 15 (giorno dell’inaugurazione) rappresenta proprio il diavolo.
Tutti questi elementi aprono la strada a interpretazioni esoteriche e soprattutto a eventuali rapporti tra potere, esoterismo e forme d’arte in concomitanza di particolari eventi.
A conferma di questo, per esempio, suonano sibilline le parole pronunciate da Macron nell’aprile 2020: «credo che la nostra generazione debba sapere che la Bestia che deve venire, è qui... e sta per arrivare».
Allora l’esposizione della Porta dell’Inferno va inquadrata in un contesto puramente artistico o effettivamente esiste un modo subdolo e codificato (ma poi neanche troppo) che il potere utilizza per richiamare alcuni concetti esoterici collegati ad alcuni specifici eventi significativi?
L’esposizione della Porta dell’Inferno non è un caso isolato.
La statua di Moloch al Colosseo
Siamo ancora a Roma; questa volta in un altro punto nevralgico della città eterna. Cosa ci fa una strana statua di Moloch al Colosseo?
Moloch è un idolo pagano cananeo che richiedeva per la sua adorazione il sacrificio di bambini.
Il 20 ottobre 2019 una statua di questo idolo pagano è stata esposta all'ingresso del Colosseo come richiamo pubblicitario di una mostra dedicata all'antica disputa di Roma con Cartagine.
Si leggeva, infatti, nel comunicato stampa di lancio della mostra che «una ricostruzione della terribile divinità Moloch, legata alle religioni fenicia e cartaginese, descritta nel film Cabiria del 1914 (diretto da Giovanni Pastore e scritto da Gabriele D’Annunzio) sarà di stanza all’ingresso del Colosseo per accogliere i visitatori della mostra».
Il Colosseo, però, non è un monumento come tutti gli altri. Infatti, nell’Anfiteatro Flavio vennero torturati e giustiziati moltissimi cristiani.
Moloch è stato collegato da molti teorici del complotto all’occultismo e al mondo nascosto delle élite al potere. Tanto è vero che nel bosco californiano conosciuto come Bohemian Grove, ritrovo annuale di persone appartenenti alle élite, ci sarebbe una statua enorme venerata durante le cerimonie accessibili solo agli adepti. I frequentatori del Bohemian Grove sono i membri del Bohemian Club ossia un'organizzazione di soli maschi che include artisti (soprattutto musicisti), uomini d'affari, funzionari di governo (inclusi alcuni presidenti degli Stati Uniti), proprietari di media e uomini di potere.
Nel 2000 il controverso teorico della cospirazione Alex Jones entrò insieme al suo cameraman nel bosco. Grazie a una telecamera nascosta riuscì a filmare la Cremation of Care ossia una cerimonia ricca di antichi riferimenti luciferini, canaanei e babilonesi che si svolgeva intorno a una enorme statua a forma di che rappresenterebbe proprio il dio Moloch.
Altre strane “apparizioni” artistiche e luciferine
Tra le installazioni artistiche pubbliche che fanno riferimento al diavolo possiamo annoverare anche la cosiddetta fontana dell'Angelo Caduto che si trova nel Parque del Retiro di Madrid. Sarebbe ispirata al Paradiso perduto di John Milton e rappresenta Lucifero nel momento della caduta dal cielo. La fontana è stata realizzata nel 1874 dallo scultore madrileno Ricardo Bellver su iniziativa del duca Fernán Núñez e venne addirittura premiata durante l'Esposizione Universale del 1878.
Si ritiene che si tratti dell'unico monumento al mondo dedicato a Lucifero, anche se a Santa Cruz de Tenerife si trova un’altra opera recentemente intitolata all'Ángel Caído; ufficialmente però rappresenterebbe il generale Franco mentre impugna una spada a forma di croce cristiana con la punta rivolta verso un angelo con le ali spiegate sotto di lui. C’è poi una stranezza molto curiosa in linea con il tema dell’opera: la piazzetta in cui si trova la fontana si trova un'altezza topografica di 666 metri sul livello del mare; questo ha scatenato la fantasia di molti appassionati di esoterismo.
Ritornando ai giorni nostri, invece, non mancano esempi di cerimonie pubbliche dove più o meno velatamente si fa riferimento al diavolo in forma artistica.
Il 6 giugno 2016, per esempio, è stato inaugurato in Svizzera, alla presenza del premier italiano Matteo Renzi, della cancelliera tedesca Angela Merkel e del presidente francese Francois Hollande, il tunnel del Gottardo ossia la galleria ferroviaria più lunga al mondo. Agli osservatori più attenti non è sfuggita la stranezza della data (6/6/2016) che richiamerebbe molto da vicino il famoso 666.
A destare stupore è stata però la cerimonia d'inaugurazione affidata al regista Volker Hesse e per la quale la Svizzera ha speso nove milioni di franchi. Per qualcuno si sarebbe trattato di una cerimonia satanica vera e propria poiché è stata notata la presenza di un uomo-capra e di un angelo demoniaco che interagivano nell’ambito di scenografie con strane e velate connotazioni sessuali.
Ritorniamo, dunque, a Rodin che nel suo testamento ebbe e a dichiarare: «Amate appassionatamente la vostra missione. Non ne esiste una più bella. È molto più alta di quanto il volgo ritenga. L’artista adora il suo lavoro: la sua ricompensa più preziosa è la gioia di fare il proprio dovere. Il mondo sarà felice solamente quando tutti gli uomini avranno anime d’artista. L’arte è anche una splendida lezione di sincerità, l’artista esprime sempre ciò che pensa, egli ci insegna la franchezza. Ah, come la società si sbarazzerebbe delle brutture e con quale rapidità la nostra terra diverrebbe un Paradiso!».
Una sibillina esortazione a cercare e trovare il Paradiso dopo una vita intera impegnata a dar forma estetica e simbolica alla Porta dell’Inferno.
Se accadesse a Natale è la raccolta di sessanta racconti di speranza, d’amore, solidarietà e mistero. Gli autori sono scrittori emergenti che seguono con passione il canale telegram dedicato alla scrittura creativa di Sara Rattaro. Un giorno l’autrice ha proposto a tutti i partecipanti di pensare a cosa significasse per ognuno di loro quel giorno, quell’atmosfera, quel momento che spesso non si può ridurre a solo ventiquattro ore. È così che sono nate queste storie, sessanta piccoli scrigni contenenti preghiere, regali e ricordi. L’infanzia e la giovinezza dei Natali passati ma anche la speranza e l’intensità dei Natali futuri.
E' presente il mio racconto dal titolo "Il regalo di Natale".