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Templari, I cavalieri che fecero l'impresa (Origini lucane del fondatore) - Settembre 2018 - Giuseppe Balena

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Templari, I cavalieri che fecero l'impresa (Origini lucane del fondatore) - Settembre 2018

«Pauperes commilitones Christi templique Salomonis».

Così erano chiamati i cosiddetti «Poveri compagni d'armi di Cristo e del tempio di Salomone». Ma chi erano effettivamente? Dietro questa denominazione che nasconde un ossimoro nell’espressione “compagni d'armi di Cristo” si fa riferimento storicamente ai ben più noti Cavalieri Templari. La loro storia è un esempio affascinante di come un fatto storico si mescoli al mistero sfumandone i contorni. Sui Templari, infatti, sono stati scritti fiumi di inchiostro che sfociano in un mare profondo fatto di congetture, ipotesi e supposizioni spesso anche poco oltre il limite di fantasiose tesi complottistiche senza però solide basi storiche documentabili. Il fascino misterioso legato a questo ordine è proprio legato al contesto storico e alle vicende dei valorosi cavalieri che in verità si perdono nella memoria di un tempo lontanissimo da noi, ma forse proprio per questo così interessante.

I Cavalieri Templari sono stati uno dei primi ordini religiosi cavallereschi cristiani medievali a dotarsi di un’organizzazione strutturata e duratura nel tempo. A metà strada tra storia e leggenda l’ordine si costituì per volontà di un pugno di cavalieri che decise di fondare il nucleo originario, ma l’ufficializzazione avvenne solo nel 1129, assumendo la regola monastica con l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle. I membri assunsero, quindi, da subito un doppio ruolo di monaci e combattenti: una caratteristica distintiva se non unica. L’ordine aumentò in breve tempo notevolmente il suo potere tanto addirittura da inimicarsi il re di Francia Filippo il Bello e dopo un drammatico processo iniziato nel 1307 fu definitivamente soppresso nel 1312 a seguito della bolla "Vox in excelso" di papa Clemente V. L’avversione del re di Francia per i Templari era dettata dal fatto che voleva mettere le mani sulle ricchezze accumulate per arginare le ristrettezze economiche causate della politica espansionistica  dello stesso sovrano capetingio. Senza alcuna remora, il re attuò il suo proposito accusando l’ordine di assumere comportamenti antireligiosi gravissimi: rinnegamento di Cristo, oltraggio della croce, baciare il precettore sulla bocca, sull’ombelico e sul sedere, non negarsi carnalmente ai fratelli e addirittura l’adorazione di un idolo con la barba caprina.

La storia dei Templari è un concentrato di misteri sin dalla sua costituzione: nacque molto probabilmente nel 1118 ufficialmente per proteggere i pellegrini che si recavano in Terrasanta, ma anche come milizia armata per arginare l’avanzata dei musulmani.

La fondazione dell’ordine

La nascita dell'ordine templare è da collocarsi in Terrasanta nel periodo a cavallo della prima crociata indetta da Urbano II nel 1096. Nel 1099 i cristiani riconquistarono a fatica la Terrasanta che nel frattempo era caduta nelle mani dei musulmani. La mancanza di documenti coevi rende impossibile l'esatta ricostruzione dei primi anni di attività. Dunque è solo possibile impostare la ricerca attraverso ipotesi e supposizioni, basate sui diversi documenti successivi. Per esempio in alcune righe scritte nel 1184 Guglielmo di Tiro descriveva i primi anni di attività dei pauperes milites Christi: «Nello anno (1118), alcuni nobili cavalieri, pieni di devozione per Dio, religiosi e timorati di Dio, rimettendosi nelle mani del signore patriarca per servire Cristo, professarono di voler vivere perpetuamente secondo le consuetudini delle regole dei canonici, osservando la castità e l'obbedienza e rifiutando ogni proprietà. Tra loro i primi e i principali furono questi due uomini venerabili, Hugues de Payns e Goffredo di Santo Aldemaro…». In questo documento si faceva cenno forse per la prima volta ai fondatori: Hugues de Payns e Goffredo di Santo Aldemaro. In merito al numero esatto dei cavalieri che inizialmente vi aderirono è oggetto di discussione e supposizioni tra i vari studiosi dell’argomento. Mentre il testo della Regola parlava di sei cavalieri, la tradizione fa riferimento invece a nove cavalieri, ma tale numero potrebbe avere un significato soprattutto allegorico e simbolico.

Nei primissimi anni di attività l'ordine approdò anche nel Regno di Sicilia, ma fu l’entroterra e in particolare la Puglia la regione italiana che prima tra tutte accolse le domus gerosolimitane rosso-crociate grazie all'importanza strategica e commerciale dei suoi porti e delle sue città. Tra le prime fondazioni dell'ordine, oltre quella di Trani, vanno ricordate le case di Molfetta, Minervino Murge, ma anche Barletta, Brindisi, Bari, Andria e Matera.

L'ordine, in ogni caso, assunse reale importanza solo a partire dal 1126 in seguito al viaggio compiuto in Europa dal maestro reggente nonché fondatore e contestualmente proprio in questo periodo iniziarono a pervenire donazioni e lasciti che progressivamente consolidarono notevolmente la potenza economica del sodalizio.

Chi era effettivamente il suo fondatore? Quali erano le sue origini?

Il misterioso Hugues de Payens

Da diverso tempo gli studiosi discutono in merito alla provenienza e alla reale identità del fondatore dei Templari. A questo punto la storia si fa misteriosa e affascinante. Hugues De Payns, secondo alcuni studiosi, nacque a Payns in Francia a circa dieci chilometri da Troyes nella regione della Champagne-Ardenne. Era un cavaliere signore della media aristocrazia e aveva stretti legami con i signori di Troyes; questa ipotesi è corroborata dal fatto che la sua firma appare in alcuni atti del conte di Champagne insieme a quella di altri signori locali. Sembrerebbe, inoltre, imparentato con i Montbard ossia la famiglia della madre di San Bernardo che come abbiamo visto ha avuto un ruolo importante nella costituzione dello stesso ordine. Molto probabilmente partecipò anche alla prima crociata al fianco di Goffredo di Buglione.

Secondo lo storico tedesco Hiestand, l’ordine fu fondato da lui e da Goffredo di Saint-Omer insieme ad altri sette cavalieri, due dei quali fratelli e tutti parenti per sangue o matrimonio. I nomi degli altri cavalieri fondatori erano Payen de Montdidier, Archambaud de Saint-Amand, André de Montbard, Geoffrey Bison e altri due riportati solo con i nomi di Rossal e Gondemar. Il nome del nono cavaliere, invece, resta sconosciuto.

Il 13 gennaio 1129, su sua richiesta, si riunì il Concilio di Troyes che stabilì la Regola dell'Ordine. San Bernardo di Chiaravalle consacrò l'ordine, diventandone così il riferimento spirituale e siglando la celebre “De laude novae militiae” che prevedeva, tra le altre cose, la pratica della povertà, della castità e dell’obbedienza. Hugues per assumere pienamente la guida dei suoi cavalieri, abbandonò la moglie e prese gli stessi voti degli altri cavalieri.

Condusse l'Ordine dei Templari in qualità di maestro per 16 anni fino alla propria morte, avvenuta nel 1136 in Palestina.

Uno storico del Seicento, Marco Antonio Guarini, sostiene che Hugues de Payns sia sepolto nella chiesa di San Giacomo a Ferrara.

Ipotesi sulla provenienza

La provenienza e l’origine francese non è universalmente e unanimemente accettata in ambito storico e accademico. La tradizione ritiene, anche per la considerazione che la maggioranza dei Templari fossero francesi, che l’iniziatore e primo Gran Maestro dell’Ordine fosse, come abbiamo visto, anche egli francese.

Esisterebbe però una missiva nel 1103 partita da Gerusalemme e indirizzata allo zio Leonardo Amarelli di Rossano Calabro dove si comunicava la morte del valoroso cugino Alessandro che potrebbe indirizzare l’indagine storica in altre direzioni. In particolare Mario Moiraghi nel suo libro del 2005 dal titolo “L’italiano che fondò i Templari. Hugo de Paganis, cavaliere di Campania” avanza la tesi secondo la quale il fondatore non sarebbe, come ritenuto dalla storiografia ufficiale, il francese Hugues de Payns (o Payens), ma un italiano ovvero un lucano di Forenza, piccolo centro in provincia di Potenza e figlio dei signori Pagano e Emma de Paganis, nobili salernitani trasferiti in Lucania. L’autore inoltre sostiene che l’ordine templare non fu fondato nel 1118, come si è sempre ritenuto da parte degli storici, ma qualche anno dopo il 1100 come testimonierebbe proprio la lettera del 1103 inviata, come abbiamo visto, a Leonardo Amarelli di Rossano Calabro. A Nocera esisterebbe ancora la famiglia Pagani di nobili natali che risulterebbe imparentata proprio con gli Amarelli di Rossano Calabro.

Già nel 1610 lo storico Filiberto Campanile sosteneva che Hugo fosse nato a Nocera dei Pagani in Campania (non molto distante proprio da Forenza e comunque ricadente nel medesimo territorio di competenza) e discendesse da un tale Albertino di Bretagna.

L’appropriazione da parte dei francesi delle origini del fondatore sarebbe dovuta alla falsificazione dei testi da parte del cronista Guglielmo di Tiro in seguito alla trascrizione delle cronache dal latino al francese: in questo modo Hugo de Paganis divenne il francese Hugues de Payns.

Sta di fatto comunque che la presenza dei Templari in Basilicata è un fatto quasi certo se si pensa che questa terra può essere considerata sede strategica e luogo di ristoro morale e spirituale per le truppe che parteciparono alla prima crociata nel 1095, promossa Papa Urbano II di Cluny che per sei anni soggiornò nella cittadina lucana di Banzi e alla sesta crociata nel 1227 quando l'Arcivescovo della Cattedrale di Acerenza, Padre Andrea, collaborò con Federico II per l'organizzazione della spedizione. Sembrerebbero, questi, indizi importanti che farebbero propendere per la tesi dell’origine lucana del fondatore dell’ordine.

A metà strada tra il sentire religioso e il fervore militare i templari hanno anticipato di molti secoli e incarnato, in chiave però cristiana, la guerra santa e giusta contro un nemico con un altro credo religioso sebbene in un contesto storico certamente differente.

Nell prologo di “De laude novae militiae” redatto da San Bernardo lo stesso esortava Hugo a continuare la sua virtuosa battaglia e si rivolgeva direttamente a lui dicendo: «Bernardo, abate di Chiaravalle solo di nome, a Hugo, soldato di Cristo e Maestro della milizia di Cristo: Combatti la tua giusta battaglia. Se non ricordo male, tu, Hugo carissimo, per una prima, una seconda e una terza volta mi hai chiesto di scrivere un sermone di esortazione, per te e per i tuoi compagni. Poiché non mi è lecito vibrare colpi di lancia, contro un potere ostile, mi chiedesti di vibrare colpi di penna, dicendo che non sarebbe stato di piccolo aiuto, se avessi potuto incoraggiare con le parole ciò che era consentito animare con le armi».