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Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012

Attualmente redattore del mensile Mistero

rivista dell'omonima trasmissione televisiva di Italia Uno

 

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Notizie ANSA

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La stangata continua... N.105 07/01/2012

È stato un capodanno col botto. Quello più rumoroso l’ha fatto il prezzo della benzina che ha raggiunto un nuovo record, 1,723 al litro, così come il gasolio che ha toccato, invece, quota 1,698. Il rialzo di un centesimo per la verde e di mezzo centesimo per il diesel hanno riguardato per ora i distributori Eni ed Esso. In questi giorni, però, gli aumenti potrebbero essere generalizzati. Una batosta non indifferente anche per i lucani e per i pugliesi. L’aumento si somma agli altri rincari, portando a un incremento netto del prezzo della verde del 18% e addirittura del 27% per il gasolio rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno scorso. Il prezzo della benzina (in modalità servito) va così da 1,716 euro al litro degli impianti Shell a 1,723 di quelli Eni (con le no-logo in leggero aumento a 1,628). Il diesel è passato dall’1,693 di Ip all’1,701 di Tamoil (con le pompe bianche a 1,597). Il Gpl, infine, oscilla tra 74,3 cent di Eni e 75,6 di Tamoil (no-logo a 0,726). Perfettamente in linea con gli aumenti anche i distributori lucani e pugliesi. Il nuovo rincaro dei carburanti si è trasformato nell’ennesima stangata sulle vacanze di fine anno con una maggiore spesa complessiva di 215 milioni di euro a livello nazionale. La rincorsa dei prezzi ha ormai annullato il divario concorrenziale tra benzina e gasolio. Il salasso sui poveri automobilisti, però, è solo una voce delle tante che, complice il varo della manovra governativa, peserà sulle tasche dei cittadini lucani e pugliesi fino a sfondarle definitivamente. Secondo la Coldiretti in media un pieno è costato e costerà più di un cenone di San Silvestro: 77 euro contro 75. La Confederazione italiana agricoltori ha affermato che, infilando nel conto anche bollette e trasporti, spenderemo più per il carburante che per mangiare: 470 euro al mese contro 467. Di numeri ce ne sarebbero altri, tutti buoni per raccontare il 2011 appena trascorso, annus horribilis anche per i rifornimenti di carburante. Senza gli aumenti d’imposte del 2011, la benzina costerebbe 19 centesimi al litro di meno e il gasolio circa 22. Questi aumenti sono superiori al margine operativo lordo del settore, cioè al guadagno dei distributori stessi. Ormai tra Iva e accise il 60% del prezzo della benzina e il 54% di quello del gasolio finisce nelle casse pubbliche. Un carico senza paragoni rispetto al resto d'Europa, considerato che per il diesel la Germania è al 50%, la Francia al 48% e la Spagna addirittura al 42%. Oltre ai ritocchi delle compagnie, sono stati cinque gli aumenti del prezzo destinati allo stato. Ad aprile con 0,73 centesimi per salvare il Fondo per lo spettacolo e a giugno con quattro centesimi per la guerra in Libia. Poi ancora 0,19 centesimi a luglio di nuovo per il Fondo per lo spettacolo e 0,89 a novembre per l'alluvione in Liguria e Toscana, fino alla mazzata del decreto “Salva Italia” con 9,9 centesimi in più. Senza contare poi le addizionali regionali che nel 2011 sono state introdotte da Abruzzo, Calabria, Piemonte e Puglia e che in queste settimane potrebbero essere ritoccate. Con il nuovo anno l`Italia si dividerà in due: dieci regioni avranno addizionali sulla verde (tra queste anche la Puglia) e dieci le lasceranno invariate (tra queste anche la Basilicata). L’addizionale regionale per la Basilicata sarebbe stata veramente una beffa per i lucani in procinto di ricevere la tanto agognata card per lo sconto sui rifornimenti. Nei soldi che quotidianamente lasciamo al benzinaio, anche se ormai assorbite come entrata ordinaria, ci sono ancora le 10 lire per il disastro del Vajont e per il terremoto del Belice, le 14 per la crisi di Suez del 1956 e addirittura le 2 lire per la guerra di Abissinia del 1935. Insomma un grande calderone dove finisce di tutto, pesando esclusivamente sulle tasche dei consumatori. Stranamente, ma non tanto, il prezzo del carburante continua a salire anche adesso che il petrolio è in discesa. In Basilicata e in Puglia, in particolare, ma il problema riguarda l’intero territorio nazionale, esiste un problema reale riguardante la rete dei distributori. Ci sono un quinto dei punti vendita di tutta Europa, ma le vendite sono solo un decimo del carburante totale. Il self service è ancora poco diffuso, anche se bisogna tener presente che potenziarlo potrebbe ridurre i posti di lavoro. Anche sugli orari di apertura siamo indietro rispetto alla maggior parte degli altri paesi della zona euro. In attesa della bonus card benzina per i lucani si prospetta un malus per chi nei prossimi giorni si recherà a fare benzina.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.105 07/01/2012