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Rassegna stampa

 

Notizie ANSA

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L'esodo al contrario N.75 21/05/2011

C’è chi parte e c’è chi arriva. Pomarico è un piccolo centro in provincia di Matera. Come gli altri centri dell’entroterra lucano soffre da anni di un progressivo ma inesorabile spopolamento. Molti decidono di andare via per cercar fortuna altrove; altri, invece, proprio in questi giorni arrivano in questo piccolo centro, protagonisti di un esodo al contrario. Quattordici persone provenienti dall’Africa sono giunte a Pomarico ospiti del primo centro Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) della provincia di Matera. Tali centri, istituiti secondo il DPR 303/2004 e il D.Lgs. 28/1/2008 n°25, per definizione sono strutture nelle quali è inviato e ospitato per un periodo variabile di venti o trentacinque giorni lo straniero richiedente asilo privo di documenti di riconoscimento o che si è sottratto al controllo di frontiera, al fine di consentire l’identificazione o la definizione della procedura di riconoscimento dello status di rifugiato.  I migranti, giunti in Basilicata già da qualche settimana, provengono dalla Libia, sebbene prevalentemente d’origine nigeriana. Altri venti profughi nigeriani sono arrivati a San Giorgio Lucano, dove nascerà a breve un altro centro di accoglienza simile a quello di Pomarico. Un altro centro è previsto anche a Latronico. A Pomarico i profughi saranno ospitati in un centro gestito da una cooperativa sociale. A San Giorgio Lucano sarà, invece, la parrocchia cittadina ad assicurare adeguata ospitalità. I centri, infatti, sono gestiti dalle Prefetture-Utg tramite convenzioni con enti, associazioni o cooperative aggiudicatarie di appalti del servizio. Le prestazioni e i servizi assicurati dalle convenzioni sono: assistenza alle persone, assistenza sanitaria, assistenza psico-sociale, mediazione linguistico culturale, ristorazione, servizio di pulizia e igiene ambientale e manutenzione della struttura e degli impianti. L’Ufficio Immigrati della Questura di Matera fa sapere che i profughi in arrivo sul territorio lucano, sebbene ospitati nelle strutture individuate, saranno liberi di muoversi sul territorio poiché dotati di un documento provvisorio. Gli ospiti, infatti, hanno fatto richiesta di asilo politico alla Commissione Immigrati di Crotone, competente in materia a livello territoriale. Terminato il periodo di accoglienza, al richiedente sarà rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo valido per tre mesi e rinnovabile fino al momento della decisione finale della commissione. In attesa dell’attribuzione dello status di “immunità e inespellibilità” oppure del “permesso di soggiorno per motivi politici”, inizia il difficile percorso d’integrazione nelle comunità ospitanti. Non solo, dunque, espulsioni e rimpatri. Per questa tipologia particolare di migranti anziché le porte dei centri d’identificazione ed espulsione (C.i.e.) si aprono quelle più accomodanti dei centri di accoglienza richiedenti asilo (C.a.r.a.). Mai acronimo fu più appropriato. Il diritto d’asilo politico è garantito dalla costituzione italiana in base alla Convenzione di Ginevra del 1951 e prevede il riconoscimento dello status di rifugiato per tutti quei cittadini stranieri che, per motivi di razza, religione, appartenenza sociale e/o politica, sono perseguitati nel paese di cui possiedono la cittadinanza o, in caso di mancanza di cittadinanza (apolidia), nel territorio in cui avevano la dimora abituale. Strano destino quello della Basilicata: chi arriva come chi parte è sempre legato al filo della speranza.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.75 21/05/2011