Giovedì, 28 Marzo 2024

Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012

Attualmente redattore del mensile Mistero

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Abusivismo edilizio_Basilicata in controtendenza n.45 16/10/2010

“Là dove c'era l'erba ora c'è una città e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà”. Questo era il ritornello che cantava qualche anno fa il molleggiato Celentano nella sua celebre canzone – Il ragazzo della Via Gluck. Era la fotografia perfetta dell’espansione economica e del boom cementifero italiano nel secondo dopoguerra. Era una visione, se vogliamo anche profetica, di periferie, sempre più allargate, di paesi che diventavano città. Era la rincorsa del progresso e al progresso. Colate di cemento non sempre fatte a regola d’arte. Lingue selvagge di cemento che prendevano il posto delle nostre campagne prospicienti ai centri abitati, queste sì selvagge a pieno titolo. Questo fenomeno, sempre attuale, interessa in maniera trasversale l’intero territorio nazionale, alcune volte ha la connotazione di un forsennato sviluppo urbanistico, altre volte sfocia nel vero e proprio abusivismo edilizio. Nella graduatoria su abusi edilizi, speculazioni edilizie e paesaggi violati la Basilicata è al 16esimo posto tra le regioni italiane, vale a dire tra quelle in cui il fenomeno è marginale. Infatti, sono 148 in tutto gli abusivismi, anche di modesta entità, accertati in Basilicata nel 2009 secondo quanto censito da uno studio di Legambiente. La Basilicata sembrerebbe, quindi, un’isola felice per quanto riguarda il fenomeno dell’abusivismo edilizio. La regione Basilicata si è dotata di una specifica normativa di regolamentazione del problema. Si tratta della legge regionale n. 23 del 1999 riguardante la "Tutela, governo e uso del territorio". La legislazione regionale affianca la legge urbanistica nazionale n.1150 del 17 agosto 1942 che ha introdotto il Piano Regolatore, denominato P.R.G., quale strumento urbanistico esteso all'intero territorio comunale. Tale strumento contiene indicazioni sul possibile utilizzo e tutela delle porzioni del territorio cui si riferisce. Gli uffici regionali, invece, dal canto loro, dando corso alla legge regionale citata, sono chiamati a valutare gli strumenti urbanistici predisposti dai Comuni. In particolare in Regione è attivo un Ufficio che s’interfaccia proprio con le diverse amministrazioni municipali, ricevendo rapporti mensili su accertamenti fatti e violazioni riscontrate e controllando, nei casi di acclarata violazione, che la repressione (demolizione, confisca ecc.) sia attuata e abbia tempi celeri. Con l’entrata in vigore della legislazione sul piano regolatore s’inizia a parlare compiutamente di abusivismo edilizio e poco dopo immancabilmente, in pieno stile italico, anche di condoni edilizi. In tutta Italia, dopo anni di costante flessione, nel corso del 2008 l’abusivismo sembra aver rialzato la testa con circa 28mila nuove infrazioni. Le regioni del sud Italia sono ai primi posti delle classifiche del cemento illegale secondo lo studio che Legambiente realizza ogni anno. Ecco perché il dato positivo della regione Basilicata fa ben sperare anche per il futuro, come confermato dal recente libro – La colata, edito da Chiarelettere, che fotografa il fenomeno a livello nazionale. Una delle poche volte nelle quali per la Basilicata essere in fondo ad una classifica nazionale non può che essere motivo di vanto.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.45 16/10/2010