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Falsi invalidi, pensioni vere N.38 28/08/2010

La Basilicata ha il suo primato. Primato, forse, non invidiabile ma pur sempre un primato. I dati delle verifiche effettuate dall’INPS per l’anno 2009 parlano chiaro e proiettano al vertice della classifica proprio la Basilicata riguardo al numero di falsi invalidi scoperti. L'anno scorso l'Inps ha erogato 2,7 milioni di pensioni d’invalidità civile e indennità di accompagnamento. La media nazionale dei falsi invalidi è del 17%. Un invalido su sei, in altre parole, non aveva le carte in regola. Oltre 40 mila falsi assegni cancellati grazie ai controlli. Su un campione di quasi 200 mila assegnatari di sussidio d’invalidità la Basilicata si colloca al primo posto per il numero di assegni revocati con una percentuale del 29%. In pratica uno su tre è un falso invalido e approfittava in maniera indisturbata dei soldi della collettività. Sono più di 30 mila le prestazioni erogate in Basilicata, a fronte dei quali il 5.2%, in rapporto al numero degli abitanti, risultano titolari delle stesse dei falsi invalidi. La Puglia, invece, si attesta sul 5.5%. Al primo gennaio 2010 in Puglia sono più di 226 mila le prestazioni erogate, di queste in seguito ai controlli sono state revocate il 16%. E’ proprio il rapporto tra falsi invalidi e popolazione residente che fa balzare in cima alla classifica la regione lucana. In sostanza pochi residenti ma tanti falsi invalidi. Nel dettaglio i ciechi sono 1.431, i sordomuti 711 e il resto comprende persone colpite da invalidità più o meno gravi. In sostanza, un lucano ogni 22 è un invalido civile (in Italia la media è di uno ogni 35, nel Sud di uno ogni 28). Ovviamente su questi dati incide in maniera determinante il progressivo ed inesorabile invecchiamento della popolazione lucana. Va ricordato, tuttavia, che negli ultimi sette anni, dal 1 gennaio 2003 al 1 gennaio 2010, le pensioni di invalidità e di accompagnamento a livello nazionale sono lievitate da 1,8 a 2,7 milioni (+48%). Il problema non è solo prettamente di ordine economico ma anche di giustizia sociale. Il numero elevato di richiesta di sussidio, nel quale confluiscono anche le richieste dei furbetti, non fa altro che rallentare, e di molto, la procedura di assegnazione delle indennità anche per i veri invalidi. Giro di vite, dunque, per i furbetti. I controlli a campione e una maggiore collaborazione e scambio d’informazioni tra INPS e Usl locali potrebbero rappresentare i giusti deterrenti per arginare questo mal costume imperante. Contare i soldi della pensione appena ritirata, ora, forse sarà un po’ più difficile per il falso cieco.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.38 28/08/2010