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Marx rosso satana - Novembre 2015

 

 

“Attraverso l’amore di Cristo volgiamo al tempo stesso i nostri cuori verso i nostri fratelli che sono intimamente a noi legati e per i quali Egli dette se stesso in sacrificio”. La frase appena citata è stata estratta da un tema scolastico titolato “L’unione dei fedeli con Cristo”; l’autore non era un seminarista, non era un chierichetto e neanche un predicatore provetto o improvvisato. A proferire queste parole è stato Karl Marx in uno dei suoi primi scritti giovanili.

Il principale esponente del movimento comunista può essere considerato una figura certamente poliedrica e centrale nel XIX secolo: filosofo, economista, storico, sociologo e giornalista. Il teorico per eccellenza della concezione materialistica della storia e del socialismo scientifico.

La vita di Marx non è stata certamente facile né idilliaca. È curioso, per esempio, notare l’infinita serie di lutti che ha colpito la sua famiglia: il suicido di due figlie e di un genero; tre figli sono morti di malnutrizione. Anche la figlia Laura ha visto morire tre dei suoi figli. La stessa Laura e suo marito hanno tentato di uccidersi insieme. Un’altra figlia, Eleonora, ha tentato di fare lo stesso con suo marito. Solo nefaste coincidenze?

L’altra mano di Marx

Nelle pieghe della storia ufficiale ci sono alcuni aspetti poco approfonditi e per alcuni versi poco noti della vita e della personalità dell’ideatore massimo dell’ideologia comunista.

Una stranezza salta subito agli occhi proprio osservando uno dei più famosi ritratti di Marx; il filosofo è ripreso con la mano nascosta nella giacca; questo gesto sembra naturale e quasi casuale, ma non è propriamente così.

 In realtà tale gesto è molto comune soprattutto osservando i ritratti di persone autorevoli e di un certo rango. Basti pensare, per esempio, ai ritratti di Napoleone. La "mano nascosta" è un simbolo ricorrente nei rituali del grado massonico "Royal Arch" e coloro che lo utilizzano se ne servono per comunicare la loro appartenenza agli altri iniziati e ai fratelli massoni.

In verità l’appartenenza alle file massoniche non è poi un fatto tanto eccezionale quando si parla di personalità del calibro di Karl Marx. Nel caso di specie, però, si tratta solo di questo?

L’altra faccia di Marx

A quanto pare no. Esiste uno studio organico e ben documentato che ha analizzato alcuni punti “oscuri” della vita del filosofo tedesco. Si tratta del libro, attualmente di difficile reperibilità, dal titolo “L'altra faccia di Carlo Marx” del pastore evangelico Richard Wurmbrand (1909-2001).

Wurmbrand ha messo in evidenza le probabili connessioni fra il marxismo e il satanismo, raccogliendo minuziosamente prove e indizi, ma soprattutto indagando in profondità nella vita privata di Marx.

È sorprendente notare l’evidente corrispondenza, quasi perfetta e naturale, degli elementi strutturali del mondo esoterico vicino al satanismo con i principali ideali che hanno mosso da sempre non solo Marx ma addirittura anche i più importanti fondatori dell'ideologia comunista; una traccia inesplorata e che, nel corso degli anni, è stata forse volutamente nascosta soprattutto dagli accoliti più vicini al filosofo tedesco.

Racconta Wurmbrand in un passo significato del suo libello: “Marx era un nemico dichiarato di tutti gli dèi, un uomo che aveva acquistato la sua spada dal principe delle tenebre, al prezzo della propria anima. Aveva dichiarato che il proprio scopo era l'attirare tutta l'umanità nell'abisso, e seguirla ridendo. Sua figlia Eleanor dice che, quando erano bambine, Marx aveva raccontato molte storie a lei e alle sue sorelle. Quella che le piaceva di più parlava di un certo Hans Röckle. Il racconto di quella storia durava mesi e mesi, perché era una storia lunga, lunga, e non finiva mai: Hans Röckle era una strega che aveva un negozio con giocattoli e molti debiti. Benché fosse una strega, era sempre in ristrettezze finanziarie. Perciò doveva vendere, contrariamente alla propria volontà, tutte le sue cose belle, l'una dopo l'altra, al diavolo; alcune di queste avventure erano orribili e ci facevano rizzare i capelli”. Un racconto non proprio adatto per una bambina.

L’altra giovinezza di Marx

Il nome completo di Marx era Moses Kiessel Mordechai Levi; sin dai primi anni della sua adolescenza si è professato cristiano, sebbene la sua famiglia avesse origini ebree. Infatti, suo padre Hirshel ha-Levi Mordechai, era discendente di una famiglia di rabbini; di tale estrazione ha conservato un chiaro retaggio culturale, sviluppando alcuni tratti intellettuali tipici degli studi talmudisti, ossia propri del testo sacro complementare più importante dell’Ebraismo. È singolare notare che Mardocheo è stato il figlio di Iair della tribù di Beniamino, una delle due tribù che costituirono il regno di Giuda prima della sua distruzione da parte dei babilonesi. L'origine del nome Mardocheo è incerta. Sembra che in aramaico significhi "servitore di Marduk", ossia del dio creatore della mitologia babilonese. Mardocheo è stato anche il primo personaggio della Bibbia al quale è stato riconosciuto il nome di "Yehoudi" che si traduce con il termine “giudeo”.

Poco dopo il diploma, nella vita di Marx è accaduto un mutamento radicale molto probabilmente dovuto a una grave malattia che l'avrebbe colpito, portandolo sull'orlo della morte. Come spesso accade dopo una grave malattia c’è un avvicinamento al divino; per Marx, invece, stranamente è successo esattamente il contrario. Da quel momento è diventato profondamente e appassionatamente anti-religioso. Proprio in quell'oscuro periodo della sua vita ha incominciato a scrivere alcuni poemi di chiara impronta esoterica e a tratti molto vicini alle tematiche del satanismo. Tra questi spicca, senza dubbio, l’opera “Oulanem”.

L’altro lato artistico

A proposito di quest’opera ha spiegato sempre Wurmrand “è necessario cogliere la rivelazione che lo stesso Marx fa nel poema - Il giocatore - segno chiaro della sua affiliazione a una setta satanico-luciferina: «Sorgono i vapori infernali e mi riempiono il cervello sin che impazzisco e mi si cambia il cuore. Vedi tu questa spada? Me l'ha venduta il principe delle tenebre. Per me batte l'ore e dà i segni. Sempre più audacemente suono la danza della morte». Il riferimento è alla spada incantata, strumento rituale che viene offerto all'adepto nel momento del giuramento di fedeltà a Satana, fatto con il suo sangue. La spada diviene immagine speculare della perdita dell'anima. Della dannazione eterna. «Ho però nelle mie giovani braccia – scrive Marx in un altro emblematico passaggio dell'opera - di che stringervi e schiacciarvi con la forza d'una tempesta, mentre per entrambi l'abisso si disserra nel buio.  Sprofonderai, ed io ti seguirò ridendo, Sussurrandoti all'orecchio, Discendi,Vieni con me, amico!» (Karl Marx, Oulanem, Atto 1, scena 2, pag. 63).

Oulanem è in fondo un'ode alla morte e alla perdizione eterna. Un inno all'anticristo. È importante notare che il termine “Oulanem” sia l'inversione e il camuffamento del nome biblico di Gesù “Emmauele” che in ebraico significa “Dio con noi”. Per i satanisti invertire i nomi sacri o le lettere degli stessi ha una forte valenza simbolica di negazione del principio semantico sacro. Simili inversioni di nomi, in particolare, sono caratteristici della magia nera. Secondo l'autore, inoltre, Oulanem è una composizione particolare: tutti i personaggi sono consapevoli della loro corruzione, non solo, ma la ostentano e la celebrano con convinzione.

L’altro Marx esoterico

Quando Marx ha scritto l’opera “Oulanem” era ancora lontano dall’elaborazione delle teorie del socialismo. Addirittura le contrastava. Negli anni successivi, invece, l’avvicinamento alle tematiche esoteriche si è coniugato e fuso in maniera indistinta con la maturazione degli ideali politici.

Il Manifesto Comunista, infatti, scritto nel 1848 altro non è stato che la copia rivista e corretta del celeberrimo piano degli "Illuminati di Baviera" in funzione anticattolica;  i punti più importanti del  programma sono stati concepiti durante il periodo di affiliazione e militanza dello stesso Marx all'interno della “Lega degli Uomini Giusti”, di diretta emanazione proprio dall’Ordine degli Illuminati di Baviera.

Marx, infatti, sarebbe stato iniziato nella “Loggia Apollo” di Colonia proprio nel periodo della stesura del Manifesto Comunista, ma avrebbe militato anche nella "Lega degli Uomini Giusti", precedentemente denominata "dei Proscritti" e poi "dei Comunisti".    

Gli illuminati inglesi avrebbero affidato a Marx ed Engels il compito di rielaborare i principi fondanti della setta in una forma nuova e pseudo-scientifica, mentre i finanziamenti necessari per la pubblicazione del Manifesto sarebbero stati erogati da Clinton Roosevelt e Horace Greely, entrambi membri della “Loggia Columbia” fondata a New York dagli stessi Illuminati di Baviera.

Per Marx, affinché le masse potessero conseguire la felicità, occorreva qualcosa di più che la semplice distruzione del capitalismo: occorreva “l'abolizione della religione, (l'oppio dei popoli) intesa come illusoria felicità dell'uomo”. È proprio su questi concetti di sovrapposizione degli elementi di antagonismo al capitalismo e affermazione dell’ateismo che si insinua l’altra faccia esoterica del pensiero marxista.

Una conferma diretta di questo è arrivata analizzando un altro poema: “Così ho perduto il cielo, Lo so ben io. La mia anima, un tempo fedele a Dio, È destinata all’inferno.” (Marx, La fanciulla pallida). Sembra chiaro l’intento di voler seguire lo stesso obiettivo del diavolo: consegnare alla dannazione l’intera razza umana.

Ancora più inquietante sembrerebbe un’epistola della moglie: “La tua ultima lettera pastorale, o gran sacerdote e vescovo di anime, ha di nuovo dato un tranquillo riposo alla tua povera pecorella”. La lettera è datata 31 marzo 1854. Sua moglie parlava di lui come di un gran sacerdote e vescovo. Di quale religione? Forse il riferimento era all’appartenenza a una setta? Eppure in questo periodo della sua vita aveva già abbracciato in maniera convinta gli ideali comunisti e l’ateismo.

La possibile connessione con il satanismo sembra essere confermata indirettamente anche da Mikhail Bakùnin, amico dello stesso Marx ed esponente anarchico della Prima Internazionale: “Il maligno rappresenta la ribellione satanica contro l'autorità divina, ribellione nella quale vediamo il germe fecondo di tutte le emancipazioni umane, la Rivoluzione. Satana è l'eterno ribelle, il primo libero pensatore ed emancipatore dei mondi. Egli fa sì che l'uomo si vergogni della sua bestiale ignoranza e obbedienza; lo emancipa, imprime sulla sua fronte il suggello della libertà e dell'umanità, spronandolo a disobbedire e a mangiare il frutto della conoscenza”. Egli scriveva ancora: “In questa rivoluzione dovremo risvegliare il Diavolo nelle persone, dovremo attizzare in loro le più basse passioni. La nostra missione è distruggere, non edificare. La passione per la distruzione è una passione creativa”.

C’è poi, infine, un altro elemento non trascurabile: la particolare barba di Marx e la sua lunga chioma; caratteristiche peculiari tipiche dei discepoli di Joanna Southcott, una sacerdotessa dedita al satanismo che si considerava in contatto diretto col demone Shiloh. 

L’altra storia ancora da scrivere

Da questi elementi emerge certamente un quadro complessivo poco noto del comunismo delle origini e dei suoi protagonisti: l’odore acre del fumo di satana resta in sospensione sotto la patina evanescente di un quadro composito che richiama le lotte degli operari e dei più deboli contro lo sfruttamento del capitale; una facciata dietro alla quale molto probabilmente si nascondeva ben altro. Una contraddizione apparente e poco dibattuta se si pensa che parecchi scritti di Marx sono attualmente ancora gelosamente custoditi presso l’Istituto Lenin di Mosca. Tali manoscritti potrebbero rivelarsi fondamentali per avere una comprensione completa dei veri scopi del movimento comunista europeo.

Risulta quanto meno singolare dover registrare la simpatia di Marx per ambienti e temi vicini al satanismo in virtù della sua forte avversione religiosa e alla propria vicinanza all’ateismo. Appare ancora più singolare constatare che nel suo studio privato campeggiava un busto mitologico di Zeus che nella tradizione greca rappresentava un crudele dio che si trasformava in animale e teneva prigioniera l’intera Europa. Un preoccupante vaticinio se si considera che la figura di Zeus, nota per la sua ferocia, è anche l’unico emblema che si ritrova nell‘atrio principale della sede delle Nazioni Uniti di New York.

Forse, per iniziare una ricerca approfondita in tale direzione, bisognerebbe partire dalla fine e constatare che Marx è stato sepolto nel cimitero londinese di Highgate il quale è, notoriamente, il principale centro del satanismo britannico.

 

 

 

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