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Il tribunale di Pisticci a rischio soppressione N.90 17/09/2011 - Giuseppe Balena

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Il tribunale di Pisticci a rischio soppressione N.90 17/09/2011

Un altro colpetto, un altro taglio secco. La mannaia impietosa della manovra finanziaria del governo ha colpito ancora o, comunque, potrebbe farlo. Il tribunale di Pisticci, in provincia di Matera, potrebbe sparire, tranciato di netto dalla lama affilata del provvedimento governativo e sacrificato sull’altare del contenimento della spesa pubblica. Interessati dal provvedimento sono anche gli altri due tribunali lucani di Melfi e Lagonegro. Scongiurato il pericolo della soppressione di ventiquattro piccoli comuni lucani e della Provincia di Matera, ora in bilico sono proprio i tribunali periferici lucani. In seguito all’approvazione, infatti, della bozza di riforma della geografia giudiziaria nazionale, la soppressione del tribunale di Pisticci è stata inserita nei capitoli che riguardano la riduzione degli uffici, la riorganizzazione delle procure e la riduzione del numero dei giudici di pace. Secondo i criteri adottati nella bozza di riforma proposta da Francesco Nitto Palma, ministro della giustizia, dovrebbero essere chiusi gli enti giudiziari periferici che non assicurano un’adeguata produttività in termini di svolgimento delle udienze. Resta da capire a questo punto se effettivamente il tribunale di Pisticci rientra nella lista nera dei presidi giudiziari distaccati che sono di fatto improduttivi. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, infatti, il tribunale di Pisticci ha un carico di lavoro nettamente superiore a quello di Matera, poiché serve un territorio più vasto e, nello stesso tempo, conta su un numero di risorse umane inferiori. Da oltre due anni la struttura è quasi alla paralisi a causa dell'assenza di cancellieri negli uffici del giudice di pace. L’assenza di personale qualificato determina una cattiva gestione della pubblicità degli atti; questo a sua volta comporta un aggravio di lavoro per gli avvocati. Bisogna precisare, infatti, che una sentenza non pubblicata non può essere utilizzata. Si crea, di fatto, uno stallo dell’attività giudiziaria. Da circa due anni, infatti, a Pisticci non si celebrano le udienze penali per i reati di competenza del giudice di pace. Sono, inoltre, due mila le cause civili sospese, seicento quelle penali, centinaia le sentenze civili che aspettano di essere pubblicate. La vicenda è paragonabile al gatto che si morde la coda. La situazione attuale è dovuta principalmente al taglio dei fondi attuati a livello centrale nel corso degli ultimi anni. E’ chiaro che oggi la struttura sconta notevoli ritardi nel regolare svolgimento dell’attività giudiziaria. Proprio per questo ci si chiede: dove andrà a finire questa ingente mole di lavoro se effettivamente si procederà alla soppressione? In questi giorni Vito Di Trani, sindaco di Pisticci, dovrebbe convocare un consiglio comunale ad hoc per discutere l’argomento. Intanto il primo cittadino è già sul piede di guerra: “Il quadro sarà più chiaro in breve tempo, ma l’ipotesi che questo scenario si concretizzi è sufficiente per esternare tutta la nostra preoccupazione. Purtroppo questa è l’ennesima conferma che il governo sta navigando a vista tra mille indecisioni. Se la decisione riguardante la soppressione delle sedi distaccate dei tribunali fosse confermata si tratterebbe di un danno molto serio per la nostra comunità. La precedente amministrazione, con decisioni anche coraggiose, ha investito tanto per dare al tribunale una nuova sede, dotata di tutte le infrastrutture necessarie”. Come nel caso della soppressione dei piccoli comuni e delle province, anche in questo caso l’emendamento presentato nella manovra bis potrebbe essere eliminato, altrimenti il tribunale di Pisticci sarà “condannato” alla chiusura senza un adeguato processo.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.90 17/09/2011