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Rassegna stampa

 

Notizie ANSA

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Il movimento dei forconi arriva anche in Puglia e Basilicata N.108 28/01/2012

“Il popolo non ha più pane”. “Dategli le brioches" rispose al primo ministro la regina Maria Antonietta mentre a Parigi stava per scatenarsi la rivoluzione. Nasceva così, con un’imperdonabile sottovalutazione politica, la rivoluzione francese. La stessa sottovalutazione che i media e, più in generale, la classe politica nazionale sta dimostrando nei confronti del cosiddetto “movimento dei forconi” che rapidamente sta prendendo piede in tutto il sud Italia. Le proteste sono iniziate in Sicilia, ma in tutte le regioni del sud stanno nascendo comitati spontanei di adesione. Una sorte di moderna spedizione dei Mille che sta risalendo velocemente l’intera penisola. Il comune denominatore è l’esasperazione di alcune categorie, in primis agricoltori e autotrasportatori, che non riescono più a svolgere regolarmente il proprio lavoro a causa dell’innalzamento eccessivo del costo della benzina e per l’effetto depressivo delle misure restrittive introdotte dal governo Monti. Non a caso il simbolo adottato è proprio il forcone, antico attrezzo agricolo, simbolo del duro lavoro nei campi, ma più volte utilizzato in varie epoche storiche anche come arma per le rivolte. Da emblema dello sfruttamento a feticcio della libertà. La rivolta, inoltre, è fomentata da un sentimento strisciante, ma ben distinto, di antipolitica. I telegiornali e i giornali ne parlano pochissimo, forse per paura di ingenerare un effetto moltiplicativo incontrollabile. Anche in Puglia e Basilicata proprio in questi giorni si stanno organizzando i movimenti di adesione. La pagina facebook “Il movimento dei forconi Basilicata” in pochi giorni ha già raggiunto quasi 200 iscritti e quasi 600 “mi piace”, ossia il gradimento espresso dagli utenti del social network. Il movimento si autodefinisce apolitico e nella descrizione della stessa pagina facebook si legge: “sulla scia delle grandi proteste siciliane, nasce questa pagina per raccogliere adesioni e organizzare così una grande manifestazione anche in Lucania. Il movimento è assolutamente apolitico, tant'è che tutti coloro che aderiscono accettano di opporsi a qualunque tentativo politico di manipolare questa organizzazione. Non facciamoci intimorire! Non facciamoci strumentalizzare! La prossima mossa che intendiamo realizzare è creare una "lista di richieste" da portare all'attenzione del governo. Ognuno di noi sa perché protesta, in primis perché non ci piace questa situazione politica, non voluta dal popolo, ma imposta dall'alto”. Le prime voci che si alternano sul web sono contrastanti. C’è chi inneggia già alla rivoluzione: “bloccate tutte le autostrade e le strade di comunicazioni fra paesi e città, perché siamo stanchi. Non si può più andare avanti. Anche l'Italia dovrebbe iniziare a prendere il coraggio di ribellarsi davvero a questo caro vita. I tg nazionali non ne parlano per paura che la notizia si espanda e che tutta la nazione prenda coraggio. Tutti devono sapere cosa sta accadendo in Sicilia e in Calabria. Basilicata sveglia: passaparola”. C’è chi, invece, è più cauto: “resta un movimento "virtuale" o si concretizzerà mai? Per me resta virtuale, perché gli agricoltori, gli allevatori e i trasportatori incazzati non stanno su internet, però, meglio virtuale che niente, almeno diciamo da che parte stiamo!”. Restano, comunque, alcune perplessità a livello organizzativo. In alcune regioni i referenti sono membri organici al movimento politico “Forza Nuova” di estrema destra. Com’è avvenuto, per esempio, anche in Puglia. Secondo gli organizzatori siciliani, invece, tutti i partecipanti, da quanto emerge, non sono di un particolare colore politico, ma sono persone comuni, vittime di una situazione sociale non più sopportabile; si stanno attuando proteste e blocchi pacifici autogestiti e organizzati soprattutto tramite il web. Nel metapontino l'esempio siciliano comincia a prender piede, sulla spinta del movimento “Terre joniche” già protagonista nelle scorse settimane di numerose manifestazioni per i danni della recente alluvione. Domenica 22 gennaio è stata organizzata un'assemblea pubblica in piazza Heraclea a Policoro. Nella pagina facebook dell’evento si legge: "Dalla protesta della Sicilia organizziamo il movimento per solidarizzare con gli autotrasportatori e gli agricoltori lucani, per dire no all'aumento del carburante, al pizzo delle banche e alle trivelle selvagge del decreto Monti". Intanto, timidamente, fanno capolino i primi blocchi stradali sulle principali arterie lucane e pugliesi. Corsi e ricorsi storici: Maria Antonietta non c’è più, in compenso abbiamo grande disponibilità di brioches. Forse ancora per poco.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.108 28/01/2012