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Caricato: lo studioso lucano di Leonardo Da Vinci N.106 14/01/2012

Il modo migliore per nascondere qualcosa è mostrarlo, lasciandolo sotto gli occhi di tutti senza farlo vedere realmente. Solo il genio burlone di Leonardo Da Vinci è in grande di fare questo con grande maestria. Sulla scia del successo del romanzo “Il codice Da Vinci” di Dan Brown, l’intera produzione leonardesca si è ammantata di un velo di esoterismo che ha permesso di studiare anche alcuni aspetti meno noti delle opere del genio fiorentino. Proprio in questa direzione un contributo innovativo è arrivato da un giovane lucano: Luca Caricato. Tutto è iniziato nel 2006 con la discussione della sua tesi di laurea presso l’Università degli Studi della Basilicata. La dissertazione che gli ha permesso di conseguire il titolo di dottore in lettere moderne ha segnato un punto di rottura rispetto all’interpretazione classica relativa ai dipinti del maestro fiorentino. Per la stesura della tesi lo studioso potentino si è recato più volte proprio al Louvre di Parigi dove sono custodite le opere di Leonardo, durante il periodo trascorso proprio nella capitale francese per lo svolgimento del progetto Erasmus. “Guardando e riguardando La Vergine delle Rocce - spiega Luca che durante il soggiorno parigino ha anche pubblicato un suo fumetto presso la prestigiosa libreria Boulinier dal titolo “Les aventures du petit bombo” (www.boulinier.com) - il mio occhio è caduto su alcuni errori grossolani, inconcepibili per Leonardo, perennemente alla ricerca della perfezione geometrica, della prospettiva e delle sfumature. Imprecisioni impercettibili a un occhio non competente, ma macroscopici a chi come me è più che un semplice appassionato di pittura: le pieghe strane del panneggio giallo che, posto all’altezza del ventre della Madonna, si snoda in una zona in ombra e in un’altra dove assorbe troppa luce per essere in una posizione non fondamentale del dipinto. Più che un semplice effetto di chiaro-scuro, sottolineato dalla convergenza degli sguardi di tutti gli altri personaggi raffigurati: Gesù Bambino, Giovannino il Battista e l’Arcangelo Uriel. Inoltre, è sospetta anche l’eccessiva lunghezza del braccio con cui la Vergine abbraccia, alla sua destra, il Battista”. Studiando le intuizioni di fisica ottica scritte negli appunti di Leonardo, Caricato ha trovato la strada per comprendere i messaggi eretici nascosti; in particolare ha applicando alle opere pittoriche principali le nozioni di stereoscopia, gli studi della luce, la riflessione ottica e il concetto di camera oscura. Proprio fondendo l’immagine diritta con quella speculare tramite l’uso degli specchi e dello stereoscopio è riuscito a ottenere un’immagine decriptata. Leonardo, infatti, avrebbe “nascosto” nel panneggio in prossimità del grembo della Vergine una presenza esoterica, quella di Asmodeo: un demone alto due palmi in posizione ricurva; questo rappresenta il custode dei tesori nascosti sulla terra, associato proprio a Uriel e alla chiesa di Rennes-le-Chateaux, dove la sua statua appare schiacciata sotto il peso di un’acquasantiera. Dopo attenti studi demonologici è giunto alla conclusione che Asmodeo è il demone della scienza proibita; ecco perché nell’iconografia classica tenta di liberarsi dal peso dell’acquasantiera che rappresenta la scienza che vince sulla dottrina e sui dogmi cattolici. Non è tutto, la scoperta diventa sempre più avvincente. Sovrapponendo, infatti, le immagini della Madonna delle Rocce si vede chiaramente che la stessa stringe la testa del bimbo mentre l'angelo fa il gesto di tagliare la gola. Senza dubbio scoperte affascinanti. Tutte queste teorie sono state raccolte l’anno seguente al conseguimento della laurea in un libro dal titolo “Scibile invisibile proibito”. Attualmente, però, il libro è in attesa di ristampa. Caricato continua a illustrare le sue teorie in giro per l’Italia. Nel 2007 ha avuto la possibilità di divulgare le scoperte al grande pubblico televisivo con la partecipazione nella trasmissione “Enigma” di Corrado Augias. Le sue intuizioni, inoltre, hanno richiamato l’attenzione di esperti e critici d’arte del calibro di Maurizio Marini e Luca Garai. L’autore di queste innovative scoperte ama definirsi studioso più che ricercatore, perché quest’ultimo è finanziato, mentre lui si autofinanzia, mosso da una vera e propria passione. A distanza di secoli Leonardo continua a stupire e a giocare in maniera esoterica con gli osservatori delle sue opere. Non c’è da meravigliarsi, infatti una sua massima recitava: “La pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede”.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.106 14/01/2012