Veneto vs Basilicata N.101 03/12/2011

Dice un proverbio veneto: “La goccia continua è quella che bagna”. Siamo, ormai, alla querelle aperta e reiterata tra la Regione Veneto e la Regione Basilicata. Una situazione che sfiora l’incidente diplomatico infra-regionale. La faccenda è veramente “strana”: negli ultimi tempi il Veneto non nutre molta simpatia nei confronti dei lucani e, per giunta, non lo nasconde neanche. Sarà, forse, per un fatto prettamente geografico e quindi di lontananza dalla Padania o, forse, per una mera questione politica a causa dello storico sbilanciamento della Basilicata verso il centrosinistra. Sta di fatto che tra le due regioni non corre buon sangue. Parlano i fatti. Già in occasione dell’emanazione del bonus card benzina il Veneto ha preparato lo sgambetto presentando il ricorso al Tar del Lazio per essere stato ingiustamente escluso dai benefici. Sgambetto quasi riuscito poiché il Tar, accogliendo il ricorso, aveva congelato tutto fino al marzo del 2012. Tutto questo in virtù del fatto che la Regione Veneto ospita un rigassificatore e non tollerava, dunque, l’esclusione dai benefici previsti dal governo nazionale per i territori interessati da attività petrolifera. Tiro mancino quasi riuscito se non fosse stato per la sentenza del Consiglio di Stato che ha, di fatto, dato il via libera alla bonus card lucana. I veneti, però, sono pragmatici. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha prima bocciato lo sconto benzina per i patentati lucani, poi ha cercato di emularlo chiedendo un trattamento simile per la zona di Rovigo interessata dal rigassificatore. Un colosso economico come quello del Veneto, più vicino alla Germania rispetto al resto d’Italia non solo geograficamente, non avrebbe nulla da temere nei confronti della piccola e povera Basilicata, eppure non è così. Questa volta l’ennesima polemica parte ancora dalla progredita regione del nord-est. “Pianura Oggi” giornale veronese abbastanza diffuso, vicino alla Lega, si è sentito offeso da Moody’s per il declassamento del Veneto agli stessi livelli della Basilicata. Moody's Corporation è una società, con base a New York, che esegue ricerche finanziarie e analisi su attività commerciali e sugli enti governativi. L'istituto assegna un rating per le attività economiche svolte da enti governativi e sub governativi. Questo indice misura la capacità di restituire i crediti ricevuti in base a una scala standardizzata e suddivisa tra debiti contratti a medio termine e a lungo termine. Terribile, dunque, essere stati “declassati” ai livelli infimi della Basilicata. Dopo la disputa a livello di giustizia amministrativa, questa volta la questione è più squisitamente di merito ed è il termometro che misura, qualora ci fossero ancora dei dubbi, la mancanza di rispetto nei confronti della Basilicata. Da che cosa deriva questo sentimento che possiamo definire, senza paura di essere smentiti, come vero e proprio astio? Non sarà mica dettato dalla presenza sul territorio lucano del petrolio? Il dubbio, in verità, sorge. Infatti, non mancano nelle sedi istituzionale puntatine piccate nei confronti proprio della Regione Basilicata: una volta per indicare al neo presidente del Consiglio Mario Monti che si deve occupare del Sud sprecone e assistito per risolvere i problemi della nazione, un’altra volta in maniera più diretta indicando la politica lucana come la più costosa d’Italia. Come si suol dire: hanno preso la mira e continuano a fare il tiro a segno. La Basilicata, forse, rappresenta il sud più povero pur essendo, per la presenza del petrolio, il territorio potenzialmente più ricco d’Europa. Quando, però, la volpe non arriva alla’uva dice che è acerba. Sarà, forse, questa la chiave di lettura di questo rapporto così poco idilliaco? Eppure nel corso degli anni post terremoto dell’80 non sono mancati i tanti approfittatori che anche dal nordest hanno sfruttato i fondi della legge 219/81 per poi lasciare il territorio lucano senza né lavoro né sviluppo. Per non parlare, infine, del “famoso” Bando Val Basento con il quale la Regione Basilicata, con fondi propri, negli scorsi anni ha messo a disposizione oltre 50 milioni di euro, guarda caso proprio agli imprenditori veneti. Arrivederci e grazie. Allora è inutile spendere altri fiumi di parole; anche perché, per esempio, a proposito di fiumi è sotto gli occhi di tutti la disparità di trattamento dello stato alluvionale in Veneto e in Basilicata: il primo ha già avuto tutto, la seconda sta ancora aspettando. Dice un altro proverbio veneto: “Se le parole pagassero il dazio, sarebbe un affare serio”. Forse ogni tanto bisogna ricordarselo.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.101 03/12/2011

Veneto vs Basilicata