Arriva la bonifica in Val Basento N.97 05/11/2011
Ci risiamo. Puntualmente e ciclicamente si parla della bonifica dell’area industriale della Val Basento. Di fatto, però, a oggi la zona resta deserta, con pochissimi insediamenti produttivi e soprattutto inquinata. Tanto è vero che proprio in questi giorni il Comitato di Indirizzo per l’attuazione dell’Accordo di Programma per la Bonifica della Val Basento ha stabilito le modalità per la bonifica. A comunicarlo è l’assessore all’Ambiente della regione Basilicata, Agatino Mancusi. A coordinare ed effettuare materialmente tutte le operazioni sarà la Sogesid, una società in house del ministero dell’Ambiente, ossia totalmente legata ai programmi dell’ente. Si tratta di un organismo a totale capitale pubblico e comune ai ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture. Gli interventi operativi saranno calendarizzati negli incontri delle prossime settimane. Intanto, la prima fase del programma prevede uno stanziamento di circa quattro milioni e mezzo di euro a carico della Regione e del Ministero. Nelle operazioni di bonifica saranno coinvolti la Provincia di Matera e i comuni della zona. Ha dichiarato l’assessore Mancusi: “Abbiamo rimesso in moto un processo delicato a cui la Regione Basilicata non ha smesso mai di dare e siamo consapevoli che l’impegno non termina qui. Resta la questione del finanziamento complessivo della bonifica - aggiunge - per il quale è stimato un fabbisogno di 27 milioni di euro ed è necessario lavorare al reperimento dei fondi per garantire celerità alle attività”. Da tempo si attendeva la fase operativa dell’Accordo di Programma sottoscritto il 21 dicembre 2009 dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione Basilicata; questi enti partecipano ognuno nella misura del 50%, pur essendo la bonifica di competenza nazionale. La Val Basento si estende nella parte centro-orientale della regione e comprende numerosi comuni tra i quali Ferrandina, Pisticci e Salandra. Rientra per il 30% nella provincia di Potenza e per il restante 70% in quella di Matera. Al suo interno sono inquadrabili quattro importanti insediamenti industriali: Pisticci scalo, Sito di Ferrandina-Salandra, Bernalda zona P.I.P. e Bernalda zona S.I.N. (La Filanda). Questi agglomerati industriali si sono insediati alla fine degli anni '80, ma dopo il miraggio dell’industrializzazione facile, è rimasto solo l’inquinamento di metalli pesanti, amianto e altri prodotti provenienti dalle attività industriali delle aziende chimiche che sono state operative in loco per pochissimi anni. L’area ora avrebbe bisogno della messa in sicurezza delle acque di falda e dei suoli. La legge n°179 del 2002 ha istituito il sito di Bonifica di Interesse Nazionale (S.I.N.) “Area industriale della Val Basento”. Questo che doveva essere il primo passo per arrivare alla bonifica di un’area devastata dai veleni industriali, invece, come nel caso di Tito, si è tramutato in un interminabile susseguirsi di Conferenze di Servizio tenutesi presso la sede del Ministero dell’Ambiente. Già nell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2009 si era proceduto allo svincolo dei suoli ricadenti negli ambiti comunali di Salandra (75 ettari), Ferrandina (1.100 ettari), Pisticci (330 ettari) Grottole (303), Miglionico (203) e Pomarico (839). Nel corso degli anni più volte si è cercato di procedere verso l’attuazione della bonifica, senza risultati apprezzabili, nonostante dotazioni finanziarie consistenti. Il rilancio industriale della zona passa prima di tutto dalla bonifica. Nel 2003 l'intero perimetro dell'area industriale era stato considerato potenzialmente a rischio e le successive indagini di caratterizzazione del suolo hanno consentito di stabilire che dei 3.330 ettari ben 3.140 non risultano inquinati ed hanno così potuto ottenere lo svincolo da parte del Ministero dell'Ambiente. 3.324.369,04 euro su un totale di 4.417.000,47 euro sono stati già spesi dalla Regione per le operazioni di disinquinamento (o presunte tali) della Val Basento. Dalle indagini già svolte sono emerse 65 situazioni di inquinamento con la presenza di sostanze pericolose rivenienti da processi industriali ricadenti in aree agricole. Intanto, già nelle prossime settimane arriveranno in Basilicata i tecnici del Ministero dell’Ambiente che si metteranno al lavoro sotto la regia della Regione. Sarà questa la volta buona?
Pubblicato sul settimanale Il Resto N.97 05/11/2011