Massacrateci tutti: il romanzo collettivo N.96 29/10/2011
Scrivere, in genere, è un’azione solitaria. Chi scrive si lascia trasportare dal fiume dei propri pensieri che si materializzano nel candore del foglio spoglio. Mentre avviene il miracolo, le parole riempiono lo spazio, smettono di essere private e diventeranno proprietà comune dei lettori. La scrittura diventa comunicazione per gli altri. Questo meccanismo può essere sovvertito, dando vita alla realizzazione di un romanzo collettivo, ossia dove a scrivere non è una o al massimo due persone, come nella maggior parte dei libri, bensì una moltitudine indefinita. L’originale progetto sperimentale è stato ideato da una giovane lucana, Nancy Citro. Il romanzo in divenire scritto a più mani prende il nome di “Massacrateci tutti”. Si tratta di un progetto editoriale che ha la pretesa di raccontare la storia, direttamente dalla voce di chi in prima persona vive le contraddizioni di questo tempo. Ognuno può raccontare la sua esperienza legata alle situazioni più disparate (lavoro, università, sanità, servizi, diritti non riconosciuti). Le storie, scritte anche in anonimato, faranno così parte di un libro che denuncerà lo stato attuale di degrado della società da nord a sud. Il prodotto finale darà voce a chi cerca un modo per urlare la propria indignazione quotidiana. Spiega l’ideatrice: "Il progetto editoriale - Massacrateci tutti - è nato circa un anno fa, quando vedendo il documentario "Amara Lucania" di Andrea Spartaco ho capito che non era più tempo di aspettare, c'era bisogno di urlare. Io ho iniziato a farlo scrivendo alcune righe di quello che potrà diventare un libro, dove si raccontano le storie di gente normale che ogni giorno si scontra con la quotidianità. Ho ricevuto storie di ragazzi indignati che per lavorare sono scesi a compromessi indicibili, padri con figli a carico che hanno perso il lavoro, italiani cui sono stati tolti tutti i diritti e che non hanno potuto fare niente. Cerco altre storie, senza connotazione geografica, da inserire nel libro per raccontare la realtà, ciò che accade oggi in Italia e ciò che la nostra società è diventata. Nessuno più ci rappresenta, dunque dobbiamo imparare a farlo da soli". Nancy Citro è una giovane scrittrice con all’attivo già la pubblicazione del libro “Un gioco proibito”. Per il prossimo libro che dovrebbe uscire da questo progetto ha scritto la prefazione, mentre la parte vera e propria si formerà grazie ai contributi delle esperienze di un esercito multiforme di scrittori. Durante la rubrica radiofonica di Radio popolare Roma l’ex terrorista e scrittrice Barbara Balzerani a proposito del progetto ha dichiarato: “Può essere uno strumento per dare voce e combattere l’isolamento e i ricatti di una condizione di perdita compiuta di diritti. E’ un progetto editoriale, ma anche un grido di dolore contro la diffusa rassegnazione che ha accompagnato la restaurazione liberista e che ha delegittimato il conflitto sociale come spinta e ideale di trasformazione”. Le storie, come in un puzzle, creeranno un’immagine rappresentativa e fedele del disagio sociale. Spiega nella prefazione l’autrice: "Esiste una sottilissima linea di confine tra la dignità e la sopravvivenza, a volte non possono coesistere entrambe, si sopravvive spesso senza dignità. È l’unico modo. Come in questo posto, qui tutto è indegno. Non si tratta di ciò che facciamo inconsapevolmente o di ciò che decidiamo di fare, il virus è ormai dentro ognuno di noi. Si è insinuato gradualmente, lo abbiamo fatto entrare nelle nostre coscienze spalancandogli le porte all’urlo sommesso di una parola: rassegnazione. La sensazione - spiega Nancy Citro - è quella di essere legati da un filo comune che chiamiamo sistema. La nostra personale disfatta, quella che accomuna l’esercito degli invisibili, è la consapevolezza che oggi le parole sono solo campagne politiche e le promesse disilluse da azioni quotidiane che rappresentano lo specchio nel quale ci riflettiamo tutti i giorni. Sono quelle stesse promesse alle quali reagiamo con un sorriso amaro, sicuri che sarà l’ennesima presa in giro. Fermi, bloccati in una stagnante rassegnazione”. Ognuno può dare il proprio contributo e continuare il racconto. L’e-mail dove spedire le storie è Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. “Massacrateci tutti” è il principio di autofagocitamento che stiamo attuando senza esserne consapevoli. Le piccole storie possono scrivere una parte della storia, quella in cui, forse, si sta perdendo di vista il presente.
Pubblicato sul settimanale Il Resto N.96 29/10/2011