Un referendum sul petrolio lucano N.88 03/09/2011

Miracolo a Matera, ma questa volta i santi non c’entrano. Anche se l’intento potrebbe essere sacro, la questione è squisitamente profana. Dal primo al tre ottobre in circa duecento parrocchie sparse su tutto il territorio lucano si terrà un referendum sullo sfruttamento del petrolio lucano. D’altro canto non si poteva scegliere posto migliore per l’esercizio del “voto”. L’iniziativa, infatti, è promossa dall’associazione “Miracolo a Matera” e si svilupperà utilizzando un istituto giuridico non previsto nella costituzione italiana: il referendum propositivo. Questo, a differenza del referendum abrogativo, permetterà ai cittadini di esprimere la propria opinione sulla faccenda economica più importante a livello regionale: il petrolio e la sua gestione. I cittadini lucani potranno esprimere la propria opinione su due proposte: lo stop alle nuove trivellazioni e la rinegoziazione delle royalties al 50%. Si legge sul sito dell’organizzazione: “Le royalties sono una forma di compensazione ambientale pagate per i danni causati dalle estrazioni. Se è vero che il sottosuolo appartiene allo stato, i macchinari vanno sul suolo lucano e i danni delle estrazioni li subiscono i lucani. Perciò quelle royalties sono un nostro diritto”. E’ per questo che Isaia Giannetti, giovane italo americano a capo dell’iniziativa, punta l’attenzione in primo luogo sul recente Memorandum d’intesa tra stato e regione. “Non servono altre trivellazioni - continua Giannetti - ci devono soltanto pagare il petrolio al suo valore di mercato, aumentando le royalties al 50% e utilizzare gli introiti per creare economia. Da quindici anni i lucani, a parte il risibile bonus di 90 euro mensili, continuano a pagare la benzina più dei piemontesi, scontano il tasso più alto di tumori e vivono in una regione praticamente senza sviluppo”. Proprio sulla scorta di questi dati sono scaturiti i due quesiti della proposta referendaria. La Basilicata ha i giacimenti petroliferi più grandi a livello europeo. Da oltre quindici anni si estraggono circa 80mila barili al giorno di petrolio per un valore di oltre otto milioni di dollari; circa 240 milioni di dollari al mese. Con l’approvazione del Memorandum si dovrebbe arrivare a oltre 200mila barili al giorno, allargando la zona estrattiva praticamente in maniera trasversale a tutta la regione: Montescaglioso, Potenza, Garaguso, Valsinni, Nova Siri e Stigliano, solo per citare alcuni comuni. La Basilicata, inoltre, riceve la quota di royalties più bassa se confrontata con i dati delle altre nazioni. Libia e Indonesia, per esempio, ricevono dalle aziende petrolifere l’85%, Russia e Norvegia l’80%, Alaska il 60% e il Canada il 50%. La Basilicata solo il 7%, forse prossimamente elevabile al 10%. Isaia Giannetti è già sul piede di guerra: “La consultazione referendaria è importantissima soprattutto per il modo con il quale ci interfacceremo d’ora in poi con la politica. Non subiremo le decisioni disastrose - continua l’italo americano - di chi ha il dovere di governare e fare il nostro interesse. Il popolo ha il potere di creare proposte e forzare i politici a seguirle. I politici hanno solo paura di perdere la poltrona, perciò, saranno costretti a seguire quello che sarà il responso del referendum, sebbene questo sia dal punto di vista istituzionale privo di valore legale”. Sul sito dell’associazione, raggiungibile all’indirizzo www.miracoloamatera.com, si possono trovare le idee guida del progetto, il manifesto dell’iniziativa e il modulo per l’adesione alla petizione. Il vero “miracolo” sarà in prima battuta portare i lucani a esprimere la loro opinione in questa insolita forma di esercizio di democrazia diretta.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.88 03/09/2011

Un referendum sul petrolio lucano