La nomina degli scrutatori sempre i soliti noti? N.72 30/04/2011

Sei stato nominato. In questi giorni questa frase non riecheggerà negli studi televisivi del Grande Fratello, ma negli atri dei palazzi comunali dei centri che si accingono a votare per le prossime elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. Dal reality show televisivo allo show reality della politica. In occasione, infatti, di ogni consultazione elettorale la legge prevede la nomina degli scrutatori. Succede, però, sempre più spesso che per uno strano caso del destino gli scrutatori e i presidenti di seggio siano gli stessi delle passate tornate elettorali. La nomina degli scrutatori è effettuata dalla commissione elettorale comunale tra gli elettori iscritti nell'apposito albo. L'iscrizione al suddetto albo avviene presso l'anagrafe del comune di residenza ed è aperta a tutti i cittadini che hanno più di diciotto anni e godono dell'elettorato attivo e passivo. Tale iscrizione è a vita, ma si decade in due casi: quando si cambia comune di residenza e al momento del rifiuto di una nomina. La commissione elettorale si riunisce in pubblica adunanza nella sede del comune e assegna gli incarichi per tutte le sezioni elettorali presenti sul territorio. In passato tale nomina avveniva tramite sorteggio casuale al computer (legge n. 95 del 1989), mentre attualmente la chiamata è diretta e nominativa (legge n. 270 del 2005). La commissione, quindi, vota all'unanimità un insieme di persone fra gli iscritti all'albo. Qualora dopo le prime due votazioni non si raggiunga l'unanimità, ogni membro della commissione può proporre due nomi e si vota a maggioranza. In caso di parità dei voti è proclamato eletto il più anziano di età. Da qualche anno, dunque, si è ritornati al sistema già in vigore dal 1948 al 1992 quando era prevista una ripartizione dei cinque scrutatori in maniera proporzionale ai voti ottenuti dai partiti nella precedente elezione. Anche il presidente di seggio era designato dalla Corte d'Appello, sebbene su indicazione dell'ufficio elettorale del comune. Ora invece, esiste un albo nazionale separato, cui ci si iscrive gratuitamente e a vita, presentando domanda alla Corte d'Appello. La stessa Corte effettua la nomina tramite chiamata diretta e assegna il seggio in cui espletare l'incarico, solitamente nel comune di residenza o comunque nell'ambito provinciale. Il segretario di seggio è, invece, nominato direttamente dal presidente. La commissione elettorale potrebbe adottare, comunque, un criterio misto di merito e reddito, chiamando giovani studenti, disoccupati o pensionati. Questa seconda opzione, però, è praticata sempre meno. Le poche centinaia di euro a titolo di compenso finiscono sempre ai soliti noti: amici dei politici locali, amici di amici, parenti e affini. La sostituzione del metodo del sorteggio con quello della nomina è diventato, così, un ulteriore strumento nelle mani della politica che fagocita consensi a pagamento. Paradossalmente la nomina del Grande Fratello è più democratica poiché effettuata dal pubblico; nel reality della politica a essere nominato è, invece, spesso il fratello grande del politico di turno.