Tagli agli enti locali: è tempo di Quaresima N.57 15/01/2011
E’ passato Babbo Natale e pure la Befana ma i Comuni lucani non hanno avuto regali. Anzi la vecchia occhialuta e dal naso aquilino ha lasciato solo cenere e carbone. Complessivamente, infatti, i comuni lucani subiranno tagli nel prossimo biennio per circa 40 milioni di euro ai quali vanno aggiunti altri 30 milioni di euro programmati lo scorso anno. E’ questo il primo effetto del federalismo fiscale approvato dal governo Berlusconi in attuazione del Titolo V della Costituzione e della legge-delega Calderoli (n. 42/2009). Dieci miliardi di euro, invece, è la cifra complessiva che i comuni italiani potrebbero dover tagliare nelle voci di spesa dei propri bilanci. Ovviamente a essere ulteriormente penalizzati sono sempre i Comuni del sud. In particolare il comune di Potenza, ad esempio, subirà tagli superiori al 10%, ben al di là della media dei tagli per gli altri capoluoghi di provincia. Non va certamente meglio al comune di Matera che tra il 2010 e il 2014 potrebbe dover fare i conti, è proprio il caso di dirlo, con circa il 3% in meno di risorse disponibili. Tutto questo significa soprattutto tagli dei servizi fondamentali per i cittadini. Gli effetti negativi saranno moltiplicativi se considerati alla luce anche del blocco dei fondi FAS e degli effetti indotti dal Piano per il sud. In sostanza ai comuni sarà garantita dallo stato solo la spesa per le funzioni fondamentali (fabbisogno standard), mentre il meccanismo perequativo della capacità fiscale dovrebbe provvedere alla spesa per le funzioni di altra natura. Un ulteriore principio generale per la definizione della modalità di finanziamento degli enti locali sarà quello relativo alla valutazioni di alcune specifiche caratteristiche degli enti locali, in particolare le dimensioni demografiche e territoriali. Allora come potranno procedere i Comuni per fare cassa? Nell’attuazione della delega la legge statale potrà sostituire o trasformare tributi già esistenti, ovvero attribuire a comuni e province tributi o parti di tributi già erariali. Inoltre, per i comuni e le province sono previsti “tributi di scopo” che gli stessi enti possono applicare con riferimento a particolari finalità. In particolare i Comuni, in via prioritaria, potranno fare affidamento al gettito derivante dalla compartecipazione all’IVA, dalla compartecipazione all’IRPEF e dall’imposizione immobiliare, con esclusione dell’abitazione principale; le province, invece, dovranno fare riferimento al gettito di tributi relativi al trasporto su gomma e alla compartecipazione a un solo tributo erariale. In sostanza, quindi, i singoli Comuni dovranno autofinanziarsi le spese non fondamentali secondo le proprie potenzialità fiscali e avranno accesso a un fondo perequativo in base a determinati criteri stabiliti per legge. Tutto questo sulla testa dei cittadini che si vedranno dimezzare alcuni servizi e aumentare contestualmente l’imposizione fiscale locale. Dopo i bagordi natalizi è tempo di Quaresima. Nelle prossime pagine approfondiamo quello che potrà accadere nei nostri Comuni.
Pubblicato sul settimanale Il Resto N.57 15/01/2011