Il verde speranza della Basilicata N.53 11/12/2010
“Verde, la speranza mai si perde” recita un vecchio adagio. A sorpresa la Basilicata si colloca al terzo posto a livello nazionale nella classifica dell’IGE (Indice di Green Economy) che definisce la graduatoria delle regioni più verdi d’Italia. L’inattesa medaglia di bronzo nella classifica stilata da Fondazione Impresa assume un valore ancora più rilevante se si considera che la Basilicata è preceduta dalle corazzate Trentino Alto Adige e Toscana, classificatesi rispettivamente al primo e secondo posto. La Puglia è, invece, incredibilmente all’ultimo posto. L’IGE confeziona la graduatoria sullo stato dell’economia verde in Italia in conformità a nove indicatori di performance che descrivono business prioritari (energia elettrica da fonti rinnovabili, agricoltura biologica), abitudini verdi (raccolta differenziata e smaltimento dei rifiuti) ed efficienza energetica (valore aggiunto prodotto/consumi totali di energia). Con un ulteriore approfondimento delle cifre le sorprese non finiscono; considerando, infatti, il mix di energie rinnovabili (idrico, eolico, fotovoltaico, geotermico, biomasse) nella classifica troviamo Sardegna, Molise e ancora la Basilicata come produttrici virtuose di energia elettrica. Ancora tre regioni del sud che da tempo puntano sulla produzione di energia elettrica mediante fonti rinnovabili non idriche. In valore assoluto al primo posto svetta ancora la Toscana (1.534 KWh pro-capite), ma a seguire troviamo solo regioni del sud: Molise (1.427 KWh pro-capite), Basilicata (986 KWh pro-capite), Puglia (659 KWh pro-capite), Sardegna (651 KWh pro-capite) e Calabria (616 KWh pro-capite). In Basilicata, fatta cento, dunque, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, l’incidenza dell’idrico è del 38,9%, del 42,7% per l’eolico, del 2,3% per il fotovoltaico e del 16,1% per le biomasse. La sorpresa maggiore arriva analizzando gli indicatori relativi all’agricoltura biologica. La Basilicata con 569,3 operatori/100 mila abitanti è la punta d’eccellenza a livello nazionale nella classifica relativa agli operatori (agricoltori, trasformatori, commercianti) seguita da Calabria (326,2), Puglia (153,8), Umbria (149,3), Sicilia (147,1) e Marche (144,8). Ancora la Basilicata in vetta per quanto riguarda la superficie destinata all’agricoltura biologica con 20,7% superficie di agricoltura biologica/SAU; a seguire troviamo Calabria (17,7%), Sicilia (16,5%), Lazio (11,8%), Toscana (11,8%) e Puglia (11,7%). Negativo, invece, la performance per la Basilicata l’indicatore del dato aggregato relativo alla raccolta differenziata (18° con solo il 9,1% sul totale dei rifiuti) e quello dei rifiuti smaltiti in discarica (quasi l’80%). I ricercatori di Fondazione Impresa chiariscono: “è auspicabile gestire la green economy come una riforma graduale e incrementale piuttosto che come una rivoluzione. Gli attori della green economy dovranno sviluppare azioni di riconversione dell’offerta, della domanda, della formazione e dell’occupazione. È solo investendo nella creazione e nella promozione di nuovi business, nello sviluppo e la ricerca di nuove tecnologie, nella sensibilizzazione di cittadini e consumatori, nella formazione di professionisti e professioni verdi, i cosiddetti green jobs, che possiamo vincere la sfida della green economy e assicurare un ambiente migliore e sostenibile alle future generazioni, anche quale exit strategy dalla crisi economico-finanziaria”. Considerata la buona posizione della Basilicata in classifica generale le domande nascono spontanee: dove sono tutti questi posti di lavoro nella green economy lucana? Come si potrebbero ricavare realmente? Dal verde la speranza non si perde.
Pubblicato sul settimanale Il Resto N.53 11/12/2010