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Notizie ANSA

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Gli ospedali lucani dimenticati ma non da dimenticare N.40 11/09/2010

“Non scenderemo dal tetto se non ci danno i posti letto”. E’ questo lo slogan rimato che ha accompagnato la variopinta e chiassosa fiaccolata tenutasi giovedì 2 settembre a Pisticci in provincia di Matera contro lo smantellamento del vicino ospedale di Tinchi. E’ stata una grande mobilitazione di gente proveniente da Pisticci, Tinchi, Metaponto, Bernalda e dagli altri paesi del circondario. Slogan pacifici ma gridati con forza, con la dignità di chi vuole difendere strenuamente i propri diritti e in particolare i servizi sanitari presenti sul territorio. Alcuni componenti del comitato Cittadini Attivi di Bernalda sono ormai al terzo mese di protesta sul tetto del nosocomio di Tinchi. Il braccio di ferro sta diventando estenuante e si paventa anche la possibilità a breve di bloccare la statale jonica. Non più tardi di un anno fa nella stessa struttura è stata inaugurata una piscina di riabilitazione fisiatrica costata alle tasche dei contribuenti circa 400 mila euro. La strada intrapresa nel segno della specializzazione dei servizi, l’unica praticabile in virtù della razionalizzazione delle risorse economiche, sembra aver avuto una battuta d’arresto inesorabile. Recenti sono anche gli ammodernamenti e la messa in sicurezza del terzo piano, dichiarato, però, inagibile poco dopo. Una petizione di oltre 12 mila firme sono già sulle scrivanie della regione e dell’ASM. Dal 1° luglio a Tinchi non ci sono più ricoveri e lavorano solo alcuni medici per i servizi ambulatoriali. Smembramento o specializzazione delle prestazioni? Questo è l’enigma amletico al quale vogliono una risposta i manifestanti del baricentrico presidio ospedaliero di Tinchi. Lo stesso enigmatico dubbio persiste anche per l’ospedale di Stigliano sempre in provincia di Matera. Sul piede di guerra le organizzazioni sindacali del presidio che rivendicano l’applicazione degli accordi sottoscritti tra regione, ASL n. 5 di Montalbano Jonico e organizzazioni sindacali di categoria. Gli accordi sottoscritti prevedevano 18 posti letto di lungodegenza semplice e 12 di riabilitativa, 20 posti di medicina geriatrica e 18 di hospice oltre a servizi di fisiokinesiterapia, radiologia, laboratorio analisi e primo soccorso per 24 ore, poliambulatori multidisciplinari e chirurgia in day surgery. La spoliazione in questo caso passa attraverso la riduzione del personale medico e non e attraverso la trasformazione del punto di primo soccorso da 24 ore a 12 e quella dei servizi diagnostici da 24 a 6 ore. I presidi ospedalieri periferici del comprensorio materano, come quelli di Tinchi e Stigliano, dunque, non godono di buona salute, è proprio il caso di dirlo. La regione nicchia e nel frattempo in questi giorni risponde con l’approvazione dei POIS – Piani di Offerta Integrata di Servizi. L’obiettivo, con questi strumenti, è quello di avvicinare ai cittadini i servizi socio-assistenziali erogandoli direttamente nei territori di residenza. La proposta dell’assessore regionale alla Sanità, Attilio Martorano, prevede un investimento, realizzato con fondi europei, di oltre 82 milioni e mezzo di euro. L’intervento riguarderà sette assi territoriali che, con altrettanti progetti, porteranno all’erogazione di servizi su tutto il territorio regionale ad esclusione dei due capoluoghi di provincia. In pratica si realizzeranno punti salute, poliambulatori e punti di erogazione di cure al fine di evitare, dove è possibile, il ricorso al ricovero ospedaliero. La realizzazione certamente non sarà immediata, ma è abbastanza chiaro, invece, l’indirizzo della regione in ambito sanitario. E intanto sul tetto si continuano ad aspettare i posti letto.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.40 11/09/2010