Basilicata regione sprecona

“Non c’è povertà senza difetto” recita un vecchio adagio popolare. In sostanza non ci si riduce sul lastrico senza aver perseverato in un comportamento pernicioso. Il bilancio pubblico colabrodo è pertanto, certamente il risultato di decenni di sprechi, spese folli ed elargizioni indiscriminate di privilegi. Fatta la somma di queste voci, il totale si chiama disastro finanziario. Si scopre così che una parte determinante di queste voci è imputabile anche alle regioni; la crescita della spesa annuale di questi enti è passata tra il 2000 e il 2009 da 119,3 a 209 miliardi di euro: un aumento netto del 75%.

Top ten degli sprechi

La top five delle regioni che spendono di più è capeggiata dall’Umbria (+143%), seguita a ruota dalla Sicilia (+125,7%); in terza posizione c’è l’Emilia Romagna (+125%), in quarta troviamo la Basilicata con un +115,2%. In pratica una regione di circa 600mila abitanti ha più che raddoppiato la propria spesa. Per fare che cosa? Come sono spesi i soldi pubblici? Sarebbe compito degli amministratori evidenziare i vantaggi apportati da questo notevole incremento di spesa. Se c’è stato, però, nessuno l’ha notato. Allora si arriva al paradosso: la politica chiede ai cittadini di indicare dove si annidano gli sprechi. Con un modulo, inserito nella pagina della “spending review” del sito del governo, viene chiesto ai cittadini di “dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili”. E’ un po’ come se il medico chiedesse al paziente un suggerimento per la cura. In pochi giorni sono arrivati più di 95mila messaggi da parte dei cittadini che segnalano una mappa degli sprechi variegata e allo stesso tempo allarmante. In verità il “dottor” Monti ha già indicato alcune misure di cure: eliminazione delle spese di rappresentanza e quelle per i convegni, ridimensionamento delle strutture dirigenziali esistenti e riduzione anche mediante accorpamento degli enti strumentali, vigilati e delle società pubbliche. Sono solo alcune delle undici attività di revisione della spesa contenute nella direttiva firmata dal presidente del Consiglio Mario Monti e dal ministro Piero Giarda per raggiungere 4,2 miliardi di risparmio nel 2012.

Lo spending review lucano

Anche la regione Basilicata sta cavalcando l’onda lunga dello spending review, forse proprio perché ha intrinsecamente consapevolezza di essere una delle regioni italiane cosiddette “sprecona”. Lo spending review in salsa lucana passa attraverso il sito internet del consigliere Ernesto Navazio di “Io amo la Lucania”; è apparso un modulo “Esprimi la tua opinione” con la possibilità di dare suggerimenti, segnalare uno spreco o le spese futili a livello regionale. Ecco alcuni dei suggerimenti dei cittadini: troppi enti sub-regionali, dirigenti che dirigono solo se stessi, auto blu, tante stazioni appaltanti in giro per la Basilicata, stipendi alti per assessori, consiglieri e manager e illuminazione degli uffici regionali attiva fino a tarda sera. E’ la stessa regione spendacciona, però, a giocare d’anticipo. Il 20 marzo scorso, infatti, è stata istituita una task force incaricata di definire i fabbisogni standard dei programmi di spesa dei dipartimenti regionali e analizzare i diversi capitoli di articolazione del bilancio regionale. Questo gruppo di lavoro cercherà d’individuare duplicazioni, sprechi, risorse bloccate o assegnate per obiettivi non più attuali. Fino ad oggi, però, il fantomatico gruppo di revisionisti della spesa, costituito da tredici dirigenti e coordinato dal dirigente generale della presidenza della giunta, non si è mai riunito. Come nel più consueto costume italiano: controllori e controllati coincidono. E’ proprio vero: non c’è povertà senza difetto.

 

Pubblicato sul settimanale L'Altravoce N. 3 26/05/2012

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