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Pitagora il padre dell'esoterismo - Giugno 2016

 

“Non so di nessun altro uomo che abbia avuto altrettanta influenza nella sfera del pensiero”. Bertrand Russell, uno dei filosofi più autorevoli del secolo scorso, si esprimeva in questi termini a proposito di Pitagora. Definire in maniera esaustiva la sua figura è impresa ardua: matematico, scienziato, filosofo, politico, astronomo e taumaturgo. Una personalità poliedrica e complessa le cui tracce si perdono a metà strada tra il mito e la storia. Il suo nome è associato alla tabella pitagorica al suo teorema, ma certamente è un punto di riferimento della cultura occidentale, essenzialmente un iniziatore, un innovatore e uno studioso degli elementi fondanti e fondamentali dell’esoterismo. Un personaggio, dunque, particolare e unico al limite della leggenda.

Chi era Pitagora

Nato a Samo, un'isola greca dell'Egeo orientale nel 570 a.C. circa, della sua vita privata si conosce ben poco e la maggior parte delle testimonianze che lo riguardano sono di epoca successiva. Secondo la tradizione il padre era un cittadino facoltoso di nome Mnesarco. In un’opera di Apollonio è citato anche il nome della madre, una certa Pithaide.

Ancora bambino è stato avviato dal padre agli studi della musica e della pittura. In età adolescenziale si è recato a Mileto dal maestro Anassimandro dal quale ha ricevuto le prime nozioni di geometria e astronomia. Molto probabilmente ha studiato in maniera approfondita le conoscenze matematiche degli Egizi, dei Caldei, dei Fenici e dei Babilonesi. Da questi, in particolare, ha appreso le arti magiche e le nozioni esoteriche. Da Samo, poi, si è trasferito nella Magna Grecia.

A Crotone, all'incirca nel 530 a.C., ha fondato la cosiddetta scuola pitagorica.  Il trasferimento è stato dovuto molto probabilmente a cause politiche in quanto si schierò duramente contro la tirannide di Policrate. Si sposò con Teano, dalla quale ebbe tre figli: due maschi (Arimnesto e Telauge) e una femmina (Damo).

Morì a Metaponto, località lucana sullo Ionio, nel 495 a.C. circa.

Tutta la sua vita è ammantata da un singolare alone di mistero. Per esempio si narra che in un solo giorno, secondo la testimonianza di alcuni biografi del mondo antico, egli si incontrò e si intrattenne pubblicamente, a Metaponto e a Tauromenio in Sicilia, con i discepoli delle due città. Si racconta, inoltre, che prevedeva infallibilmente i terremoti, lo scoppio di epidemie, arrestava le bufere di vento, impediva le inondazioni, sedava la furia di mari e di fiumi per permettere il facile passaggio dei suoi discepoli. Egli era in grado di placare per mezzo dell’utilizzo di alcuni suoni, di canti e di incantesimi le sofferenze sia dell'anima sia del corpo. Pitagora è tradizionalmente considerato l'iniziatore del vegetarianismo in occidente e legava questa pratica alle sue ben radicate credenze sulla metempsicosi.

Nel periodo del tardo neoplatonismo è stato presentato come figlio del dio Apollo. Secondo la leggenda, infatti, il nome risalirebbe etimologicamente a una parola che significherebbe "annunciatore del Pizio", cioè proprio del dio Apollo; altre fonti lo farebbero risalire al verbo "persuadere" quindi implicitamente a "colui che persuade la piazza".

Si giunse così a considerarlo profeta, guaritore, mago e ad attribuirgli veri e propri miracoli.

Quasi sicuramente Pitagora non ha lasciato nulla di scritto pur avendo composto un libro dal titolo “Hieros logos” che però è arrivato a noi tramite le citazioni fatte da alcuni filosofi vissuti in epoche successive. La trasmissione delle conoscenze pitagoriche è avvenuta essenzialmente per via orale tramite la scuola fondata e strutturata proprio dal maestro.

La scuola pitagorica

Il nome di Pitagora è strettamente legato alla costituzione della scuola di pensiero omonima, dove si prestava particolare attenzione alle nozioni matematiche e nella quale fu elaborato proprio il famoso teorema di Pitagora. Oltre a questo aspetto egli si è occupato anche di filosofia, strutturando un proprio pensiero e mutuando alcuni aspetti dall’orfismo. Alcuni attribuiscono a Pitagora addirittura la paternità del termine "filosofia". La novità del pensiero di Pitagora rispetto all'orfismo è rappresentata dal fatto che la conoscenza è intesa come strumento di purificazione; l'ignoranza è ritenuta una colpa dalla quale ci si libera solo con il sapere. Un approccio certamente innovativo e moderno rispetto al tempo in cui viveva. In seno alla sua scuola era presente una distinzione tra i discepoli detti "Matematici" e quelli "Acusmatici" (da “akousma”, ossia detto orale). I primi costituivano la cerchia più stretta detta “eteria”: vivevano nella scuola, erano celibi, non mangiavano carne e potevano interagire con il maestro. Gli altri, invece, doveva prima seguire un percorso di studi dai tre ai cinque anni. L'insegnamento pitagorico aveva un aspetto mistico-religioso consistente in un addottrinamento dogmatico, secondo il noto motto della scuola “ipse dixit” (“lo ha detto lui”). L'aspetto mistico della trasmissione della conoscenza nasceva dalla convinzione che la scienza libera l’essere umano dall'errore; quindi, attraverso il sapere ci si liberava dal peccato dell'ignoranza, ci si purificava e ci si avvicinava a Dio, l'unico che possedeva tutta intera la verità.

La scuola poteva essere frequentata anche dalle donne e offriva due tipi di lezioni: pubbliche e private. Durante quelle pubbliche, seguite dalla gente comune, il maestro spiegava nel modo più semplice possibile, così che fosse comprensibile a tutti. Quelle private erano, invece, di più alto livello e venivano seguite prevalentemente da eletti iniziati agli studi matematici. Secondo alcuni usi ereditati dall’orfismo i membri indossavano vesti di lino bianco e seguivano giornalmente esercizi fisici, facevano passeggiate e si dedicavano al canto e al ballo. Praticavano, inoltre, bagni e lustrazioni a scopo purificatorio.

Le lezioni si tenevano nella "Casa delle Muse", un imponente tempio all'interno delle mura cittadine; l’edificio era in marmo bianco, circondato da giardini e portici.

Le tradizioni pitagoriche sono state poi ereditate da una parte della massoneria. Il silenzio imposto per esempio agli allievi è lo stesso che viene richiesto agli iniziati che entrano nel primo grado della massoneria. Esiste oltremodo una profonda contiguità del pitagorismo con il mondo massonico.

Un altro aspetto molto importante era lo studio della medicina. Pitagora ribadiva spesso il concetto che la buona salute fosse armonia, invece la malattia fosse disarmonia. Quindi l'obiettivo principale della medicina pitagorica era di ristabilire l'armonia tra il proprio corpo e l'universo. Queste conoscenze erano in linea con l’impostazione dualistica della scuola: anima e corpo dovevano restare costantemente in equilibrio, sebbene la parte nobile fosse considerata l’anima, mentre il corpo la parte inibitoria, materiale e pesante. Questa impostazione teorica richiamava da vicino quella del taoismo, incarnata nella struttura bipolare dello yin e dello yang.

I pitagorici sono stati anche i primi a ipotizzare che la terra non fosse piatta, anticipando di molti secoli le intuizioni di Galileo.

L’enorme impianto nozionistico di Pitagora può essere suddiviso in conoscenze essoteriche, ossia accessibili a tutti e conoscenze esoteriche, riservate invece agli adepti.

Gli insegnamenti esoterici

Un aspetto certamente importante della scuola pitagorica è quello esoterico e in particolare le modalità di trasmissione delle conoscenze segrete. La saggezza pitagorica era rappresentata da un simbolo ben preciso: una Y (maiuscola). Era definito “albero pitagorico” e inteso simbolicamente come bivio della virtù e del piacere nella scelta iniziatica tra la via profana e quella della conoscenza illuminante. Richiamava, inoltre, l’ultima lettera dell’alfabeto greco arcaico. Anche in questo caso ritorna l’impostazione dualistica.

Le conoscenze esoteriche facevano riferimento in primo luogo allo studio della musica e delle note; a lui quasi sicuramente si deve l’invenzione della scala musicale e il concetto di divisione dell’ottava. Ha condotto studi approfonditi sulle pratiche per la purificazione del corpo e dell’anima attraverso la musica e in particolare l’utilizzo dei suoni e della frequenza dell’onda acustica. Concetti questi che sono stati studiati, anche in ambito della medicina alternativa, con un certo approfondimento solo in epoca moderna. La musica era considerata, dunque, una chiave di accesso al sovrannaturale.

Il nocciolo duro dello studio esoterico pitagorico era senza dubbio la geometria e la matematica, creando, di fatto, una nuova scuola di pensiero denominata “teogonia”. Secondo questa visione esisteva una corrispondenza tra matematica e geometria che si esprimeva nelle seguenti equivalenze: l'uno era il punto, il due la linea, il tre la superficie e il quattro il solido.

Seguendo questa impostazione arrivò a formulare l'importante teoria della tetraktys. Etimologicamente il termine significa "numero triangolare". Essa è rappresentata come un triangolo alla cui base sono raffigurati quattro punti sulla stessa riga, tre nella successiva, due nella penultima e infine il punto culminante; la somma di tutti i punti è dieci, il numero perfetto composto dalla somma dei primi 4 numeri (1+2+3+4=10). La tetraktys, inoltre, aveva un carattere sacro poiché gli stessi pitagorici giuravano su di essa. Era fondamentalmente il modello teorico della loro visione dell'universo: un mondo non dominato dal caos delle forze oscure, ma da numeri, dall’armonia e dai rapporti numerici e geometrici. Si noti, inoltre, la struttura piramidale della figura e tutte le sue implicazioni esoteriche.

Secondo i pitagorici, inoltre, esisteva una coppia di principi: L’Uno o principio limitante e la Diade o principio di illimitazione. Nello specifico la “Monade” indicava l'Uno: il principio primo e geometricamente rappresentava il punto. La “Diade”, invece, era il principio femminile, indefinito e illimitato e rappresentava geometricamente la linea. La Monade rappresentava l’essenza di Dio, mentre la Diade il suo potere generatore. L’uomo era concepito in una dimensione ternaria: corpo, mente e anima. Lo spirito aveva preso da Dio la sua natura immortale, invisibile e attiva, mentre il corpo era la parte mortale, visibile e passiva.  L’anima, infine, era strettamente legata allo spirito tramite un fluido cosmico.

La “Triade” era maschile, definita e limitata; geometricamente rappresentava il piano. La “Tetrade”, invece, rappresentava la giustizia, in quanto divisibile equamente da entrambe le parti; geometricamente rappresentava una figura solida. Molto importante e degna di nota è la “Pentade” ossia la rappresentazione della vita e del potere. Proprio per questo la stella iscritta nel pentagono, infatti, era proprio il simbolo dei pitagorici. Particolarmente importante era considerato il numero cinque detto anche “pentalfa”. Questo era proprio il numero connesso all’essere umano: indicava la volontà di riunire, per mezzo dell’anima cosciente, il cielo e la terra, lo spirito e la materia, dando significato alla creazione. Il numero cinque era anche il numero divino per antonomasia e racchiudeva nella proporzione aurea (il numero sacro 1,618) il segreto della creazione universale.

Infine la “Decade” rappresentava il numero perfetto. Infatti, secondo la loro concezione astronomica dieci erano i pianeti e proprio questo numero veniva sintetizzato con la tetraktys.

In sintesi, dunque, il numero era considerato archetipo fondante di tutto. Una visione matematica per spiegare l’armonia del mondo.