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San Michele e il diavolo - Marzo 2021 - Giuseppe Balena

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San Michele e il diavolo - Marzo 2021

«Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo». I passi biblici del libro di Apocalisse sono per loro natura ermetici e allo stesso tempo affascinati, ma in questo testé citato, in particolare, viene evidenziata la figura dell’arcangelo Michele; oltre all’aspetto prettamente religioso egli cela numerosi aspetti simbolici interessanti.

San Michele, in latino “Quis ut Deus?” ossia “Chi è come Dio?”, è un arcangelo riconosciuto come tale nell'Ebraismo, nel Cristianesimo e anche nell'Islam. La parola arcangelo deriva dal greco ed è composta da àrchein che significa comandare e da ànghelos che significa invece messaggero. Quindi gli arcangeli sono gerarchicamente e comandano sugli altri angeli. Nell'antica tradizione di origine giudaica gli arcangeli erano in numero di sette.

L'arcangelo Michele è di gran lunga il più noto perché secondo la tradizione era colui che aveva guidato le milizie angeliche nella lotta contro gli angeli ribelli capitanti da Lucifero. Quest'ultimo si era ribellato a Dio sostenendo di potersi paragonare a lui, ma l'arcangelo era intervenuto gridando: "Chi è come Dio?". Questo grido di battaglia che in antico ebraico si pronuncia "Mi ka El" è divenuto il nome proprio dell'arcangelo. Da qui viene anche l'appellativo di arcangelo guerriero: San Michele, infatti, viene spesso raffigurato bardato con un’armatura e munito di lancia o di spada nell'atto di uccidere un drago o una figura simil umana rappresentativa del diavolo.

Il culto religioso

Per la chiesa cattolica la solennità liturgica dei tre arcangeli (Michele, Gabriele e Raffaele) ricorre il 29 settembre. San Michele, in particolare, si festeggia anche in altre date come per esempio l'8 novembre, l'8 maggio, il 6 settembre, il 16 ottobre e la seconda domenica dopo Pasqua.

Egli è il patrono di numerose città e paesi ed è protettore anche del popolo Ebraico, custode della chiesa cattolica, protettore degli infermi e dei paramedici, delle forze dell’ordine, dei paracadutisti, dei radiologi e dei droghieri e di tutti coloro che usano bilance, come farmacisti, pasticcieri e merciai.

Il suo culto è molto diffuso e antichissimo.

Esiste una linea sacra che collega tutti i luoghi di culto più importanti dedicati a San Michele nota anche come Ley Line di San Michele; questa linea è composta dai seguenti santuari: Skellig Michael in Irlanda, St. Michael Mount in Cornovaglia, Mont Saint Michel in Normandia, la Sacra di San Michele in Val di Susa, San Michele a Monte Sant’Angelo in Puglia, il monastero di San Michele sull’Isola di Simi in Grecia e il monastero di Monte Carmelo in Israele. Oltre a trovarsi lungo la stessa linea retta immaginaria tre di questi luoghi sono anche equidistanti l’uno dall’altro: si tratta di Mont Saint Michel in Francia, della Sacra di San Michele in val di Susa e del santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano.

La Ley Line di San Michele è anche detta Ley Line del Drago e, tra le altre cose, i santuari presenti su questa linea sono perfettamente allineati con il tramonto del sole nel giorno del solstizio d’estate.

Fin dall’antichità il culto di San Michele o è stato studiato da molteplici punti di vista, seguendo suggestioni che spesso trascendevano la religione e il valore spirituale dei luoghi di devozione e forniscono interessanti spunti con una marcata valenza simbolica.

Aspetti simbolici

La figura di San Michele, in effetti, raccoglie in sé molti elementi e aspetti simbolici di altri culti che hanno preceduto il Cristianesimo, in particolare, per esempio, con la rappresentazione mitologica di Ercole/Eracle, di Mercurio/Hermes e del Mitra dei Persiani, il cui culto è stato ampiamente diffuso poi anche nell’impero romano fino al III-IV secolo d.C.

Michele, come detto, è menzionato nell'ultimo libro del Nuovo Testamento, l'Apocalisse di Giovanni, dopo la prima guerra in paradiso. Un tempo insieme a Lucifero guidavano le milizie divine ed erano considerati gli angeli più forti, coraggiosi e i più vicini a Dio. Dopo il tradimento di Lucifero la perfezione rappresentata da questi due angeli venne spezzata e divennero acerrimi nemici. Nell’immaginario l’arcangelo è impegnato nella guerra contro il suo antico fratello come ragione ontologica della sua stessa esistenza, scacciandolo dal cielo, perseguitandolo attraverso i millenni e difendendo l’umanità dalle sue insidie e dalle sue tentazioni. Da allora Michele è divenuto il punitore di tutti coloro i quali si innalzano contro Dio.

Secondo la profezia biblica, alla fine dei giorni, San Michele squillerà la tromba annunziatrice del gran giudizio finale quando il regno dei cieli verrà riconsegnato da Gesù Cristo a Dio Padre per l'eternità.

Gli elementi iconografici caratteristici sono rivelatori del significato simbolico, tra questi, per esempio, ritroviamo l’armatura con la lancia o più comunemente con una spada con le quali trafigge il diavolo. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime (psicostasia), particolare questo che deriva dalla tradizione islamica (a sua volta derivante dalla mitologia egizia e persiana), ma che non ha nessun fondamento nelle scritture cristiane o nella tradizione cristiana. A volte ritroviamo nella stessa rappresentazione anche la figura di Satana che di nascosto cerca di abbassare il piatto della bilancia nell'intento di aggiudicarsi l'anima in maniera fraudolenta. Sempre in questo contesto iconografico alcune volte è possibile scorgere una bestia immonda che divora i dannati.

L'iconografia bizantina predilige, invece, l'immagine dell'arcangelo in abiti da dignitario di corte (con il cosiddetto loron) rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o che pesa le anime, adottata invece maggiormente in Occidente.

Secondo vari studiosi, tra cui lo scrittore scozzese Robert J. Stewart, San Michele e San Giorgio hanno ereditato l'immagine dell'eroe radioso che uccide una creatura mostruosa (con le sembianze del drago o del diavolo), parte della fase solare del mito della creazione il cui prototipo fu il dio babilonese Marduk: «In epoca ellenistica l'equinozio autunnale, come quello primaverile, era consacrato a Mitra-Sole considerato demiurgo e cosmocrator, signore e animatore del cosmo, la cui funzione era simboleggiata da una sfera che teneva in mano; ma anche mediatore cosmico e dunque, per tanti aspetti, analogo a Hermes-Mercurio. […] Molte funzioni equinoziali e mediatrici di Mitra-Sole-Hermes vennero ereditate da San Michele, la cui festa cade in Occidente nel periodo subito successivo all'equinozio».

A partire dal periodo longobardo la figura è stata identificata e sovrapposta con il dio germanico Odino e per il mondo pastorale e agricolo dell'Italia centro-meridionale finì per assimilare elementi del culto di Ercole. Questo, infatti, era il guerriero per eccellenza: vestito di una pelle di leone e armato di una potente clava veniva spesso raffigurato nell'atto di uccidere un mostro ossia l'Idra di Lerna in una delle sue più celebri "fatiche".

Spesso il culto di San Michele si intreccia con quello della Vergine Maria. Entrambi combattono contro il demonio ed entrambi sono rappresentati mentre lo schiacciano sotto i loro piedi. Entrambi, soprattutto, sono protettori dell’umanità contro le sue lusinghe e custodi del gregge di Dio contro il male. In tale prospettiva l’Arcangelo Michele simbolicamente aiuta l’uomo a sviluppare l’intelligenza, ma è anche colui che cerca di risvegliare il pensiero cosciente e la via del cuore per combattere l’egoismo di tipo materialistico.

Alcuni elementi tipici dell’iconografia ci aiutano a decodificare la valenza simbolica della figura dell’arcangelo. La spada è, in primo luogo, il simbolo della condizione militare e della sua virtù. Nella tradizione cristiana la spada è l’arma nobile che appartiene ai cavalieri e agli eroi. In quanto guerriero di Dio e vincitore delle potenze infernali, l’arcangelo Michele ha spesso una spada fiammeggiante. Si tratta della “fiamma della spada folgorante” posta, come descritto nei passi di Genesi, a guardia dell’Eden.

Vi è poi la bilancia ossia il simbolo dell'essenza stessa dell'equilibrio raggiunto alla fine del cammino di lotta di Michele. La bilancia è in generale il simbolo della giustizia e del retto comportamento. Egli, quindi, rappresenta l'equilibrio che deve essere trovato tra il bene e il male e più in generale tra una dimensione materiale e quella spiritale, tra la terra e il cielo ossia proprio i luoghi dove si combatte la disputa. La bilancia e la spada sono simboli complementari e indicano la giustizia che si coniuga con la verità.

Risulta illuminante l’analisi simbolica proposta dall’esoterista Rudolf Steiner: «I veri pensatori sono coloro che servono Michele, che essi considerano come il reggitore del pensiero cosmico. Michele infatti libera i pensieri dal giogo del cervello e gli apre il mondo del cuore… In lui l’immagine del mondo diviene rivelazione piena di saggezza che svela l’intelletto del mondo quale divina azione universale. In questa azione universale, vive la sollecitudine del Cristo per l’umanità; mediante la rivelazione universale di Michele, tale sollecitudine può così rivelarsi al cuore degli uomini».