Martedì, 19 Marzo 2024

Il codice segreto di Castel del Monte - Dicembre 2020 - Giuseppe Balena

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Il codice segreto di Castel del Monte - Dicembre 2020

«É evidente che il Dio degli Ebrei non ha conosciuto l’Apulia e la Capitanata, altrimenti non avrebbe dato al suo popolo la Palestina come Terra Promessa». In questa dichiarazione attribuita a Federico II si può forse già intravedere l’attrazione che provava per la terra pugliese e di riflesso il motivo per cui forse decise poi di costruire un monumento simbolo di questa terra: Castel del Monte.

Il complesso si trova nell'altopiano delle Murge occidentali in Puglia, nella frazione omonima del comune di Andria, a 17 km dalla città, sulla sommità di una collina a 540 metri sul livello del mare.

Nel 2014 è stato il trentesimo sito italiano più visitato forse anche grazie al fatto che è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 1996. La prestigiosa assegnazione è stata motivata in funzione del rigore matematico e astronomico delle sue forme e per l'armoniosa unione di sintesi degli elementi culturali riconducibili alle architetture del nord Europa, del mondo islamico e dell'antichità classica, tutti inseriti in un tipico esempio di architettura del medioevo.

Le origini storiche

L'origine dell'edificio si colloca per tradizione alla data del 29 gennaio 1240, quando Federico II Hohenstaufen ordinò a Riccardo da Montefuscolo, giustiziere di Capitanata, che venissero predisposti i materiali e tutto il necessario per la costruzione di un castello presso la chiesa di Santa Maria del Monte (oggi scomparsa). Probabilmente alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l'edificio non era stato ancora terminato.

Incerta è anche l'attribuzione di chi fu effettivamente il capomastro responsabile della costruzione e della progettazione architettonica: alcuni riconducono l'opera a Riccardo da Lentini ma molti sostengono che a ideare la costruzione fosse stato lo stesso Federico II. Pare, inoltre, che sia stato costruito sulle rovine di una precedente fortezza di epoca longobarda.

Certamente, però, come si può notare già a una prima occhiata, non è una fortezza con le caratteristiche tipiche: non presenta infatti mura merlate difensive, non c’è traccia della struttura portante del ponte levatoio, né sono presenti scuderie o ambienti riconducibili alle funzioni prettamente militari. Allora quale era la sua funzione preminente?

La struttura esoterica

Visitando l'edificio il primo elemento visibile che salta subito agli occhi è la pianta ottagonale. Inoltre in ogni spigolo della costruzione si innestano otto torrette a loro volta ottagonali; anche la corte interna ha la forma dell’ottagono.

Il portale di ingresso principale si apre sulla parete della struttura ottagonale orientata approssimativamente a est, vale a dire di fronte al punto in cui sorge il sole in coincidenza degli equinozi di primavera e d'autunno.

In alcuni resoconti storici sono riportate indicazioni circa l'esistenza di una vasca o una fontana al centro del cortile, presumibilmente anch'essa ottagonale e costituita da un unico blocco di marmo.

Le alte pareti da cui è formato il cortile interno danno l'idea di trovarsi all'interno di un pozzo che nella simbologia medioevale rappresentava la conoscenza poiché metaforicamente ci si abbevera estraendo l’acqua così come si dovrebbe dissetarsi di conoscenze.

La presenza di questi elementi simbolici farebbe ipotizzare che la costruzione potesse essere una sorta di tempio sapienziale in cui dedicarsi indisturbati allo studio delle scienze. In ogni caso si rivela un'opera architettonica grandiosa, sintesi di raffinate conoscenze matematiche, geometriche e astronomiche.

Alcune lievi asimmetrie nella disposizione delle residue decorazioni e delle porte interne, nella maggior parte dei casi oggetto di spoliazioni o alterazioni, hanno suggerito ad alcuni studiosi l'idea che il castello e le sue sale, geometricamente perfette, fossero state progettate per essere fruite attraverso una sorta di percorso obbligato, probabilmente legato a criteri astronomici.

L'ottagono irregolare su cui è basata la pianta del complesso è una forma geometrica simbolica: si tratta della figura intermedia tra il quadrato che è il simbolo della terra e il cerchio che rappresenta invece l'infinità del cielo; quindi segnerebbe il punto di sintesi e d’incontro simbolico tra queste due dimensioni, ossia quelle fisiche e geometriche con quelle spirituali.

La valenza simbolica del numero otto è riconducibile anche al concetto di infinito proprio perché lo stesso numero se capovolto indica tale simbolo grafico. Il numero otto è simbolicamente anche legato al concetto del rinnovamento spirituale e della rinascita.

Il numero otto ricorre in vari elementi della costruzione: la forma ottagonale della costruzione, il cortile interno e le otto torri ai vertici, le otto stanze interne, la vasca interna che doveva essere ottagonale, otto fiori quadrifogli sulla cornice sinistra sul portale di ingresso, altri otto sulla cornice inferiore, otto foglie sui capitelli delle colonne nelle stanze, otto foglie sulla chiave di volta, otto foglie di vite sulla chiave di volta della prima sala del piano terra, otto foglie di girasole sulla chiave di volta di un'altra sala, otto foglie ed otto petali su quella della quinta sala, otto foglie di acanto sulla chiave di volta dell'ottava sala e otto foglie di fico sulla chiave di volta dell'ottava sala al piano superiore.

Il numero otto era una vera fissazione del sovrano. Nel 1784 la cattedrale di Palermo nella quale era stato sepolto ha subito dei restauri e la salma è stata trovata in ottimo stato di conservazione; al dito pare sia stato trovato uno strano anello composto da uno smeraldo rotondo con otto petali dorati.

La scelta dell'ottagono come elemento guida dell’intera costruzione potrebbe derivare, secondo alcuni, dalla Cupola della Roccia di Gerusalemme che Federico II avrebbe visto durante la sesta crociata o forse a una emulazione dalla Cappella Palatina di Aquisgrana.

Secondo altri, invece, il maniero sembrerebbe essere stato interamente costruito secondo l'architettura del Tempio di Salomone (con le quattro misure-chiave: 60 - 30 - 20 - 12 cubiti). Il suo perimetro sarebbe 111 cubiti, altro numero carico di significato esoterico e mistico secondo la tradizione ebraica. Le misure della struttura farebbero riferimento in toto alla cosiddetta proporzione aurea (1,618), la stessa presente anche nel Tempio di Salomone di Gerusalemme e in alcune costruzioni del mondo antico come, per esempio, le piramidi di Giza.

L'intera costruzione sarebbe intrisa di forti simboli astrologici e la sua posizione sarebbe stata studiata in modo che nei giorni di solstizio ed equinozio le ombre gettate dalle pareti abbiano una particolare direzione. A mezzogiorno dell'equinozio di autunno, ad esempio, le ombre delle mura raggiungerebbero perfettamente la lunghezza del cortile interno ed esattamente un mese dopo coprono anche l'intera lunghezza delle stanze. Due volte l'anno (l'8 aprile e l'8 ottobre ossia ancora due date riconducibili al numero 8), inoltre, un raggio di sole entrerebbe nella parete sudorientale e attraversando la finestra che si rivolge al cortile interno illuminerebbe una porzione di muro dove prima era scolpito un bassorilievo. Perché era così importante questo bassorilievo?

Un mistero nel mistero

Oltre al mistero e al fascino indiscusso della struttura, oltre alla ricorrenza frenetica del numero otto, Castel del Monte nasconde anche un altro segreto spesso poco citato ma allo stesso tempo molto intrigante.

Ancora una volta anche in questa vicenda sullo sfondo ci potrebbe essere l’epopea dei Cavalieri Templari e il loro bagaglio di mistero e conoscenze esoteriche. Secondo Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro, i Cavalieri del Tempio erano a conoscenza di un “terribile segreto”, assolutamente non rivelabile, che nessuno conosceva “tranne Dio, il diavolo e i Maestri”. Di questo sarebbe venuto a conoscenza anche Federico II che lo avrebbe celato in un’enigmatica incisione su una statua attorniata da cavalieri (oggi purtroppo non più visibile) e ancora non decifrata. Era questo il bassorilievo illuminato dal raggio di sole, come abbiamo visto, in alcune date particolari?

L’iscrizione era la seguente: D8 I D CA D BLO C L P S H A2. Ovviamente la prima cosa che viene da pensare è che la misteriosa iscrizione sia collegata a un cifrario e quindi a un metodo di decriptazione che però nessuno è riuscito a individuare.

Il collegamento di Castel del Monte con i Templari è possibile rintracciarlo anche in una chiave di volta di una stanza dove è presente la rappresentazione del Bafometto, ossia la testa mozzata idolo segreto proprio dei Cavalieri Templari.

Un particolare non di poco conto è che proprio Federico II nel 1228, pur essendo stato colpito da scomunica papale, aveva ugualmente partecipato alla Tavola Rotonda a San Giovanni d'Acri insieme ai Templari, agli Ospitalieri, ai Teutonici, ai Fàlas saraceni, ai Batinyah, alla setta degli Assassini e ai Rabiti di Spagna, tutti uniti secondo una vecchia tradizione nella cosiddetta Pactio Secreta (Patto Segreto).

L’enigmatica formula del bassorilievo viene menzionata per la prima volta dal giornalista francese ottocentesco Robert Charroux; essa appariva nella corte su una lapide incastrata nella parete della quinta sala del piano superiore.

Come prima considerazione possiamo dire che la misteriosa scritta sembrerebbe costituita da diversi blocchi separati e presenta due soli numeri e quindici lettere tutte in maiuscolo; in totale, dunque, sarebbero ben diciassette elementi. È solo un caso che diciassette possa essere riconducibile ancora una volta al numero 8 (17= 1+7=8)? É altresì un caso che uno dei due numeri presenti nella serie sia proprio un otto?

Inoltre le parti D8 e A2, rispettivamente all’inizio e alla fine, potrebbero essere due chiavi di lettura per decifrare l’intera iscrizione. Due chiavi di lettura per quale metodo di decriptazione? Al centro, invece, sembrerebbero ci siano vari blocchi alcuni costituite da lettere singole altri invece accoppiate come per esempio CA e BLO; colpisce poi la parte finale, C L P S H, che sembrerebbero lettere singole in successione.

È stato appurato che Federico intrattenne una fitta corrispondenza con il più famoso matematico del medioevo, Leonardo Pisano, conosciuto come Fibonacci (sua è la nota serie nella quale ogni elemento è la somma dei due che lo precedono: 1 2 3 5 e così via.) Tra i due si svolgevano duelli scherzosi a suon di giochi matematici. Tali sciarade potrebbero aver fornito alcuni spunti interessanti per creare la misteriosa scritta? Quale linguaggio segreto si cela dietro la struttura di Castel del Monte? Ma soprattutto quale segreto nasconde l’iscrizione?

Come riportato nel “Nome della Rosa” la cui trasposizione cinematografica è stata ambientata proprio a Castel del Monte: «Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue...».