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Notizie ANSA

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Addio ai concorsi regionali N.101 03/12/2011

Ci siamo quasi. Un po’ di pazienza, poi i concorsi regionali per i lucani saranno cosa rara. Correva l’anno 2009 quando la Regione Basilicata indisse l’ultimo concorso pubblico per la copertura di 78 posti. Anno del Signore 2011, a distanza di “soli” due anni, “forse” giungerà a conclusione l’iter selettivo e si potranno proclamare in pompa magna i fortunati vincitori. Dopo il completamento, infatti, delle fasi preselettive, affidate a una società esterna, ora si dovrebbe procedere alla selezione vera e propria. L’evento si preannuncia storico. Tale dichiarazione non è esagerata né inutilmente caricata di enfasi. I vincitori di quest’ultimo concorso regionale, infatti, dovrebbero essere gli ultimi, poi le porte di Via Anzio si dovrebbero chiudere per le assunzioni da concorso pubblico. Personale al completo. In verità, sebbene l’organico regionale in pianta stabile sfiori circa le mille unità, si potrebbe considerare addirittura sottodimensionato se si considerano le numerose consulenze esterne assegnate senza soluzione di continuità. Consulenze paga a caro prezzo. Sarebbe più opportuno, infatti, dotarsi di personale proprio, ma in questo caso le ristrettezze economiche impongono uno stop delle assunzioni; le stesse ristrettezze economiche, però, non hanno lo stesso peso per l’assegnazione delle consulenze esterne. Assicurarsi un posto di lavoro in regione, in verità, è stato per molti sempre un miraggio; ora diventerà un mero ricordo. Se da un lato le assunzioni sono limitate dal blocco del turnover, dall’altro a incidere negativamente sono le nuove normative in materia. Quest’ultime imposizioni, di fatto, ridurranno di circa il 10% la dotazione della pianta organica della Regione Basilicata, facendo diminuire il numero dei posti disponibili. Con la legge regionale n. 18 del 2006 si è incentivato l’esodo del personale e, nel quadriennio 2006 - 2010, sono state 287 le unità complessive che sono andate in pensione con un risparmio di oltre dieci milioni di euro. Nel 2006 la spesa per il personale è stata pari a 54 milioni di euro circa; nel 2007 è scesa a circa 49, nel 2008 è scesa ancora a circa 45, come del resto nel 2009 e nel 2010. In questo quadro di riferimento restano ancora pochi spiragli per le assunzione. Oltre ai 78 ultimi fortunati, c’è posto ancora per circa 30 posti dirigenziali che non sono stati ancora assegnati. Come saranno attribuiti? Non è ancora dato saperlo. Stranamente proprio ora che si va verso uno stop delle assunzioni, arriva una proposta di legge dal consigliere regionale Enrico Mazzeo Cicchetti dell’Italia dei Valori. Il testo è stato denominato “Disposizioni in materia di trasparenza dell’amministrazione regionale nei concorsi pubblici”. La proposta, composta di nove articoli, vede tra i firmatari anche Alessandro Singetta (Alleanza per l’Italia), Giannino Romaniello (Sinistra ecologia e libertà), Rocco Vita (Partito socialista italiano), Luigi Scaglione (Popolari uniti) e Nicola Benedetto (Italia dei Valori). Il testo si propone di aumentare i livelli di trasparenza e celerità per i concorsi nella pubblica amministrazione per i contratti a tempo determinato e indeterminato, prevedendo, inoltre, anche l’istituzione di un albo per la selezione, attivato attraverso un sorteggio cui potranno accedere docenti universitari, funzionari con almeno cinque anni di servizio e dirigenti pubblici. Non sarà, forse, troppo tardi per tutto questo? La proposta di legge dovrebbe servire a regolamentare i procedimenti concorsuali di assunzione in regione e negli enti sub regionali al fine di ridurre al minimo la discrezionalità nelle selezioni. Vita difficile, dunque, per i furbetti che fino ad oggi si sono avvantaggiati da eventuali concorsi banditi ad hoc. La norma ha, però, un retrogusto agrodolce. Non solo ora, visto il blocco delle assunzioni, potrebbe troverà scarsa applicazione, ma conferma implicitamente che in passato, per esempio, il classico portaborsa cresciuto all’ombra del politico di turno è stato, forse, l’attore principale ma mascherato di selezioni pubbliche non proprio limpidissime. Basterebbe, ad esempio, istituire una commissione d'inchiesta sui vincitori dei concorsi pubblici banditi in Basilicata e scorrendo i soli cognomi si capirebbero tante cose. Secondo un vecchio adagio “c’è chi può e chi non può”. Non lo facciamo sapere, però, per esempio agli oltre 30 mila che hanno presentato la domanda di partecipazione all’ultimo concorso regionale. Sono un esercito in bilico tra precariato e rivoluzione.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.101 03/12/2011