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Notizie ANSA

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Zero killed, ma tanta suspence N.80 25/06/2011

Ciak, motore, azione! Le tre parole che aprono l’otturatore della macchina da presa hanno riecheggiato tra le mura del castello del Malconsiglio di Miglionico, in provincia di Matera. Dopo lo sceneggiato “L'eredità della Priora” di Anton Giulio Maiano del 1980 e “Il Demonio” di Brunello Rondi del 1963, Miglionico torna a essere un set cinematografico. Il corto “Zero Killed” è il primo lavoro della regista Amila Aliani, originaria proprio del piccolo paese a ridosso della diga di San Giuliano. Il cast completo è costituito da Paolo Ricca (Il Capo dei Capi), Pietro Faiella (Arrivederci amore ciao), Giulia Weber (Il signor Quindicipalle e Miracolo a Sant’Anna) Giovanni Andriuoli, Sandra Cianci (assistente alla regia e costumi) e Valeria Labriola (segretaria di produzione). Oltre ad attori affermati, del cast fanno parte anche due giovani attori miglionichesi selezionati nei mesi scorsi. Si tratta di un “thriller psicologico” ambientato in due epoche diverse, ossia nel 1990 e nel 2011. Il ricordo offuscato di un duplice omicidio commesso dal protagonista durante l’adolescenza riesplode nella sua mente in tutta la sua drammaticità dopo ventun anni. Il corto è il prologo di un lungometraggio che dovrebbe essere completato ad agosto. Dalle prime settimane di luglio il lavoro sarà presentato in vari film festival, tra i quali il Lucania Film Festival e potrà essere visionato anche in rete. Amila Aliani ha curato il soggetto, la sceneggiatura e la regia.

Com’è nata la sua passione per la macchina da presa?

Dall’amore per il cinema e dal bisogno di trasformare i pensieri in visioni. Avere così la possibilità di rendere gli spettatori partecipi di una storia, trascinandoli attraverso l’evocazione spettacolare delle immagine.

Com’è nata l’idea di girare questo corto proprio tra Matera e Miglionico?

Per rivisitate e, soprattutto, rivalutare alcune location che meritano, senza dubbio, l’attenzione del pubblico; è giunto il momento di riscoprire la voglia e la possibilità di fare. Il nostro territorio ha bisogno di una film commission che gestisca il prodotto cinematografico com’è giusto che sia, visto le potenzialità del territorio stesso.

“Zero killed”: perché questo titolo?

Il corto riguarda l’esplorazione del confine di uno stato di coscienza; vorrei restare nel vago, altrimenti anticiperei troppo e preferisco che lo spettatore capisca il senso guardando il corto.

Alla luce anche dei fatti di cronaca, qual è il meccanismo psicologico che spinge a commettere un omicidio?

Se non si tratta di omicidio commesso dalla mente condizionata da una patologia organica, in alcuni la spinta omicida è legata all’ingestibile debolezza della condizione umana che sta per perdere o raggiungere un piacere; questo meccanismo può condurre al delirio. Secondo me tre elementi potrebbero provocarlo: il denaro o il potere, l’istinto di sopravvivenza e l’amore inteso come bisogno maniacale. In queste situazioni il confine tra normalità e follia è effettivamente scavalcabile.  

Ci sono state difficoltà particolari sul set durante le riprese?

Nessuna. Si è formato un gruppo omogeneo e collaborativo che ha permesso di portare avanti un gran bel progetto cinematografico, nonostante il low buget che ci ha costretto a diminuire di due giorni le riprese.

In che misura il suo lavoro può contribuire alla promozione del nostro territorio?

In passato il nostro territorio è stato inserito in film religiosi o storici. Zero killed, invece, porta in scena la normalità della vita quotidiana. In breve viene fuori una miscela di bellezza normale; questo potrebbe spingere lo spettatore a visitare il nostro territorio senza pregiudizio. Un pungolo ulteriore per la film commission, perché sono convinta che si possa creare turismo e posti di lavoro proprio percorrendo la strada della promozione territoriale cinematografica.

Cosa ci può anticipare del lungometraggio che seguirà a questa prima produzione?

Tutto il film è un thriller psicologico analitico e sfaccettato, basato sull’analisi del fascinoso gioco della mente. Posso anticipare che, nonostante sia una storia drammatica e colma di scene molto forti, è brillantemente alleggerita da alcuni fuori tema che muovono una curiosa comicità. Sottolineo che sarà portato a termine, nonostante tutto, con tenacia.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.80 25/06/2011