Nel diario di Elamef l'essenza delle donne N.75 21/05/2011

«La frase del mio compagno di giochi, “No tu no… sei femmina”, mi aveva fatto soffiare l’inverno dentro». Femmina o donna? La risposta si può rintracciare nel volume “Nel diario di Elamef” edito da Statale Editrice e scritto della giovane scrittrice lucana Anna Terlimbacco. Il libro è un condensato di riflessioni sulla condizione delle donne a metà strada tra il romanzo e il saggio. La misteriosa Elamef affida alle pagine di un diario senza tempo le riflessioni private sull’essere donna. Viene fuori, così, un ritratto femminile particolare che è, però, anche l’immagine mutante e stratificata della donna nella storia. Una donna, la donna, tante donne, ma anche la storia comune della donna. Un ritratto complesso e delicato dello status femminile, dove si fondono e si confondono dolcezza, forza e dolore. Perché la donna è all’unisono tutto questo. E’ figlia, madre, moglie, amante e amica. La partita fondamentale si gioca nel rapporto con l’uomo: prima subordinata al padre, poi al marito. Spesso inconsapevolmente. Il rapporto con l’uomo diventa così incontro-scontro. Questo stereotipo è duro a morire anche nella società attuale. Sin da bambine hanno un destino segnato, racchiuso nel verbo “accudire”; si capisce già dai giocattoli: per i maschi automobili e soldatini per sottolineare il ruolo predominante, mentre per le donne pentole e bambole che segnano inevitabilmente il loro destino di mogli. Forse la chiave di lettura ultima dei rapporti tra uomini e donna, nonostante le immancabili incomprensioni, va ricercata nell’insostituibile e reciproco bisogno d’affetto. Un dialogo del libro fotografa bene questo aspetto: «Lui ha osservato: “E chi mai ha detto che comandano i maschi?” Io ho esclamato “Yeah!” E lui: “ Cosa?” Io: “Niente, mi sono schiacciata la lingua”». Anna Terlimbacco vive a Miglionico, in provincia di Matera. Sin da bambina appassionata di musica e danza. Con “Nel diario di Elamef” è al suo esordio letterario.

Come è nata l'idea del libro?

Più che un'idea è stato un bisogno, un’esigenza che avevo da tempo. La scrittura è uno dei tanti modi di comunicare, è una forma d'arte. Così è venuto fuori questo diario segreto, certo, ora non più così segreto.

Le date del diario hanno un significato particolare?

Non proprio, ma pezzi di date quali il giorno, l'anno o il mese richiamano un avvenimento che appartengono alla mia vita; una specie di “segna epoca”, quasi a voler demarcare una pseudo-linea di confine e spesso di passaggio. Le pagine del diario risultano, così, mescolate proprio perché il libro sembra scritto a quattro mani da me e da Elamef.

Come dovrebbe essere, secondo lei, la donna moderna?

Non c'è un prototipo preciso da seguire. Ognuna dovrebbe essere quello che sente di essere. L'importante è che riesca a vivere pienamente la propria vita, a costruirla giorno dopo giorno con coscienza e impegno. Non mollare davanti alle prime difficoltà. Tutto ciò non è facile anche perché spesso si continua a considerare la donna come il sesso debole, ma non credo sia così.

Perché per definire l'essere donna si deve sempre fare il confronto con quello che è l'essere uomo?

Questa è una tendenza ancora oggi abbastanza diffusa. Il confronto tra “essere donna” e “essere uomo” si deve basare sulla costruzione di un qualcosa, un divenire continuo, un portarsi avanti insieme. La donna rispetto all'uomo non dovrebbe essere considerata un qualcosa altro da sé.

Sta già lavorando a un nuovo progetto?

Per scaramanzia non riveliamo troppi particolari, ma diciamo che sono sempre al lavoro.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto  N.75 21/05/2011

Nel diario di Elamef l essenza delle donne