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Notizie ANSA

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Irsina resiste al vincolo paesaggistico N.67 26/03/2011

Il lucano è umile, ma non supinamente obbediente. Più volte in passato ha avuto reazioni veementi di fronte a decisioni imposte e non condivise. Un ritornello che si ripete: Irsina, in provincia di Matera, in questi giorni è prossima alla rivolta. Con 262 km² di superficie territoriale, Irsina è il 59° comune più grande d'Italia per estensione, secondo in Basilicata solo a Matera. Su questo territorio, dedito quasi completamente all’attività agricola, sta per arrivare il vincolo ambientale. Nel frattempo la protesta si è spostata nei giorni scorsi a Potenza, prima davanti alla sede della Sovrintendenza dei beni ambientali e poi davanti all’ingresso della Regione Basilicata. A far scoppiare l’indignazione dei manifestanti, arrivati nel capoluogo con quattro pullman, è stata la notizia data dall’assessore regionale all’ambiente Agatino Mancusi e dal direttore regionale del dipartimento ambiente Donato Viggiano, secondo la quale il decreto d’apposizione del vincolo sull’intero territorio sia stato già firmato il 7 marzo scorso. Una decisione d’imperio sopra la testa dei cittadini e senza il minimo coinvolgimento degli stessi. La nuova proposta di vincolo paesaggistico ai sensi dell’art. 136 del D.Lgs.22 gennaio 2004 n. 42 fa seguito a una precedente notificata al comune già il 15 settembre 2009. In entrambi i casi il vincolo non solo riguarda l’intero territorio ma ha una valenza generica, senza tener conto delle specificità di una zona così vasta. Nella motivazione della proposta di vincolo la Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio della Basilicata specificava che erano in itinere iniziative compromissive del valore ambientale e paesistico e, perciò, al fine di poter garantire condizioni di tutela capaci di impedire modificazioni dell’aspetto del territorio che porterebbero alla irreparabile compromissione delle caratteristiche di pregio paesistico si riteneva necessario e urgente l’assoggettamento a vincolo. Una situazione comune a molti territori, ma per Irsina c’è una misteriosa urgenza. La partita si è giocata contemporaneamente su due fronti: il tavolo tecnico riunitosi a Roma al Ministero dei beni culturali con la presenza anche del sindaco Angelo Raffaele Favale e l’incontro potentino con la delegazione composta dall’assessore provinciale Domenico Smaldone, dal vicesindaco Antonio Barbaro e dai consiglieri comunali. Questa volta gli irsinesi non si fidano e pretendono un impegno per iscritto da parte dell’assessore Mancusi al fine di ottenere la sospensione del provvedimento prima dell’emanazione del piano paesaggistico regionale. Il vincolo comporterebbe una paralisi economica del territorio poiché qualsiasi tipo di autorizzazione necessiterebbe di una richiesta alla direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici. Inoltre risulterebbero gravemente penalizzate le attività turistiche legate ai Piot (Pacchetti Integrati di Offerta Turistica) per la zona di Matera e della collina materana. La misteriosa urgenza dell’apposizione del vincolo cui si faceva riferimento sembrerebbe strettamente legata alla costruzione in loco della centrale turbogas della Bradano Energia.  Lo scorso 7 gennaio, durante un consiglio comunale aperto, tutte le forze politiche avevano ribadito un secco no all’apposizione del vincolo. Un problema di legittimità oltre che di democrazia: il sociologo tedesco Max Weber definiva potere legittimo la possibilità di ottenere obbedienza presso i cittadini; ossia il soggetto debole potrebbe accettare le decisioni delle autorità purché valide e legittime. Per quanto tempo la burocrazia può far finta di non riconoscere la volontà delle parti politiche e dei cittadini stessi?

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.67 26/03/2011