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Attualmente redattore del mensile Mistero

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Notizie ANSA

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Nucleare continua il braccio di ferro N.61 12/02/2011

La vicenda delle centrali nucleari, tornate in auge con il governo Berlusconi, e del deposito unico nazionale di scorie radioattive sembrano ricalcare il canovaccio tipico del cartone animato di Tom e Jerry, la famosa coppia gatto e topo e proverbiali amici nemici. Da una parte il governo gatto e dall’altro il topo ente locale. Dopo le indiscrezioni della settimana scorsa da parte della Sogin in merito alla possibilità di stoccare le scorie italiane in provincia di Matera, in particolare a Craco o a Scanzano, ma anche in qualche località pugliese, sull’argomento è intervenuta anche la Corte Costituzionale. Il 2 febbraio, infatti, è stata dichiarata illegittima la parte del decreto attuativo della legge delega in materia di nucleare poiché non prevede il diretto coinvolgimento degli enti regionali. Tale coinvolgimento dovrebbe avvenire con la richiesta di parere obbligatorio ma non vincolante sul rilascio dell’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio degli impianti nucleari. La dichiarazione d'illegittimità costituzionale dell'art. 4 del decreto legislativo n. 31 del 15 febbraio 2010 sulla localizzazione delle centrali nucleari e dei depositi di stoccaggio è in linea con la precisa prescrizione dell’articolo 117 della Costituzione, secondo il quale la produzione, il trasporto e la distribuzione dell'energia sono afferenti alla legislazione concorrente (spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato). Il pronunciamento è stato richiesto da tre regioni: Toscana, Emilia Romagna e Puglia; assente, invece, la regione Basilicata, sebbene sempre sugli scudi quando si tratta di affrontare la questione nucleare. In sostanza per la Consulta non è sufficiente la sola intesa nella Conferenza Unificata Stato-Regioni, ma è necessario un coinvolgimento quanto più ampio possibile dei territori eventualmente interessati mediante un adeguato meccanismo di rappresentazione. Già in una precedente decisione dello scorso novembre, la stessa Corte ha dichiarato illegittime le leggi regionali di Puglia, Campania e Basilicata che vietavano l'installazione sui propri territori d’impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e del relativo stoccaggio dei rifiuti. Intanto il consiglio dei ministri ha varato il direttivo dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, mentre l'importo delle compensazioni a favore dei Comuni nei territori sedi di centrali nucleari sarà approvato nel prossimo incontro del Cipe; si parla di circa 10 milioni di euro all’anno. Il deposito nazionale dei rifiuti nucleari dovrà essere realizzato necessariamente entro il 2011, secondo quanto imposto da una direttiva europea. La questione nucleare sta diventando un’infinita disputa tra governo ed enti locali come in una classica puntata di Tom e Jerry. Il governo gioca col topo: ammicca alle amministrazioni locali sventolando le succulenti compensazioni ma comunque si deve attenere a quanto disposto dalla Consulta; fa la voce grossa sul nucleare ma deve tener conto dell’imminente referendum e forse, per correttezza, anche di quello con parere negativo del 1986. L’esecutivo potrebbe, però, decidere d’imperio (come cercò di fare a Scanzano nel 2003) il sito unico di stoccaggio delle scorie nel caso in cui nessun ente locale dichiarasse la propria disponibilità; questo significherebbe militarizzare il sito individuato. A quel punto riprenderebbero le scaramucce tra Tom e Jerry.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.61 12/02/2011