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Irsina e Miglionico nel nuovo libro di Sgarbi N.60 05/02/2011

C’è anche un po’ di Basilicata nel nuovo libro di Vittorio Sgarbi dal titolo “Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri” edito da Bompiani. Il sanguigno critico d’arte ferrarese spiega così il senso della sua nuova fatica letteraria: “Non leggerete in questo libro di particolari teorie sulla tutela dell'arte, ma della consapevolezza piena dei nostri tesori che troppo spesso sono guardati con insufficiente importanza, anche nei luoghi più piccoli. Quasi ogni due chilometri, infatti, girando l'Italia, è possibile ammirare, perfino nei luoghi apparentemente più degradati, spettacoli meravigliosi. Ed è questa quantità di cose misconosciute che rappresenta il percorso dell'Italia dei desideri che è proprio, come dice il concetto, il paese che uno vorrebbe sperare ci fosse. E che c'è, se hai la pazienza di scoprirlo. E che una volta scoperto ti fa trovare qualcosa che va oltre il tuo stesso desiderio”. Sono i luoghi più piccoli e quelli solo apparentemente degradati quelli che custodiscono veri e propri tesori dell’arte che da sempre restano periferici nel panorama artistico nazionale. L’intento del libro è di colmare questo gap e rendere le periferie artistiche non più luoghi di desideri inespressi e inespressivi bensì entità territoriali che rivendicano la propria identità storica artistica. Questo è un processo lento e richiede, appunto, pazienza: il gusto lento della ricerca di posti insperati. E’ questa la nuova dimensione dell’arte che si respira nelle pagine del viaggio sentimentale del libro di Sgarbi. Un viaggio che fa tappa in tutti gli angoli della penisola, con due fermate anche in Basilicata: Irsina e Miglionico, entrambe in provincia di Matera. “Non so quanti lettori sanno che vicino a Matera esistono importantissime opere di arte veneta del Rinascimento, in due paesi che sono quanto di più lontano si possa immaginare dal Veneto” afferma il critico televisivo. A proposito d’Irsina cita la statua in pietra della protettrice Santa Eufemia: “È all'interno della Cattedrale che si trova l'opera che ci interessa: una statua, in pietra dipinta, dedicata a Santa Eufemia, martire di Calcedonia giustiziata durante l'impero di Diocleziano, protettrice di Irsina, che una volta si voleva attribuire al cinquecentesco Pietro Lombardo. Da tempo, Clara Gelao, direttrice della Pinacoteca Provinciale di Bari, sostiene che la statua sia opera di Andrea Mantegna (1431-1506), uno dei più grandi artisti del Rinascimento non solo veneto”. La statua di Santa Eufemia fa il paio con il dipinto del 1454 dello stesso Mantegna. Essa è una rarissima testimonianza dell'attività scultorea dell'artista rinascimentale di cui parlano le fonti. La fierezza e la dolcezza del suo sguardo danno la sensazione che il blocco in pietra di Nanto con cui è stata realizzata si muova e prenda vita. La statua è stata esposta anche al museo parigino del Louvre in occasione della recente mostra su Mantegna. L’altro luogo citato è Miglionico. Nella chiesa madre di quest’angolo della Basilicata defilata è custodito un polittico di Cima da Conegliano, seguace del Bellini. Il polittico è costituito da 18 pannelli disposti in quattro ordini e risale al 1499; fu acquistato a Lipsia nel 1598 per merito del parroco Marcantonio Mazzone,  letterato e musicista del centro materano. Il viaggio sentimentale artistico nell’Italia dei centri più piccoli rivela grandi sorprese.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.60 05/02/2011