Giovedì, 28 Marzo 2024

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Attualmente redattore del mensile Mistero

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Rassegna stampa

 

Notizie ANSA

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Nessuno tocchi i sacchi d’amianto N.32 03/07/2010

Nel numero 21 del 17 aprile 2010 il Resto si era già occupato dei sacchi pieni d’amianto accantonati lungo la strada statale Basentana all’altezza del chilometro 72 tra Ferrandina e Pisticci in provincia di Matera. I sacchi, circa cento, ben visibili e poco distanti dal ciglio della strada contengono amianto proveniente dalla bonifica Materit, azienda del gruppo Fibronit, che ha trattato la sostanza cancerogena dal 1972 al 1989. Quello di aprile era solo l’ultimo degli innumerevoli e reiterati appelli fatti da tutta la stampa locale da diverso tempo nei confronti degli organi di competenza per divenire alla rimozione e smaltimento dei bag, pieni della fibra killer, che ormai non sono più in sicurezza o forse non lo sono mai stati. La cosa più grave è che nelle vicinanze dei sacchi non di rado è possibile notare delle mucche che vanno a brucare proprio la sostanza nociva. Inoltre all’interno dell’ex fabbrica che versa ora in un ostato di degrado ci sono ancora circa 600 sacconi in attesa di essere smaltiti. E’ una vicenda che si trascina da troppo tempo. A fare da cassa di risonanza del problema questa volta è stata anche la stampa nazionale. Infatti, sul sito del settimanale l’Espresso è apparso un articolo corredato da una video inchiesta e da un reportage fotografico. Il grido di disperazione e d’indignazione dei lavoratori della Materit è diventato un grido di dolore, ancora inascoltato. “La pattumiera d'Italia ha iniziato a generare i suoi morti” – dice il giornalista de l’Espresso Andrea Milluzzi nella sua inchiesta. Dieci operai degli ottantasei che lavoravano, all’epoca senza conoscere minimamente i pericoli ai quali andavano incontro, sono morti. Sedici sono ammalati e tutti gli altri vivono nel terrore di ricevere una brutta notizia quando si sottopongono alle visite mediche periodiche. I lavoratori negli anni di piena attività della Materit maneggiavano quella strana polverina senza la benché minima protezione. Spesso ad ammalarsi sono e sono state anche le mogli degli stessi operai molto probabilmente perché hanno inalato per anni le polveri che restavano impregnate sugli indumenti da lavoro dei mariti. Dice Mimmo, ex operaio della Materit: “Noi ci guardiamo in faccia la mattina quando ci incontriamo, siamo felici e ci diciamo – Ancora siamo in piedi“. Pieni di rammarico i commenti a margine della notizia apparsa sul sito del settimanale, tra questi Gina: “Ogni cinque minuti in Italia una persona muore per malattie polmonari legate all'amianto e alle fibre quasi invisibili che, alla velocità di un metro ogni 24 ore, avanzano nell'organismo e vanno a depositarsi nella pleura. Ne basta una sola per causare mesoteliomi fatali che portano a morte certa. Dagli inizi del 900 a oggi, nel nostro Paese l'amianto ha ucciso e continuerà a uccidere migliaia di persone ad un ritmo di circa quattromila ogni anno. Nel libro "Amianto", edito dalla casa editrice Verdenero, la giornalista Stefania Divertito racconta non solo il processo Eternit ma anche il caso Fincantieri, le vicende dei marinai genovesi, della Fibronit di Bari, degli operai delle ferrovie dello Stato. Anche il 26% degli istituti scolastici sono a rischio amianto....i costi di smantellamento e smaltimento sono elevatissimi, molto meglio farci morire tutti senza spese accessorie!!”. Allora nessuno tocchi quei sacconi pieni di veleno, qualcuno, però, dovrebbe toccarsi la coscienza, ammesso che ce l’abbia. E’ possibile leggere l’articolo e visionare il video al seguente indirizzo internet: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nel-basento-l-amianto-uccide/2129425.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.32 03/07/2010