Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012
Attualmente redattore del mensile Mistero
rivista dell'omonima trasmissione televisiva di Italia Uno
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«La nostra opera è la conversione e la trasformazione di un essere in un altro essere, di una cosa in un’altra cosa, dalla debolezza alla forza, dal corporeo allo spirituale». Questi enigmatici versi di Nicolas Flamel sono riportati in un antico testo di alchimia; ma cos’è questa oscura pratica?
Il termine alchimia è spesso abusato ed è entrato forse impropriamente nel linguaggio comune. Deriverebbe dal termine arabo al-khīmiyya composto dall'articolo determinativo “al- “e dalla parola “kīmiyya” che significa chimica che a sua volta sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che significa fondere, colare insieme, saldare, allegare. Un'altra ipotesi etimologia collega la parola con l’espressione “Al Kemi” che farebbe riferimento al termine locale con il quale il popolo del Nilo chiamava la loro terra (ossia Kemi).
Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya ossia un’espressione del lessico cinese che significa “succo per fare l'oro”.
Che cos’è l’alchimia
L'alchimia è un antico sistema filosofico esoterico collegato attraverso un linguaggio codificato a svariate discipline come la chimica, la fisica, l'astrologia, la metallurgia e la medicina ma che ha codificato numerose tracce, per esempio, anche nella storia dell'arte.
Il pensiero alchemico è altresì considerato da molti il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scientifico.
Diversi sono gli obiettivi che si proponevano gli alchimisti: conquistare l'onniscienza, ovvero raggiungere il massimo della conoscenza in tutti i campi della scienza; creare la panacea universale, ossia un rimedio per curare tutte le malattie e generare e prolungare indefinitamente la vita; la trasmutazione delle sostanze e dei metalli per la realizzazione ultima della pietra filosofale.
Dal punto di vista simbolico e concettuale invece l'alchimia implica un'esperienza di crescita e un processo di liberazione e maturazione intima e spirituale. In quest'ottica la scienza alchemica rappresenta un sistema di conoscenze metafisiche e filosofiche, assumendo connotati mistici e soteriologici, nel senso che i processi e i simboli, oltre al significato materiale relativo alla trasformazione fisica, possiedono un significato interiore relativo proprio allo sviluppo interiore.
Dal punto di vista materiale l'alchimia è una scienza esoterica il cui primo fine in passato era trasformare il piombo, ovvero ciò che è negativo, in oro ovvero ciò che è positivo. La trasmutazione dei metalli di base in oro (si parla in tal caso ad esempio della pietra filosofale, grande elisir, quintessenza, pietra dei filosofi o tintura rossa) simboleggia il tentativo di arrivare alla perfezione e superare gli ultimi confini dell'esistenza. Gli alchimisti credevano che l'intero universo stesse tendendo verso uno stato di perfezione e l'oro, per la sua intrinseca natura di incorruttibilità, era considerato la sostanza che più si avvicinava alla perfezione.
L'obiettivo principale dell’opus alchemicum è ottenere la pietra filosofale mediante sette procedimenti divisi in quattro operazioni: Putrefazione, Calcinazione, Distillazione e Sublimazione e tre fasi ossia Soluzione, Coagulazione e Tintura. Attraverso queste operazioni la "materia prima", mescolata con lo zolfo e il mercurio e scaldata nella fornace (atanor) si trasformerebbe gradualmente passando attraverso vari stadi contraddistinti dal colore assunto dalla materia durante la trasmutazione.
Nel linguaggio simbolico alchemico esistono due essenze primordiali considerate nel quadro di un sistema dualistico che ritiene qualsiasi materiale come miscela di questi due componenti, vale a dire un elemento "in combustione" (zolfo ) e uno "volatile" (mercurio ).
I tre stadi fondamentali sono: Nigredo o opera al nero in cui la materia si dissolve putrefacendosi; Albedo o opera al bianco durante la quale la sostanza si purifica sublimandosi; Rubedo o opera al rosso che rappresenta lo stadio in cui si ricompone fissandosi.
Gli antichi testi alchemici
Come si può notare, dunque, la pratica alchemica sebbene concreta comprende in sé molti elementi simbolici che nel corso dei secoli sono stati sapientemente trasmessi o spesso celati in numerosi testi anch’essi però non di facile approccio. Tale tradizione parte da molto lontano.
La leggenda vuole che il fondatore dell'alchimia egiziana fosse il dio Thot chiamato dai Greci Ermes-Thoth o Ermes il tre volte grande (Ermete Trismegisto). Thot avrebbe scritto i quarantadue libri della conoscenza coprendendo tutti i campi dello scibile, tra cui anche l'alchimia. Il suo simbolo rappresentativo era il caduceo che divenne poi uno dei principali emblemi alchemici. La Tavola di Smeraldo, nota solamente attraverso traduzioni greche e arabe, è considerata la base per la pratica e la filosofia alchemica occidentale. Il testo era inciso su una lastra di smeraldo ed è stata tradotta dall'arabo al latino nel 1250. Esso apparve per la prima volta in versione stampata nel “De Alchemia” di Johannes Patricius nel 1541.
Tra le prime figure ad avere prodotto testi alchemici troviamo anche una donna. Si tratta di Maria la Giudea, anche conosciuta come Maria Prophetissima, Miriam la Profetessa o Maria d'Alessandria: filosofa e alchimista che si ritiene sia vissuta nei territori dell'Impero Romano orientale, probabilmente ad Alessandria d'Egitto, tra il primo ed il terzo secolo d.C. A lei viene attribuita l'invenzione di diversi apparati chimici e alchemici e viene considerata la prima alchimista esistita realmente. Gli alchimisti successivi credevano che Maria fosse in realtà Miriam, sorella di Mosè e del profeta Aronne. Maria scrisse diversi libri di alchimia sebbene nessuno dei suoi lavori sia sopravvissuto nella loro forma originale, i suoi insegnamenti sono stati citati doviziosamente da diversi autori ermetici successivi. Lo scritto principale che è sopravvissuto è un estratto fatto da un anonimo filosofo cristiano chiamato “Il dialogo fra Maria e Aros sul magistero di Hermes” in cui sono descritte e definite molte operazioni che diventeranno in seguito la base della pratica alchemica, come la leukosis (sbiancamento o macinazione) e la xanthosis (ingiallimento o calcinazione).
Diversi aforismi ermetici sono stati attribuiti proprio a Maria Profetessa, in particolare quelli che avevano come oggetto l'unione degli opposti ossia dell’elemento maschile e femminile per raggiungere un terzo elemento. Tra i suoi motti più celebri, infatti, è possibile ricordare quello ermetico che recitava: «L'Uno diventa Due, i Due diventano Tre, e per mezzo del Terzo il Quarto compie l'Unità».
La tradizione alchemica codificata non è un retaggio culturale solo dell’Occidente ma affonda le sue radici anche in Oriente e in epoche antiche. La Cina in particolare può essere considerata il centro di una tradizione alchemica risalente forse già al IV-III secolo a.C., ma documentata con sicurezza per la prima volta nel Ts'an T'ung Ch'i scritto nel 142 a.C. da Wei Po-Yang sotto forma di commentario all'I-Ching, ossia il “Libro delle Mutazioni”. Egli fonda il processo alchemico delle dottrine dei cinque stati di mutamento, erroneamente chiamati "elementi" (acqua, fuoco, legno, metallo e terra) combinati con il sistema dualistico dei contrari (yin e yang); di questi due il primo è associato alla luna mentre il secondo al sole e dalla loro dinamica si originano gli elementi. Il testo, di non facile interpretazione per le numerose combinazioni e interferenze con le dottrine cosmologiche e magiche, presenta una concezione esoterica molto evoluta.
Ritornando in occidente invece si può riscontrare un aumento della produzione dei testi alchemici a partire dal XV secolo quando lo sviluppo della stampa ne ha permesso la pubblicazione e in alcuni casi anche una diffusione sebbene ancora abbastanza limitata.
Tra questi, per esempio, possiamo citare alcune opere di Arnaldo da Villanova (Valencia o Villeneuve-lès-Maguelone, 1240 – Genova, 1312) che è stato un medico e scrittore catalano di opere a tema religioso. Culturalmente molto vicino al francescanesimo spirituale, è stato un personaggio influente nelle corti europee, consigliere del re d'Aragona, del papa e del re di Sicilia. Subito dopo la sua morte gli è stata riconosciuta fama di alchimista e mago. Gli sono state attribuite molte opere alchemiche tra cui “Flos Florum”, “Epistola Super” e “Lo Specchio dell'Alchimia”; ma tra queste si può citare in particolare il “Rosarium philosophorum” detto anche "Rosario dei filosofi". Il titolo Rosarium farebbe pensare alla simbologia della rosa che dall'antichità e per tutto il Medioevo è stata associata all'idea della perfezione e dell'infinito, ma anche alla custodia in segreto delle conoscenze misteriche. L'opera contiene venti illustrazioni che rappresentano i momenti fondamentali dell'opus alchemica, ossia il procedimento che porta alla creazione della Pietra Filosofale. La complessità simbolica e metaforica che lo caratterizzano rende il Rosarium oscuro e di difficile comprensione almeno per i profani.
Un altro testo alchemico antico è il “Commentarius” attribuito a Raimondo Lullo anche conosciuto come Ramon Llull (Palma di Maiorca, 1232 – Palma di Maiorca, 29 giugno 1316); egli è stato uno scrittore, teologo, astrologo, alchimista, mistico e missionario spagnolo tra i più celebri dell'Europa del tempo. Il corpus lulliano comprende circa 260 opere riconosciute come autografe e 44 forse apocrife: tra queste ultime tutte quelle di argomento alchemico scritte in arabo, in latino e in catalano. Si tratta di opere di filosofia, teologia, mistica, pedagogia, medicina, scienze naturali, fisica e matematica. Tra le opere a carattere alchemico una in particolare è degna di nota: il “Liber de segretis naturae seu de quinta essentia” nel quale sostiene che mentre Dio può esercitare solo il bene, l'uomo può cadere nel male perché dispone solo del fuoco per purificare le cose terrene, ma con l'aiuto dei principi essenziali alchemici e con la fede può realizzare trasmutazioni naturali e tendere al bene. La scelta tra il bene ed il male appartiene al libero arbitrio che pur essendo una conseguenza dell'ignoranza umana è però voluta dalla stessa volontà divina ed è perciò anch'essa un bene. Altra opera alchemica attribuita a Lullo è “Fugax Vitae”, ossia una ricerca interiore seguendo metaforicamente la pietra dura alchemica filosofale (simboleggiata dall'acronimo V.I.T.R.I.O.L. ossia l’acronimo di Visita Interiora Terra Rectifficando Invenium Occultum Lapidem che tradotto significa in “Visita l'interno della terra, operando con rettitudine troverai la pietra nascosta).
Come abbiamo visto in apertura un autore a cui tradizionalmente viene attribuita la paternità di testi alchemici antichi è Nicolas Flamel (Pontoise, 1330 – Parigi, 22 marzo 1418). Egli è considerato forse l’ultimo degli alchimisti della scienza antica e in particolare si potrebbe citare la traduzione del mitico libro di “Abramo l'ebreo” acquistato dallo stesso Flamel nel 1357 e contenente i segreti per la costruzione della pietra dei filosofi. Dopo la sua morte il suo nome è stato collegato alla leggenda della pietra filosofale a causa di una serie di opere alchemiche pubblicate nel XVII secolo e a lui attribuite, ma considerate apocrife. Da qui poi deriverebbe la leggenda di Flamel alchimista eccelso che secondo alcuni sarebbe riuscito a ottenere la pietra filosofale e l'immortalità.
Con Flamel si chiude il ciclo degli alchimisti classici e da quel momento, a partire poi in particolare dal XVII scolo, l’arte misteriosa cerca faticosamente di convivere con la modernità e con i fiumi d’inchiostro sono stati versati sull’argomento, sdoganando di fatto la misteriosa pratica anche fuori dai circoli esoterici e ristretti.
Dice Carl Gustav Jung nel 1944 nella sua poderosa opera dal tiolo “Psicologia e alchimia”: «È sicuro e al di là di ogni dubbio che una vera tintura o un oro artificiale non furono mai prodotti durante i molti secoli di seria e tenace applicazione. Ci sembra quindi lecito chiedere: che cosa ha indotto gli antichi alchimisti a proseguire indefessamente nel loro lavoro, oppure - come dicevano - a "operare", e scrivere tutti quei trattati sull'arte "divina", se tutta la loro impresa era irrimediabilmente disperata?». Lo stesso Jung può essere considerato un moderno alchimista; allora qual è il confine tra la mistificazione calcolata e il mistero custodito nei secoli?
2 luglio 2016. Nei meandri oscuri e sconfinati della rete faceva la sua comparsa un utente anonimo con uno strano nome altisonante: "FBI Anon"; nei primi post si descriveva come "analista e stratega di alto livello" e affermava di avere "una conoscenza intima del funzionamento interno del caso Clinton". La sua attività online si era indirizzata da subito nella diffusione di notizie spesso tendenziose riguardanti le indagini sulla Clinton Foundation e addirittura sull’arresto di Hillary Clinton se Trump fosse diventato presidente.
Nello stesso periodo un'altra figura identificata con il nickname "HLI Anon" (ossia High Level Insider Anon) ospitava lunghe sessioni di Q&A (domande e risposte), spiegando nei dettagli varie teorie complottiste tra cui una in particolare che sosteneva che la principessa Diana fosse stata uccisa dopo aver tentato di opporsi ad alcune pratiche illegali delle élite mondiali.
Poco dopo le elezioni americane del 2016 due utenti anonimi noti come "CIA Anon" e "CIA Intern" dichiararono di essere funzionari di alto rango della CIA, mentre alla fine di agosto 2017 un altro account denominato "WH Insider Anon" attirò l’attenzione degli altri utenti annunciando che qualcosa "stava per accadere".
Una persona identificata come “Q Clearance Patriot” apparve per la prima volta sulla bacheca di 4Chan (una piattaforma per la pubblicazione di immagini nota per i suoi meme grotteschi) il 28 ottobre 2017 pubblicando messaggi in un thread intitolato “Calm Before the Storm” (La calma prima della tempesta) in riferimento a una criptica affermazione di Trump durante un raduno di leader militari americani a cui era intervenuto.
Sembrava un’oscura e pittoresca guerra di spie, ma in realtà era l’origine di QAnon: un movimento molto discusso e per alcuni versi molto enigmatico. Solo un gioco online o un progetto organizzato a tavolino di ben altro livello?
Le origini
Quando si parla di QAnon spesso i commentatori fanno riferimento a una nuova e complessa teoria del complotto di estrema destra secondo la quale esisterebbe un'ipotetica trama segreta organizzata da un presunto Deep State (ossia i cosiddetti "poteri forti") contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i suoi sostenitori, i quali avrebbero all'opposto assunto il potere con l'obiettivo di scardinare il Nuovo Ordine mondiale, considerato colluso con reti di pedofilia a livello globale dedite anche all’esercizio di cruente pratiche sataniste e in generale avente come obiettivo il dominio mondiale. L'essenza della cospirazione sarebbe basata sull’esistenza della cosiddetta “cabala”, ossia una congrega mondiale di pedofili che adorerebbe Satana e che praticamente governerebbe il mondo controllando ogni cosa e in particolare i politici e i media, ma anche il mondo di Hollywood; questa congrega avrebbe continuato a imperare nel mondo se non fosse stato per l'elezione del presidente Donald Trump.
Tutto il movimento si identifica, rifacendosi a primi utenti anonimi iniziatori, con la lettera Q che farebbe riferimento alla cosiddetta “Q clearance” ossia al presunto livello massimo di autorizzazione per l'accesso alle fonti top secret del governo americano che in realtà sarebbe utilizzato solo dal dipartimento dell'energia degli Stati Uniti. “Anon” invece sarebbe l’abbreviazione di “anonymous” (anonimo) e su 4Chan viene usato spesso, per esempio, in account come FBIAnon o CIAAnon da chi sostiene di avere (presunte) informazioni confidenziali su vari argomenti da condividere con gli altri utenti.
Q si è concentrato inizialmente soprattutto sui presunti e imminenti arresti di Barack Obama, George Soros e altri personaggi pubblici di spicco. La stessa sorte sarebbe poi toccata anche a molti attori liberal di Hollywood, a politici democratici e a funzionari di alto rango accusati di essere coinvolti in un'organizzazione internazionale di traffico di minori.
Nei meandri di QAnon
Ci sono state molte speculazioni per svelare l'identità dell'utente Q: alcuni pensano si tratti di un ufficiale dell'intelligence militare o lo stesso Donald Trump, altri invece avanzano l'ipotesi che sia in realtà un gioco di realtà alternativa sul modello di Cicada 3301. Poiché il sito 4Chan permette l’anonimato degli utenti è possibile che numerose persone abbiano utilizzato il nickname Q per postare contenuti sul forum. Si è ipotizzato anche che sia stato ispirato dal libro “Q” e dal personaggio di Luther Blissett, pseudonimo collettivo che nel corso degli anni Novanta è stato usato da persone di sinistra e anarchici per organizzare scherzi, stratagemmi mediatici e bufale.
Dopo i primi post dell’utente Q pian piano si è strutturato un vero e proprio movimento prima solo online ma poi formato anche da sostenitori che hanno iniziato a fare manifestazioni per strada. I seguaci di QAnon si definiscono Anons e si pongono l'obiettivo di fare ricerche a partire dagli indizi (drop) rivelati da proprio da Q e quindi divulgare informazioni considerate classificate per "risvegliare" altre persone.
I sostenitori di QAnon usano inoltre una serie di parole chiave per riconoscersi. Tra queste, per esempio, l'hashtag #WWG1WGA che sarebbe l’acronimo del motto in inglese ”Where We Go One, We Go All” ossia “Tutti per uno, uno per tutti”. Altri slogan sono “The Storm” (la tempesta) e “The Great Awakening” (il grande risveglio).
I suoi sostenitori sono diffusi in molti paesi europei, tra cui anche l'Italia, con decine di migliaia di utenti che seguono i canali social legati a QAnon.
Un altro riferimento molto comune è legato all’immagine del coniglio bianco e alla frase del film Matrix "vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio" (citazione originaria al romanzo “Alice nel paese delle meraviglie”), come richiamo alla ferma credenza che le reti internazionali di pedofili terrebbero segregati in tunnel sotterranei di tutto il mondo milioni di bambini; l'immagine invece del coniglio bianco con un orologio sarebbe indicativo della convinzione che per il Deep State il tempo sia ormai giunto al termine. Ispirato al film Matrix è anche il riferimento alla "pillola rossa" (redpill) con la quale nella pellicola il protagonista si risveglia nel mondo vero dove gli esseri umani sono tenuti in schiavitù così come analogamente QAnon sostiene la necessità di risvegliare le persone tenute dormienti dal Deep State e rese incapaci di comprendere l'occulta trama di potere che regge il mondo. Le persone risvegliate e attivamente impegnate nella promozione di QAnon sono definite “patriots” ossia patrioti.
Il cuore delle teorie
Il punto chiave fondante di questo movimento riguarda la teoria che l'ultimo presidente leale agli Stati Uniti sia stato John Fitzgerald Kennedy, ucciso da esponenti proprio del Deep State. Da allora la presidenza americana sarebbe caduta nelle mani degli esponenti del Nuovo Ordine Mondiale. Un manipolo di esponenti dell'esercito americano, tra i cui i Navy Seals, sarebbero rimasti leali alla memoria di Kennedy e avrebbero adottato un giuramento di lealtà ai valori degli Stati Uniti con l'obiettivo di rovesciare il Deep State. Secondo QAnon il figlio di JFK, John Fitzgerald Kennedy Jr., non sarebbe veramente morto, ma ne sarebbe stato simulato l'incidente allo scopo di metterlo al sicuro e condurlo in futuro alla guida della fazione lealista. Il risultato di questa operazione sarà l'insediamento di JFK Jr. come nuovo presidente degli Stati Uniti e generare un grande risveglio globale. Diversi seguaci di QAnon hanno adottato la teoria di Kennedy e sono convinti che un uomo di Pittsburgh di nome Vincent Fusca sia in realtà lo stesso Kennedy Jr. sotto mentite spoglie e che sarà il protagonista della campagna per la rielezione del 2020 di Donald Trump.
Successivamente i post pubblicati online da Q sono diventati sempre più criptici e vaghi e sono sempre accompagnati da stringhe di numeri e lettere considerati messaggi in codice.
Il 30 maggio 2019 in una nota del bollettino dell'FBI ha identificato il movimento di QAnon come una minaccia di terrorismo interno. Il rapporto cita una serie di arresti legati a QAnon, alcuni dei quali non sono stati ancora resi pubblici. La nota affermava inoltre che «l'FBI valuta che molto probabilmente queste teorie del complotto emergeranno, si diffonderanno e si evolveranno nel moderno scenario dell'informazione, spingendo occasionalmente sia gruppi che singoli estremisti a compiere atti violenti o criminali».
Negli ultimi mesi per la prima volta l’attuale presidente degli Stati Uniti Donald Trump pubblicamente ha appoggiato le teorie cospirazioniste legate a QAnon. A pochi mesi dalle elezioni, quindi, ha praticamente ammesso di essere a capo della resistenza segreta contro il governo delle élite che comandano il mondo.
Teorie oltre la realtà?
Ci sono poi alcune teorie che sono parte integrante della matrice di QAnon ma che risultano comunque ai confini, se non oltre, il cospirazionismo spinto, come per esempio l'insinuazione secondo cui il cancelliere tedesco Angela Merkel sia la nipote di Adolf Hitler.
Un altro tema ricorrente è che alcune star di Hollywood siano pedofili e molti di loro farebbero uso di una sostanza, l'adrenocromo, in grado di estendere la durata della vita, ossia una sorta di elisir di eterna giovinezza.
I seguaci di QAnon sono soliti considerare ogni attentato terroristico o strage di massa un'operazione di false flag attuata o dal Deep State oppure dai patriot per colpire esponenti del Deep State. I teorici di QAnon hanno anche propagandato il consiglio di bere candeggina industriale (nota come MMS o Miracle Mineral Solution) come "cura miracolosa" per il Covid-19 come in realtà hatto anche il presidente Trump.
L’intera vicenda di QAnon sta subendo una certa involuzione dovuta alla disillusione riveniente dal fallimento delle previsioni fatte online; in diverse occasioni poi lo stesso utente Q ha disconosciuto le sue stesse dichiarazioni e previsioni errate sostenendo che "la disinformazione sia una necessità". Secondo lo psicologo australiano Stephan Lewandowsky Q farebbe uso della negazione plausibile per rafforzare ulteriormente nei suoi credenti l'autorità delle sue affermazioni. Questo, come è chiaro, crea ulteriore confusione ma anche un’aurea mistica intorno all’intera vicenda. Secondo alcuni commentatori politici questo movimento sarebbe una gigantesca operazione organizzata a tavolino dai servizi segreti americani per pilotare l’opinione pubblica.
Rachel Bernstein, esperta di culti e specializzata nella terapia di recupero, ha affermato che QAnnon ha in fondo lo stesso spirito intrinseco dell’appartenenza religiosa: «Ciò che un movimento come QAnon farà, e il motivo per cui divamperà come un incendio, è il fatto di far sentire le persone connesse a qualcosa di importante di cui gli altri sono ancora all'oscuro... Tutti i culti imprimono questa sensazione di essere speciali».
«É evidente che il Dio degli Ebrei non ha conosciuto l’Apulia e la Capitanata, altrimenti non avrebbe dato al suo popolo la Palestina come Terra Promessa». In questa dichiarazione attribuita a Federico II si può forse già intravedere l’attrazione che provava per la terra pugliese e di riflesso il motivo per cui forse decise poi di costruire un monumento simbolo di questa terra: Castel del Monte.
Il complesso si trova nell'altopiano delle Murge occidentali in Puglia, nella frazione omonima del comune di Andria, a 17 km dalla città, sulla sommità di una collina a 540 metri sul livello del mare.
Nel 2014 è stato il trentesimo sito italiano più visitato forse anche grazie al fatto che è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dell'UNESCO nel 1996. La prestigiosa assegnazione è stata motivata in funzione del rigore matematico e astronomico delle sue forme e per l'armoniosa unione di sintesi degli elementi culturali riconducibili alle architetture del nord Europa, del mondo islamico e dell'antichità classica, tutti inseriti in un tipico esempio di architettura del medioevo.
Le origini storiche
L'origine dell'edificio si colloca per tradizione alla data del 29 gennaio 1240, quando Federico II Hohenstaufen ordinò a Riccardo da Montefuscolo, giustiziere di Capitanata, che venissero predisposti i materiali e tutto il necessario per la costruzione di un castello presso la chiesa di Santa Maria del Monte (oggi scomparsa). Probabilmente alla morte di Federico II (avvenuta nel 1250) l'edificio non era stato ancora terminato.
Incerta è anche l'attribuzione di chi fu effettivamente il capomastro responsabile della costruzione e della progettazione architettonica: alcuni riconducono l'opera a Riccardo da Lentini ma molti sostengono che a ideare la costruzione fosse stato lo stesso Federico II. Pare, inoltre, che sia stato costruito sulle rovine di una precedente fortezza di epoca longobarda.
Certamente, però, come si può notare già a una prima occhiata, non è una fortezza con le caratteristiche tipiche: non presenta infatti mura merlate difensive, non c’è traccia della struttura portante del ponte levatoio, né sono presenti scuderie o ambienti riconducibili alle funzioni prettamente militari. Allora quale era la sua funzione preminente?
La struttura esoterica
Visitando l'edificio il primo elemento visibile che salta subito agli occhi è la pianta ottagonale. Inoltre in ogni spigolo della costruzione si innestano otto torrette a loro volta ottagonali; anche la corte interna ha la forma dell’ottagono.
Il portale di ingresso principale si apre sulla parete della struttura ottagonale orientata approssimativamente a est, vale a dire di fronte al punto in cui sorge il sole in coincidenza degli equinozi di primavera e d'autunno.
In alcuni resoconti storici sono riportate indicazioni circa l'esistenza di una vasca o una fontana al centro del cortile, presumibilmente anch'essa ottagonale e costituita da un unico blocco di marmo.
Le alte pareti da cui è formato il cortile interno danno l'idea di trovarsi all'interno di un pozzo che nella simbologia medioevale rappresentava la conoscenza poiché metaforicamente ci si abbevera estraendo l’acqua così come si dovrebbe dissetarsi di conoscenze.
La presenza di questi elementi simbolici farebbe ipotizzare che la costruzione potesse essere una sorta di tempio sapienziale in cui dedicarsi indisturbati allo studio delle scienze. In ogni caso si rivela un'opera architettonica grandiosa, sintesi di raffinate conoscenze matematiche, geometriche e astronomiche.
Alcune lievi asimmetrie nella disposizione delle residue decorazioni e delle porte interne, nella maggior parte dei casi oggetto di spoliazioni o alterazioni, hanno suggerito ad alcuni studiosi l'idea che il castello e le sue sale, geometricamente perfette, fossero state progettate per essere fruite attraverso una sorta di percorso obbligato, probabilmente legato a criteri astronomici.
L'ottagono irregolare su cui è basata la pianta del complesso è una forma geometrica simbolica: si tratta della figura intermedia tra il quadrato che è il simbolo della terra e il cerchio che rappresenta invece l'infinità del cielo; quindi segnerebbe il punto di sintesi e d’incontro simbolico tra queste due dimensioni, ossia quelle fisiche e geometriche con quelle spirituali.
La valenza simbolica del numero otto è riconducibile anche al concetto di infinito proprio perché lo stesso numero se capovolto indica tale simbolo grafico. Il numero otto è simbolicamente anche legato al concetto del rinnovamento spirituale e della rinascita.
Il numero otto ricorre in vari elementi della costruzione: la forma ottagonale della costruzione, il cortile interno e le otto torri ai vertici, le otto stanze interne, la vasca interna che doveva essere ottagonale, otto fiori quadrifogli sulla cornice sinistra sul portale di ingresso, altri otto sulla cornice inferiore, otto foglie sui capitelli delle colonne nelle stanze, otto foglie sulla chiave di volta, otto foglie di vite sulla chiave di volta della prima sala del piano terra, otto foglie di girasole sulla chiave di volta di un'altra sala, otto foglie ed otto petali su quella della quinta sala, otto foglie di acanto sulla chiave di volta dell'ottava sala e otto foglie di fico sulla chiave di volta dell'ottava sala al piano superiore.
Il numero otto era una vera fissazione del sovrano. Nel 1784 la cattedrale di Palermo nella quale era stato sepolto ha subito dei restauri e la salma è stata trovata in ottimo stato di conservazione; al dito pare sia stato trovato uno strano anello composto da uno smeraldo rotondo con otto petali dorati.
La scelta dell'ottagono come elemento guida dell’intera costruzione potrebbe derivare, secondo alcuni, dalla Cupola della Roccia di Gerusalemme che Federico II avrebbe visto durante la sesta crociata o forse a una emulazione dalla Cappella Palatina di Aquisgrana.
Secondo altri, invece, il maniero sembrerebbe essere stato interamente costruito secondo l'architettura del Tempio di Salomone (con le quattro misure-chiave: 60 - 30 - 20 - 12 cubiti). Il suo perimetro sarebbe 111 cubiti, altro numero carico di significato esoterico e mistico secondo la tradizione ebraica. Le misure della struttura farebbero riferimento in toto alla cosiddetta proporzione aurea (1,618), la stessa presente anche nel Tempio di Salomone di Gerusalemme e in alcune costruzioni del mondo antico come, per esempio, le piramidi di Giza.
L'intera costruzione sarebbe intrisa di forti simboli astrologici e la sua posizione sarebbe stata studiata in modo che nei giorni di solstizio ed equinozio le ombre gettate dalle pareti abbiano una particolare direzione. A mezzogiorno dell'equinozio di autunno, ad esempio, le ombre delle mura raggiungerebbero perfettamente la lunghezza del cortile interno ed esattamente un mese dopo coprono anche l'intera lunghezza delle stanze. Due volte l'anno (l'8 aprile e l'8 ottobre ossia ancora due date riconducibili al numero 8), inoltre, un raggio di sole entrerebbe nella parete sudorientale e attraversando la finestra che si rivolge al cortile interno illuminerebbe una porzione di muro dove prima era scolpito un bassorilievo. Perché era così importante questo bassorilievo?
Un mistero nel mistero
Oltre al mistero e al fascino indiscusso della struttura, oltre alla ricorrenza frenetica del numero otto, Castel del Monte nasconde anche un altro segreto spesso poco citato ma allo stesso tempo molto intrigante.
Ancora una volta anche in questa vicenda sullo sfondo ci potrebbe essere l’epopea dei Cavalieri Templari e il loro bagaglio di mistero e conoscenze esoteriche. Secondo Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro, i Cavalieri del Tempio erano a conoscenza di un “terribile segreto”, assolutamente non rivelabile, che nessuno conosceva “tranne Dio, il diavolo e i Maestri”. Di questo sarebbe venuto a conoscenza anche Federico II che lo avrebbe celato in un’enigmatica incisione su una statua attorniata da cavalieri (oggi purtroppo non più visibile) e ancora non decifrata. Era questo il bassorilievo illuminato dal raggio di sole, come abbiamo visto, in alcune date particolari?
L’iscrizione era la seguente: D8 I D CA D BLO C L P S H A2. Ovviamente la prima cosa che viene da pensare è che la misteriosa iscrizione sia collegata a un cifrario e quindi a un metodo di decriptazione che però nessuno è riuscito a individuare.
Il collegamento di Castel del Monte con i Templari è possibile rintracciarlo anche in una chiave di volta di una stanza dove è presente la rappresentazione del Bafometto, ossia la testa mozzata idolo segreto proprio dei Cavalieri Templari.
Un particolare non di poco conto è che proprio Federico II nel 1228, pur essendo stato colpito da scomunica papale, aveva ugualmente partecipato alla Tavola Rotonda a San Giovanni d'Acri insieme ai Templari, agli Ospitalieri, ai Teutonici, ai Fàlas saraceni, ai Batinyah, alla setta degli Assassini e ai Rabiti di Spagna, tutti uniti secondo una vecchia tradizione nella cosiddetta Pactio Secreta (Patto Segreto).
L’enigmatica formula del bassorilievo viene menzionata per la prima volta dal giornalista francese ottocentesco Robert Charroux; essa appariva nella corte su una lapide incastrata nella parete della quinta sala del piano superiore.
Come prima considerazione possiamo dire che la misteriosa scritta sembrerebbe costituita da diversi blocchi separati e presenta due soli numeri e quindici lettere tutte in maiuscolo; in totale, dunque, sarebbero ben diciassette elementi. È solo un caso che diciassette possa essere riconducibile ancora una volta al numero 8 (17= 1+7=8)? É altresì un caso che uno dei due numeri presenti nella serie sia proprio un otto?
Inoltre le parti D8 e A2, rispettivamente all’inizio e alla fine, potrebbero essere due chiavi di lettura per decifrare l’intera iscrizione. Due chiavi di lettura per quale metodo di decriptazione? Al centro, invece, sembrerebbero ci siano vari blocchi alcuni costituite da lettere singole altri invece accoppiate come per esempio CA e BLO; colpisce poi la parte finale, C L P S H, che sembrerebbero lettere singole in successione.
È stato appurato che Federico intrattenne una fitta corrispondenza con il più famoso matematico del medioevo, Leonardo Pisano, conosciuto come Fibonacci (sua è la nota serie nella quale ogni elemento è la somma dei due che lo precedono: 1 2 3 5 e così via.) Tra i due si svolgevano duelli scherzosi a suon di giochi matematici. Tali sciarade potrebbero aver fornito alcuni spunti interessanti per creare la misteriosa scritta? Quale linguaggio segreto si cela dietro la struttura di Castel del Monte? Ma soprattutto quale segreto nasconde l’iscrizione?
Come riportato nel “Nome della Rosa” la cui trasposizione cinematografica è stata ambientata proprio a Castel del Monte: «Lascia parlare il tuo cuore, interroga i volti, non ascoltare le lingue...».