Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012
Attualmente redattore del mensile Mistero
rivista dell'omonima trasmissione televisiva di Italia Uno
“Nostro figlio, morto, vive, torna re dal fuoco e gode del matrimonio occulto. Se avrai fatto volare la terra al di sopra della tua testa con le sue penne tramuterai in pietra le acque dei torrenti. Il diametro della sfera, il tau del circolo, la croce del globo non giovano alle persone cieche. Quando nella tua casa neri corvi partoriranno bianche colombe, allora sarai chiamato sapiente. Chi sa bruciare con l'acqua e lavare col fuoco, fa della terra cielo e del cielo terra preziosa”. Queste misteriose frasi non si trovano in un libro di testo ma in un libro di pietra con spiccate elementi della scienza alchemica; la cosa sorprendente è che queste strane e astruse epigrafi erano inglobate sullo stipite di una porta in una delle città più belle del mondo. Stiamo parlando di Roma: città eterna, affascinante e misteriosa. Ogni angolo trasuda di storia, di arte e di bellezza; ma la capitale italiana conserva e nasconde molto di più: angoli misteriosi e sorprendenti, fuori dalla vista e dalla portata del turismo di massa, oltre gli stereotipi didascalici dei percorsi consigliati nelle pagine patinate delle guide turistiche. Luoghi che non sono solo lo specchio permanente di una storia millenaria, quella scritta nei libri di storia, ma anche scrigni che custodiscono conoscenze nascoste e spesso con marcata valenza esoterica. Uno tra questi, per esempio, è la Porta Alchemica, detta anche Porta Magica o Porta Ermetica o Porta dei Cieli. É situata nella campagna orientale di Roma sul colle Esquilino in prossimità dell'odierna piazza Vittorio Emanuele II. Si tratta di un vero trattato inciso nella pietra e intriso di simboli carichi di significati nascosti ed esoterici. Che cos’è effettivamente la Porta Alchemica, cosa rappresenta e perché è così importante dal punto divista esoterico? Per rispondere a queste domande bisogna necessariamente partire dalle origini e dal suo costruttore.
(estratto dell'articolo cartaceo)
“Terribilis est locus iste”. Potrebbe bastare già questa frase incisa nella chiesa di Rennes-le-Château per esprimere l’inestricabile groviglio di storie e di misteri legati al paesino esoterico più famoso al mondo. Una serie infinta di elementi storici, esoterici, ermetici e cabalistici, tutti concentrati in un unico posto, forse come in nessun posto al mondo. Il piccolo paese di Rennes-le-Château si trova in Francia a ridosso dei Pirenei nella regione Linguadoca-Rossiglione nel dipartimento dell’Aude. Per capire perché è diventato così importante negli ambienti intrisi di occultismo bisogna fare un passo indietro. Nel 1214 Bianca di Castiglia, mentre a Parigi imperversava la rivolta dei pastori, si rifugiò a Rennes dove fece costruire il castello di Blanchefort e secondo la leggenda vi nascose il suo tesoro. É utile ricordare che Bianca di Castiglia era appassionata di esoterismo e fece inserire per esempio nelle vetrate della cattedrale di Chartres dei rosoni che raffiguravano la Vergine nera e la Rosa mistica. Il castello di Rennes è appartenuto nel corso dei secoli ai Conti Ràzes, ai Marchesi Blanchefort e infine alla famiglia des Hautpoul. L’ultimo signore di Rennes, marchese di Blanchefort, sposò Marie de Nègre d'Ables. La marchesa morì il 17 gennaio 1781 (è importante tenere ben a mente la data del 17 gennaio) e in punto di morte rivelò un importante segreto ad Antoine Bigou curato di Rennes. Di cosa si trattava?
(estratto dell'articolo cartaceo)