Giovedì, 28 Marzo 2024

Giornalista iscritto all'Albo Nazionale dal 2012

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Puglia e Basilicata da record N.105 07/01/2012

Bisogna esserne fieri: la Basilicata e la Puglia sono da record. I primati possono essere negativi o positivi. Certamente negativo, ad esempio, è quello che relega le provincie lucane agli ultimi posti nella classifica della qualità della vita. Potenza, infatti, si è classificata al 76° posto, pur salendo di una posizione rispetto allo scorso anno; ancora peggio Matera che, invece, si è classificata al 78° posto, perdendo ben undici posizioni rispetto all’ultima rilevazione e non va certo meglio Bari (scesa in classifica. Questo più o meno lo si conosceva e lo si percepiva pure. Un altro record, però, in questi giorni è salito alla ribalta della cronaca. Record “positivo” solo per pochi. La casta lucana e quella pugliese possono festeggiare per davvero. Proprio in questi giorni, infatti, “Il Sole 24 ore” ha tracciato la classifica nazionale dei vitalizi e delle indennità dei consiglieri regionali. Si scopre così che la qualità di vita è scadente solo per i cittadini lucani, ma non per i propri consiglieri regionali. In cima alla classifica dei più remunerati troviamo i consiglieri pugliesi seguiti immediatamente dai cugini lucani di pari grado. Scrive testualmente il famoso quotidiano economico: ”Il gruppo dei "Popolari uniti" nel consiglio regionale della Basilicata è davvero unito, anche perché ha un solo componente. Lo stesso numero vantato da Sinistra e libertà, Idv, Psi, Mpa e Api, così com'è ovvio che il consigliere della lista "Per la Basilicata" non abbia trovato alcuna ragione politica per unirsi con quello di "Io amo la Lucania". Risultato: una delle regioni più piccole d'Italia, che amministra un numero di abitanti pari a quello di un paio di municipi romani, in un consiglio regionale da trenta persone ospita ben undici gruppi. Il loro unico componente, naturalmente, è capogruppo con relativa indennità aggiuntiva da 667 euro al mese che si somma a quella base da 6.529,49 euro, elemento che dà una grossa mano a spiegare tanta frammentazione politica. Nel panorama dei consigli regionali, comunque, quello lucano è tutt'altro che un'eccezione. Meno controllati rispetto al Parlamento nazionale, tuttavia, i parlamentini territoriali hanno potuto proliferare per anni senza farsi scrupoli nel far girare indennità aggiuntive, privilegi, prebende piccole e grandi”. Insomma un “j’accuse” puro e duro non solo rispetto ai compensi elevati, ma anche riguardo alla frammentazione politica in gruppi formati da una sola persona, costituiti esplicitamente per un fatto meramente economico e remunerativo. La cosa ancor più grave è che se in Parlamento il vitalizio non ha mai superato il 60% dell'indennità, in Puglia, con qualche mandato alle spalle, si può arrivare al 90% e in Basilicata all'84%. Nel guinness dei primati in questo settore non ci batte nessuno. Qualcuno, però, è venuto a battere al portone dorato di Via Anzio. In questi giorni, quasi contemporaneamente alla pubblicazione della classifica stilata da “Il Sole 24 ore”, una delibera della Corte dei Conti ha preso in esame proprio la gestione finanziaria della Regione Basilicata relativa al 2010. Nelle pagine del massimo organo della giustizia amministrativa c’è un duro ammonimento: il personale costa troppo e la spesa relativa deve essere ridotta. La spesa corrente legata al funzionamento della macchina amministrativa regionale deve essere tagliata in tempi brevi. Nel dettaglio, inoltre, secondo la Corte dei Conti le spese per il personale sono aumentate, passando da circa 50 milioni di euro del 2008 a 53 milioni di euro del 2010. Un altro passo dell’articolato documento di alcune centinaia di pagine descrive bene il quadro della situazione: “Dai calcoli che è stato possibile effettuare è emerso che, considerando congiuntamente le spese rilevanti di Giunta e Consiglio impegnate in ciascun anno, entrambe al netto delle componenti escluse, non emerge una riduzione, ma un incremento delle spese del personale. La stessa spesa, invece, risulterebbe decrescente (52.843.578,20 euro nel 2008, 52.816.100,19 euro nel 2009 e 52.531.008,65 euro nel 2010) solo qualora si provvedesse a ricomputare le spettanze di cui sopra si è detto con le modalità indicate dalla Regione”. Anche quest’anno nessuna informazione è pervenuta relativamente alle consulenze, agli incarichi esterni e alle collaborazioni di tipologia diversa dalle co.co.co, né è stato riferito se sussistono tipologie di monitoraggio unitario e di rilevazione contabile complessiva delle predette spese. Allora ritorna la frase iniziale, ma forse bisogna aggiungere il punto interrogativo: bisogna esserne fieri?

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.105 07/01/2012