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Notizie ANSA

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La Basilicata “Libera” dalle mafie N.67 26/03/2011

“Chi non salta è mafioso”. E’ questa la voce che si è alzata dal corteo che il 19 marzo ha attraversato la città di Potenza in occasione della XVI giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie con l’alto patronato del Presidente della Repubblica e organizzata dall’associazione antimafia Libera di Basilicata. Quel grido, al contempo di gioia e di speranza, proveniva dai ragazzi che in migliaia hanno invaso la città in lungo serpentone colorato. Sono loro la sorpresa che ti aspetti ma che non immagini; mescolati tra gli 80mila partecipanti sono loro le nuove sentinelle della legalità in ricordo delle oltre 900 vittime delle mafie. Con la forza prorompente della spensieratezza dell’età verde hanno sostenuto incessantemente le oltre 500 famiglie delle vittime. La lotta alle mafie passa necessariamente attraverso la primavera della loro età; non a caso, infatti, la giornata della memoria è proprio il 21 marzo, primo giorno di primavera, quest’anno anticipata alla data più comoda del sabato. “Verità e giustizia insieme” è stato il tema portante di questa edizione ospitata nella nostra regione. La Lucania etimologicamente può essere considerata una terra di luce o una terra di lupi. E’ stato questo il messaggio di apertura forte e perentorio di Don Ciotti, presidente nazionale di Libera. Una terra di luce sui giochi criminali e d’illegalità strisciante e non più una terra di lupi votati alla violenza e al malaffare; una terra di luce e soprattutto di chiarezza, per esempio, per le vicende nostrane della piccola Ottavia De Luise e di Elisa Claps e non più una terra di lupi che spingono verso la rassegnazione, l’indifferenza e le connivenze silenziose. Proprio per combattere la rassegnazione e l’indifferenza, alleati principali delle mafie, come ogni anno dal palco è stato letto l’elenco dei nomi delle vittime in ordine cronologico, in un susseguirsi di storie che rivivevano negli occhi lucidi dei parenti delle vittime presenti sul piazzale antistante alla sede della regione Basilicata. E' stato il chirurgo Gino Strada, fondatore di Emergency, a dar il via alla lettura dei nomi, seguito poi da molti altri tra cui i magistrati Giancarlo Caselli e Antonino Ingroia e dal presidente della regione Basilicata Vito De Filippo. Tra le vittime ci sono anche sedici lucani: undici morti e cinque scomparsi. I loro nomi sono: Antonio Cezza, Ottavia De Luise, Alfonso Bisogno, Giuseppe Di Pietro, Domenico Di Lascio, Anna Maria Mecca, Petronilla Vernetti, Nicola Bevilacqua, Mario Milione, Nicola Macculi, Giuseppe Forastieri, Maria Antonietta Flora, Luca Orioli, Marirosa Andreotta, Tiziano Fusilli, Vincenzo De Mare ed Elisa Claps. La vera forza delle mafie è fuori dalle mafie. La radice delle mafie è nell’indifferenza, nella rassegnazione, nel sistema di omertà e di complicità diffusa” ha sentenziato don Ciotti, spostando la visuale sull’insidioso rapporto mafia – politica. “E' una vergogna che l’Italia non abbia inserito nel codice penale i contenuti del Trattato di Strasburgo del 1999 contro la corruzione. In Italia – ha precisato Don Ciotti – si perdono 60 miliardi di euro per la corruzione, i soldi ci sono ma bisogna prenderli ai corrotti”.  Non può esistere la mafia senza la politica ma deve esistere la politica senza la mafia. Dalla Lucania come terra di luce si alza la voce per “illuminare” l’immobilismo politico su questi temi; allora, forse, i tanti giovani che intonavano “chi non salta è mafioso” ingenuamente, ma non tanto, hanno capito dove si annida il primo seme dell’illegalità: chissà se la proverbiale sobrietà dei politici impone loro di restare per l’appunto immobili o saltare con i ragazzi.

 

Pubblicato sul settimanale Il Resto N.67 26/03/2011