Quella strana profezia di Rasputin sull'Italia - Gennaio 2022

  1. «Nella notte dell’uomo bruciato, il sangue scorrerà a fiumi nella Roma dei papi e dei lestofanti. Il popolo uscirà sulle piazze accecato da un odio covato da tanto tempo e sulle picche lorde di sangue vedrete le teste dei politici, dei nobili e del clero. Il corpo di un uomo venerando sarà trascinato per le strade di Roma da un cavallo bianco e sulle strade rimarrà l’impronta del suo sangue e i lembi della sua pelle. Solo allora si scoprirà che l’uomo venerando era un serpente. E morirà come muoiono i serpenti. In questa notte di sangue e di magia le stelle cambieranno luce: quelli che indossavano l’abito della delinquenza indosseranno l’abito della giustizia e quelli che erano giusti diventeranno ingiusti... E quando sorgerà la luce del nuovo giorno, le fontane di Roma saranno piene di sangue umano, e molti corpi di potenti verranno squartati e gettati ai quattro angoli della città, affinché marciscano separati... Roma purificata non sarà più Roma. E la notte dell’uomo bruciato rimarrà a ricordare la santa insurrezione del popolo contro il lupo famelico vestito da agnello».

  2. Chi ha scritto questa inquietante e profetica visione? Si tratta di un personaggio tanto famoso quanto enigmatico e misterioso: Grigorij Efimovič Rasputin.

    Per capire meglio perché il famoso mistico russo parla espressamente del nostro paese bisogna ricordare chi era questa figura a metà strada tra il mito e la realtà.

    Rasputin: una figura misteriosa

    Grigorij Efimovič Rasputin (Pokrovskoe, 9 gennaio 1869 – Pietrogrado, 17 dicembre 1916) è stato un mistico russo, consigliere privato dei Romanov e figura molto influente in particolare alla corte di Nicola II di Russia.  

    La sua esistenza è immersa in un alone di mistero e misticismo, ma tuttora quando si fa il suo nome la mente corre agli intrighi di corte e di potere, alla dissolutezza e alla lussuria.

    Figlio di un vetturino postale e di una contadina, nacque in un piccolo villaggio situato 80 chilometri a est di Tjumen' nel Governatorato di Tobol'sk (Siberia sudoccidentale). Grigorij era il quinto di nove figli e per anni alternò il lavoro dei campi all'allevamento di cavalli e all'attività di vetturino. Non frequentò la scuola ma era dotato di un carattere forte e carismatico e un’indole estremamente riservata tesa alla spiritualità e al misticismo.

    All'età di otto anni cadde in un torrente insieme al fratello Mickhail; quest'ultimo morì dopo una polmonite che colpì entrambi. Tale evento sconvolse l’esistenza di Grigorij che si isolò ulteriormente dal mondo.

    Nel 1892 lasciò il suo villaggio e trascorse diversi mesi in un monastero a Verchotur'e dove iniziò a interessarsi attivamente alla vita religiosa e imparò a leggere e a scrivere.

    Nel mese di aprile 1907 fu invitato dallo zar Aleksej Nikolaevič Romanov il quale, malato di emofilia di tipo B, aveva subìto una caduta che aveva gravemente compromesso il suo stato di salute; già dal giorno dopo l'incontro con Rasputin lo zar aveva dato segni di recupero. A seguito di tali risultati lo zar e la zarina gli permisero di visitare sempre più spesso la loro riservatissima casa.

    Ciononostante il monaco siberiano non era benvoluto a corte e fu costantemente perseguitato. Agli inizi del 1914, ormai influente personaggio nelle vicende politiche russe, Rasputin decise di ritornare nel suo villaggio natio dove fu attaccato da una donna con il volto coperto da un fazzoletto nero; la donna, Chionija Guseva, lo pugnalò allo stomaco ma Rasputin ebbe modo di scappare e di prendere un bastone da terra con cui riuscì a tramortire l'assalitrice.

    Un altro tentativo di assassinio avvenne una sera a una festa dove erano presenti tutti i rappresentanti della politica russa dell'epoca. A un certo punto un rappresentante della Duma si alzò e gli puntò una pistola a tamburo, accusandolo del degrado nel quale si trovava la capitale. Rasputin lo invitò a premere il grilletto ma la pistola fece cilecca; allora lo invitò a sparare un altro colpo e la pistola fallì nuovamente; a quel punto il mistico prese la pistola, la puntò in aria e questa volta sparò.

    Questo episodio fece velocemente il giro della capitale e cominciò a diffondersi la voce che Rasputin fosse immortale.

    Ma i tentativi di ucciderlo non cessarono. Negli ultimi mesi del 1916 Feliks Jusupov fece in modo di acquisire la fiducia di Rasputin invitandolo di frequente nel proprio palazzo a San Pietroburgo con il pretesto di aver bisogno della sua consulenza. Nella notte tra il 16 e il 17 dicembre Jusupov, accompagnato dal dottor de Lazovert, si recò all'appartamento di Rasputin e gli offrì il tè con l’aggiunta di una gran quantità di cianuro; poi, dopo un'ora, visto che il veleno non produceva gli effetti desiderati gli sparò colpendo all’addome. Secondo le cronache dell’epoca, però, sembra che il mistico abbia riaperto gli occhi e si sia lanciato contro Jusupov per poi tentare la fuga dal palazzo, ma cadde a terra sulla neve appena fuori dalla porta. In uno stato di parossismo totale, Jusupov gli sparò in testa e solo allora Rasputin morì nel giro di venti minuti.

    Le doti profetiche

    Fin qui l’avventurosa e misteriosa vita di Rasputin che, soprattutto dopo la sua morte ma in realtà anche già in vita, era stato venerato, adorato ma anche profondamente odiato. Questo non solo per le sue doti caratteriali e profondamente carismatiche ma anche e soprattutto per i suoi poteri di guaritore, mistico e profeta.

    Come abbiamo visto Rasputin non solo lasciò degli scritti profetici riguardanti esplicitamente l’Italia ma scrisse diffusamente anche su altre tematiche. Egli, infatti, ci ha lasciato alcune preveggenze significative sul nostro millennio. È da sottolineare inoltre che aveva previsto l’assassinio della famiglia zarista, l’avvento del marxismo e il crollo dell’Unione Sovietica.

    Riportiamo alcune delle sue predizioni più importanti e significative. In uno dei passaggi si spinge a dire: «respireranno la Morte, e tutti gli uomini moriranno per i veleni sospesi nell’aria» e ancora
    «...si ammaleranno le piante e moriranno una ad una. Le foreste diventeranno un enorme cimitero e tra gli alberi secchi vagheranno senza meta uomini storditi e avvelenati dalle piogge velenose».

    «...Con sempre maggiore frequenza vedrete impazzire le parti del corpo. Dove la natura aveva creato l’ordine, l’uomo seminerà il disordine. E molti soffriranno per questo disordine. E molti moriranno per la peste nera. E quando non sarà la peste a uccidere saranno gli avvoltoi a strappare le carni... Ogni uomo ha in sé la grande medicina; ma l’uomo-animale preferirà curarsi con i veleni».

    «...Quando si parlerà molto dell’uomo, sarà il tempo in cui si trascurerà l’uomo. E quando si parlerà tanto di benessere sarà il tempo in cui un malessere sottile serpeggerà tra le genti. Montagne di parole si spenderanno per niente e trappole di parole insidieranno le strade del buonsenso. Molti uomini verranno distrutti dalle pestilenze, molti uomini verranno distrutti dalle armi e moltissimi verranno distrutti dalle aride parole. Perché quando i tempi saranno maturi, l’uomo sarà ricco di lingua
    ma povero di cuore».

    «...Quando Sodoma e Gomorra saranno riportate sulla terra e gli uomini vestiranno da donna e le donne vestiranno da uomini vedrete passare la Morte cavalcando la peste bianca. E le antiche pestilenze saranno come una goccia d’acqua nel mare, rispetto alla peste bianca. Montagne di cadaveri verranno ammassate nelle piazze e milioni di uomini porteranno la morte senza volto... Città con milioni di abitanti non troveranno le braccia sufficienti per seppellire i morti e molti paesi di campagna saranno cancellati con un’unica croce... Nessuna medicina riuscirà a frenare la peste bianca
    perché questa è l’anticamera della purificazione. E quando nove uomini su dieci avranno il sangue marcio verrà gettata sulla terra la falce perché sarà giunto il tempo di ritornare a casa».

    Significato della profezia sull’Italia

    Nella cornice di questo contesto futuristico cupo e preoccupante si inserisce, come abbiamo già visto, una precisa profezia sull’Italia. Molti si sono chiesti perché il veggente abbia voluto prestare la sua attenzione proprio sull’Italia. Si tratta, forse, di una nazione attraverso la quale si vuole simboleggiare e profetizzare ciò che avverrà al mondo intero, oppure si tratta di un paese che subirà più pesantemente degli altri alcune conseguenze di gravi eventi futuri?

    La profezia sull'Italia sembrerebbe riguardare in particolare la città di Roma e la sede vaticana. Quale sarà la notte dell’uomo bruciato? A chi si riferisce? Difficile a dirsi ma di certo lo scenario non è incoraggiante: «il popolo uscirà sulle piazze accecato da un odio covato da tanto tempo e sulle picche lorde di sangue vedrete le teste dei politici, dei nobili e del clero. Il corpo di un uomo venerando sarà trascinato per le strade di Roma da un cavallo bianco e sulle strade rimarrà l’impronta del suo sangue e i lembi della sua pelle. Solo allora si scoprirà che l’uomo venerando era un serpente…».

    Oltre allo scritto già analizzato, però, Rasputin ha parlato dell’Italia diffusamente anche in altri scritti e forse tutte queste predizioni andrebbero inquadrate in un contesto unitario e complementare.

    Precisa ancora il mistico russo: «...Quando arriverà a Roma l’uomo segnato in fronte suoneranno le campane della pace, ma ben pochi saranno ad accorgersi che chi tira le corde è la morte. Sottile inganno si prepara per il mondo intero, perché il topo fuggirà al gatto e il gatto sarà mangiato dal topo. In questo tempo le glorie si ripeteranno rapidamente. E si ripeteranno i dolori. I Cesari passeranno come l’acqua del fiume e le parole saranno nubi. L’uomo segnato in fronte verrà posto sull’altare, ma quando dovrà maturare ancora la quinta spiga, l’uomo segnato verrà deposto sulla terra nuda e con le sue carni verrà fatto banchetto. Povera gloria del mondo, che passi come un’ombra furtiva; il tuo tempo è sempre segnato prima ancora che il tuo profumo si espanda. Povera gloria del mondo vestita d’oro e d’argento, ma fatta di cenere. Non voltatevi a guardare le strade segnate perché su queste si abbatterà il vento e cancellerà ogni segno. E il vento aprirà le terre, sposterà le montagne e cancellerà la città con il segno del mare. Non voltatevi in questo tempo a chiedere se il vento spira da occidente o da oriente, perché quando sarete voltati il vento sarà già passato».

    Quando avverrà tutto questo e soprattutto perché?